Ha vissuto in memoria del figlio Norman: Palermo dice addio a Claudio Zarcone
Dopo 15 anni di dolori si è spento Claudio Zarcone e Palermo piange la scomparsa del giornalista conosciuto per il suo sguardo rivolto sempre alla verità delle cose

Claudio Zarcone
«Oggi - scrive il fratello Liborio tramite il profilo di Claudio - dopo tanto soffrire ho cessato di vivere.
Ho passato una infanzia e una giovinezza scapestrata ma una senilità cosciente e intinta di dolore.
Ma sono sempre stato sincero e affettuoso. Finalmente andrò a ritrovare il mio adorato figlio per parlare di filosofia».
Il funerale si terrà sabato 17 maggio alle 9.30 alla chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Oltre alla malattia, la perdita del figlio Norman ha segnato per sempre il suo vissuto. A 27 anni il 13 settembre del 2010 il figlio Norman, giovane dottorando in Filosofia dell'Università di Palermo, si suicidò lanciandosi dal settimo piano della facoltà in viale delle Scienze.
«Oggi dopo 4 mesi di sofferenza in rianimazione mio fratello Claudio ci ha lasciati - scrive il fratello - che la terra gli sia più lieve di questa vita tormentata da grandi dolori.
Fratello riposa in pace non ci trovavamo da fanciulli ma ci eravamo ritrovati da vecchi Ora sono rimasto senza più nessuno che mi dica sangu mio prima di lui solo mio padre».
Una volta appresa la notizia il sindaco Roberto Lagalla ha commentato: «È con profonda tristezza che ho saputo della scomparsa di Claudio Zarcone.
Ha speso l’ultima parte della sua vita, portando avanti instancabilmente non solo il ricordo del figlio Norman, ma quella battaglia di valori in nome della meritocrazia.
Rivolgo ai familiari di Claudio Zarcone - ha concluso Lagalla - il cordoglio e la vicinanza dell’amministrazione comunale in questo momento di dolore». Il funerale di Zarcone si terrà sabato alle 9.30 nella chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
La città si unisce al dolore della perdita. Arianna Fioravanti scrive su Facebook: «Claudio, ho provato a scrivere di te.
Per ricordarti, per ricordare tutto il tuo valore, di uomo e di amico, anche se adesso ogni parola mi sembra così insufficiente.
La prima volta ti ho visto in TV. Con coraggio da leone lottavi per tuo figlio Norman, contro i baroni universitari e il sistema delle raccomandazioni.
Lottavi per il merito, per la giustizia, per la libertà.
Hai scritto i libri più belli che io abbia mai letto, grazie a un talento unico nella scrittura e all'onestà della parola. Hai parlato con i più grandi filosofi, hai riso, hai pianto. Anche insieme.
A tuo figlio Norman, dottorando suicida all’Università di Palermo, ho dedicato la mia tesi di Dottorato. A te, le mie telefonate più disperate.
La tua frase, "la mafia non è solo Totò Riina", che riportai in un articolo di protesta contro le baronie universitarie, mi costò l’espulsione dal Dottorato.
Tu c’eri. C’eri anche quando, ricevuta quella comunicazione, chiamai te per primo. Eri un intellettuale, ma soprattutto un amico.
Un intellettuale a cui piaceva ridere, e che sapeva essere ironico e dissacrante con l’eleganza dell’intelligenza sottile.
Eravamo spesso agli antipodi su molti temi, ma non mi hai mai fatto sentire sbagliata.
Hai sempre rispettato ogni mia idea, sei entrato nei nostri discorsi sempre in punta di piedi. L’ho apprezzato profondamente. Tu c’eri. Sei stato il mio campione di ascolto.
Una delle rare persone a cui raccontavo le mie fragilità, i miei fallimenti, senza paura di essere giudicata.
Mentre fuori eravamo inscalfibili, tra di noi eravamo veri. Ogni sera pregavi per me e per Margherita, mi dicevi. Ora prego io, affinché tu sia con Norman.
Ma non smetterò di parlarti, anche se mi mancherà la tua voce. E quando ti raccontavo qualcosa che mi sembrava insuperabile e tu mi dicevi: futitinni.
Forse me lo diresti anche adesso... ma come si fa?
Amico mio, Claudio Zarcone, guerriero, forza indomabile, uomo del futuro con le radici nel passato, mi resterà per sempre il vuoto che da oggi hai lasciato.
Unico, in ogni tua manifestazione. Grazie, per esserci stato».
Lo ricordano tutti come una persona dallo sguardo volto sempre avanti e sempre fedele alla verità delle cose.
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