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Hangars, tribune, bar: quando a Mondello si organizzò la prima gara di aeroplani del Sud

A Mondello, in piazza Caboto, c'è una stele che in pochi conoscono e che passa perlopiù inosservata. Si legge: "Primo volo in Sicilia – 1 maggio 1910 – Pilota Clemente Ravetto"

  • 1 dicembre 2021

Al centro della villetta di Piazza Caboto, a Mondello, fra araucarie, palme e corisie, si trova, perlopiù inosservata, una stele sormontata da una sfera con le ali. Sul marmo delle stele si legge: Primo volo in Sicilia – 1 maggio 1910 – Pilota Clemente Ravetto.

Il volo che viene così ricordato non fu solo il primo in Sicilia ma anche nel sud Italia, a conferma di una passione per l'aeronautica che nell'isola si era diffusa da un po' (e che, in seguito, si andò via via rafforzando: la fondazione dell'Aereo Club Sicilia è del 1922).

Alla Favorita, in quei primi anni del Novecento, venne allestito un campo di volo, dove temerari piloti autodidatti sperimentavano con trabiccoli variamente assemblati. Fra quelli che seguivano con passione l'evolversi della nascente aeronautica c'era Vincenzo Florio.

Nel 1909, andò di persona a Parigi, alla fabbrica Voisin, per acquistare un velivolo e trovare un pilota che lo sapesse guidare. Nella fabbrica lavorava da un po' il piemontese Clemente Ravetto che, dopo un rovescio finanziario, si era trasferito nella
capitale francese, dove aveva anche acquisito il brevetto.
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Con Vincenzo Florio il feeling fu immediato, tanto che l'imprenditore, dopo aver pagato l'aereo in contanti, affidò a Ravetto il compito di occuparsi del trasporto. Accuratamente smontato e imballato, l'avveniristico biplano fu caricato su un treno e, scortato da Ravetto, attraversò l'intera penisola fino a Palermo dove, in un garage di via Catania, si procedette
al rimontaggio.

L'idea di Vincenzo Florio era di organizzare un evento aviatorio che facesse il paio con la fantastica Targa Florio e così dall'1 al 7 maggio 1910, nell'ambito delle “Feste di Palermo”, le celebrazioni per il cinquantenario dell'Unità d'Italia, si svolse la “Settimana Aviatoria di Mondello-Valdesi”, il primo meeting di aeroplani del Sud d’Italia.

Per qualche motivo, la Federazione Aeronautica Internazionale decise di non riconoscere l'evento, così Vincenzo
Florio, per essere sicuro della partecipazione di importanti aziende e piloti, sponsorizzò premi consistenti per chi avesse percorso la maggiore distanza e volato alla massima quota, rispettivamente di 40mila e 50mila lire (quando lo stipendio di un impiegato era mediamente 250 lire).

Non ci fu alcun problema, invece, a richiamare il pubblico a Mondello, dove era stato allestito il campo di volo. In quei giorni di maggio, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, giunsero con ogni mezzo di locomozione, compreso il vaporetto che, all'epoca, partiva da Palermo per attraccare al molo che si allungava dalla spiaggia.

Migliaia di persone si assieparono sulle tribune allestite per l'occasione. Il colpo d'occhio doveva essere straordinario, con le gradinate colme di gente elegante, i padiglioni per la giuria e i cronometristi, le bandiere svolazzanti, gli hangar per gli aerei, il raffinato padiglione ristorante e quello riservato per la stampa che, ci informa la cronaca dell'epoca, era addirittura dotato di telegrafo e telefono.

Chi invece con il meteo dovette farci i conti furono i nove piloti partecipanti alla gara che ebbero non poche difficoltà. Pioggia e vento imperversarono per tutta la settimana, e non mancarono gli incidenti, ancorché senza gravi conseguenze. Nonostante le difficoltà, la Settimana di Mondello segnò l'esordio del volo in Sicilia e, per il pubblico, fu un successo.

Per Vincenzo Florio un po' meno, visto che, a parte la soddisfazione di aver sponsorizzato un primato, l'evento fu un fallimento finanziario. Molti, infatti, per seguire i voli si sistemavano esternamente alla recinzione, evitando così di pagare il biglietto, e il brutto tempo fece il resto, scoraggiando la permanenza nel “villaggio” aviatorio per gli spettacoli
e gli altri intrattenimenti organizzati.

Alla fine il vincitore non fu il pupillo di Florio, che volò per circa 200 metri a 40 metri d'altezza ma poi ebbe un incidente, bensì il tedesco Paul Louis Kuhling che, a bordo di un monoplano Bleriot, riuscì a salire fino alla strabiliante altezza di 400 metri e a fare per nove volte il giro del campo di volo (curiosamente, Kuhling ottenne il brevetto da pilota solo un
paio di mesi dopo).

Clemente Ravetto si consolò con l'ottimo impiego che Vincenzo Florio gli aveva offerto, come responsabile del suo parco auto, autista e ancora, occasionalmente, pilota, cimentandosi alla guida, ad esempio, dei “canotti automobili” (motoscafi da corsa).

In seguito, quando la buona stella dei Florio si spense, aprì delle concessionarie FIAT. La sede palermitana, in un bel palazzo liberty in via Re Federico 20, era immediatamente riconoscibile per il logo della casa automobilistica scolpito in bassorilievo sulla facciata del palazzo (dove si vede ancora).
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