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I suoi lo vogliono medico, lui ama le moto: ora dalla Sicilia gira il mondo su due ruote

La storia del motociclista parte da quando era solo un ragazzo. Ora è reduce da una doppia vittoria sportiva e umana raggiunta all'età di ben 66 anni

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 21 gennaio 2024

Salvatore Pennisi

Medico o avvocato era il sogno dei genitori ma lui amava solo le moto. Questa è la storia di un catanese, un professionsta rimasto in Sicilia accanto agli agrumeti di famiglia.

Salvatore Pennisi, classe '57, originario di Acireale, trascorre la sua adolescenza a Fiumefreddo di Sicilia scorazzando tra i campi. Non incontrerà grandi ostacoli nella passione per le moto perchè suo padre negli anni passati aveva già gareggiato, anche se in auto.

Erano gli anni '60 e gli anni '70 quando inizia a sognare di vivere su due ruote. «Avevo 14 anni o poco meno quando mi venne la fissazione per le moto e i motorini. Facevo le prime garette di motocross e andavo benino. A 18 anni cominciai le gare di fuoristrada e di enduro in Sicilia», così inizia a raccontarsi Pennisi.

Oltre all'abnegazione per le moto, il giovane Pennisi era anche un buon comunicatore, scrive infatti per riviste come "Motosprint" e "Motocross" e contestualmente firma un contratto con la "Ducati" come pilota ufficiale della terza zona. «Cominciavo ad entrare nel "mondo del lavoro" delle moto anche se ero abbastanza lontano dai grossi centri d'industria».
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Nel 1984 arriva il primo vero lavoro con "Pirelli" nella sede di Villafranca Tirrena: «Avevano bisogno di una persona che potesse occuparsi di sperimentazione e collaudi dei loro prodotti». Salvo Pennisi poi arriva in Brasile dove acquisirà le prime esperienze manageriali. «La Pirelli credette in me. L'azienda decise di investire attraverso un tipo di formazione un po' spinta per l'epoca, andai infatti in Giappone per imparare il mestiere e girai il mondo».

Quando è un dirigente Pirelli con una carriera in grande salita l'azienda acquisisce il marchio tedesco dei pneumatici "Metzeler".

A questo punto della sua ascesa nella grande azienda, il Testing Director siciliano viene chiamato a dirigere nella sua terra un centro distaccato di sperimentazione di tutti i prodotti a due ruote del gruppo Pirelli, che ben presto diventerà di fama mondiale, nella sede di Giarre in provincia di Catania. Appena un mese fa da una collaborazione intensa con la Bmw è nato un evento di comunicazione mondiale.

La casa costruttrice tedesca doveva mettere sul mercato un nuovo modello di moto che sarà il prossimo bestseller dell’azienda negli anni a venire. «Durante i lavori di collaudo abbiamo capito che due prodotti che consentivano un livello così alto di prestazione meritavano un evento unico per essere lanciate sul mercato.

Cercare di stabilire un primato assoluto di altitudine estrema partendo da 0 metri del livello del mare dell'Oceano Pacifico ci è sembrata l'idea giusta. Il Cile è l'unico posto al mondo che consente un'impresa del genere perchè le cime delle montagne più alte del continente sudamericano proprio in Cile raggiungono altitudini superiori ai 6000 mt. e sono relativamente vicino al mare, la costa cilena del Pacifico appunto.

Questa costa è molto vicina al deserto di "Atacama" e alle cordigliera delle "Ande cilene". Quindi con un'attenta ricerca abbiamo individuato nel "vulcano attivo piu' alto del mondo" - "Il Nevado Ojos del Salado" che si erge a 6887 metri di altitudine, il luogo che ci avrebbe consentito di svolgere la nostra impresa.

Quindi, partire da 0 mt del livello del mare e raggiungere i fatidici 6000 metri cercando di stare sotto le 24 ore. Un'impresa abbastanza importante anche perchè a quelle altitudini - spiega Pennisi - occorre avere una preparazione fisica, psicologica, medica, emotiva, non indifferente. Oltre i 4000 mt si comincia ad entrare in un ambiente estremamente ostile con poco ossigeno e rischio di edema polmonare e cerebrale se non si fanno gli "acclimatamenti giusti"».

La preparazione per questo evento è durata un anno mentre la moto e lo sviluppo dei pneumatici crescevano. A lavori ultimati si è stabilita la partenza in collaborazione con l'Università Kore di Enna e la divisione di cardiologia dell'ospedale di Enna che hanno curato la preparazione di 4 piloti (tra cui Pennisi) e degli equipaggi di supporto.

In Cile è stato stabilito un protocollo di "acclimatamento" in quota; sono stati stabiliti 3 campi base, mentre le moto e tutte le attrezzature hanno viaggiato in aereo dalla Germania fino a Santiago del Cile. «A Santiago si respira un'atmosfera come se fosse un po' l'Italia anni '70 con molto rispetto e affetto per l'Italia e per gli italiani. C'è inoltre una buona incidenza di siciliani trasferiti lì da tempo» racconta Pennisi.

Una vera avventura che ha avuto inizio da Bahia Inglesa con allenamenti in quota per mantenere elevata la saturazione dell'ossigeno nel sangue. «Salendo in altitudine i motori perdono potenza mentre le gomme fanno i conti con il deserto sabbioso» continua Pennisi.

Dalla partenza c'è stata un'ascesa velocissima verso la cordigliera per poi provare l'attacco al Vulcano il 7 dicembre 2023.

«In 19 ore e 22 minuti, sfidando le leggi della medicina, siamo riusciti a superare 6006 mt e poi un altro strappo fino ad arrivare fino a 6027 mt. Un'esperienza durissima ma con un grande risultato perchè quella moto è quelle gomme sono le stesse che si possono acquistare da un concessionario».

Condizioni estreme di collaudo, quindi. «Una vittoria umana di grande spessore ma anche tecnologica perchè basta pochissimo per naufragare» queste sono le parole prounciate con grande orgoglio da Pennisi, considerato che questa esperienza da brivido è stata vissuta senza l'ausilio dei respiratori.

Una doppia vittoria sportiva e umana raggiunta all'età di ben 66 anni. La spedizione in Cile sul vulcano più alto del mondo da una squadra composta da rappresentanti Metzeler, Bmw Motorrad e due giornalisti che in sella ad una pattuglia di Bmw 1300 GS è senza dubbio un evento mondiale che ha visto la Sicilia patria di eccellenze siciliane.

Uomini e nello specifico sportivi, medici, tecnici. Uomini forti che vivono ancora una Sicilia carica di sfide e di umanità.
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