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Il primo ad esibirsi fu Claudio Villa: dopo vent'anni lo stadio di Bagheria si rifà il look

Quello appena avviato è più un percorso che punta allo stravolgimento, in bene, dell’intero stadio comunale. Quasi 5 milioni di euro per il progetto

Sara Abello
Giornalista
  • 1 aprile 2023

Stadio comunale di Bagheria

Lo stadio di Bagheria si rifà il look, quindi tra non molto, pezzetto per pezzetto, tutto l’impianto tornerà in uso non solo per la comunità baariota. Non si interveniva almeno dagli anni ‘90, per cui il da fare non manca dal momento che sono già una ventina d’anni che le porte rimangono ben chiuse a tutto il pubblico dato lo stato di inagibilità.

Se vi state chiedendo come sarà lo stadio dopo questo interventone, spalancate gli occhi perchè adesso ve lo dico io.

Rifacimento del vecchio spogliatoio, messa a norma dei locali interni, installazione di pannelli fotovoltaici, sostituzione dei fari delle torri in favore di altri con efficientamento energetico, isolamento della copertura, installazione di un impianto fotovoltaico e di nuovo impianto idrico e di illuminazione.

E ancora, demolizione della pensilina e riqualificazione strutturale di tutte le tribune, compreso il rifacimento della recinzione e l’adeguamento parziale dei locali sottostanti, riqualificazione della gradinata e realizzazione di una tribuna centrale, nuovi servizi igienici, oltre alla costruzione di due piste di atletica per uso dilettantistico ed un campo di bocce.
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Ne volete più?! Altro che riqualificazione o "messa a punto".

Quello appena avviato è più un percorso che punta allo stravolgimento, in bene, dell’intero stadio comunale. Quasi 5.000.000 di euro di cui una parte derivanti dal PNRR più che ben spesi. Ovviamente ognuno degli interventi sarà pensato alla luce di tutte le norme imposte dal CONI e subentrate nei decenni in cui lo stadio è stato lasciato così com’era.

Una volta ultimato, il nuovo/vecchio stadio permetterà alla “modestia” baariota di avere un vanto in più. Ci sarà un impianto a disposizione di eventi sportivi, non solo per la comunità bagherese, che si spera possa portare ad una crescita economica di tutto l’indotto.

Le competizioni attireranno infatti non solo gli atleti ma anche le loro famiglie e i tifosi che, giunti nella “città delle ville”, si spera che si trattengano per un tempo più prolungato della semplice partitella.

Un bel futuro è quello che si prospetta, almeno così sembra, ma vi siete mai chiesti quando è stato costruito questo impianto sportivo e cosa vi fosse lì?

Lo stadio di Bagheria sorge nella metà degli anni ‘50 e non vi sarà difficile immaginare che lì fosse “tutta campagna”. All’epoca del resto l’urbanizzazione selvaggia di Bagheria non aveva ancora preso il sopravvento.

Come è facile dedurre, la zona dello stadio, quando fu edificato, era certamente periferica, anche oggi del resto il confine che da lì separa Bagheria e Santa Flavia è fatto da una manciata di passi.

Il progetto non stupisce perchè è anzi consueto, ancor più nelle grandi città, immaginare gli impianti sportivi in aree isolate rispetto al centro abitato, che sia per i rumori, per la viabilità così vicino alla strada statale come in questo caso o per le dimensioni.

Oggi l’impianto è assorbito dai palazzi che lo circondano e volendo, dai piani alti, non sarà difficile sbirciarvi dentro quando riprenderà vita. Manteniamoci nel passato però lo stadio di Bagheria ha avuto una sua storia degna di rispetto che non tutti conoscono.

Innanzitutto un grande contributo al suo glorioso passato lo ha dato il Bagheria calcio che, alla fine degli anni ‘80, ha fatto sognare tutti i suoi tifosi sfiorando la serie C2 e più in generale ha ottenuto grandi risultati regionali e nazionali, con qualche fallimento della società sparso qua e là, ma la vita non è tutta rose e fiori.

Quella del club neroazzurro però è una pagina così ricca e di rilievo che merita il suo spazio speciale che gli dedicherò, ogni cosa a suo tempo.

Lo stadio di Bagheria ha anche una storia musicale, pure quella di tutto rispetto.

Vi dico solo che il primo cantante ad esibirsi, nel lontano 1959, fu Claudio Villa, che all’epoca era appunto il “reuccio” le cui ugole erano invidiate da tutti. Poi in epoca più “recente”, che si ferma comunque agli anni ‘80, un susseguirsi tra Pooh, Francesco Guccini, Pino Daniele e i Rockets, non proprio in questo ordine di apparizione.

Quella dei concerti potrebbe tornare ad essere una preziosa risorsa sia per l’economia che per la vita culturale e sociale di Bagheria, ed effettivamente le ultime estati baariote sono state animate da buona musica che tra non molto tempo potrebbe essere accolta in questo ulteriore spazio.

Nel documentarmi sulle origini dello stadio comunale di Bagheria, con mia immensa sorpresa e grazie ad un baarioto doc che è la nostra memoria fotografica (in pochi non conosceranno Sebastiano Lo Buglio), ho scoperto che in realtà prima dell’impianto di via Roccaforte ve ne era un altro.

Non le sembianze di un vero e proprio stadio ma comunque un bel campo di terra battuta, grande abbastanza per le partite di calcio e non solo. Oggi non ve ne è più alcuna traccia, basti pensare che là dove sorgeva il campo sono state costruite delle case di edilizia popolare.

Il primissimo stadio di Bagheria sorgeva infatti in via Vallone de Spuches, nel tratto tra le vie Morvillo e Loi, di fronte lo storico “Franco il Conte”.

Probabilmente sarà nato in concomitanza al club calcistico nel 1919, in origine Pro Bagheria, e poi forse sostituito quando è stato edificato l’altro, così che quell’area venisse riconvertita per la costruzione delle prime case popolari.

Tornando al presente, il nuovo stadio è un progetto che ha dato soddisfazione anche all’attuale amministrazione comunale, soprattutto perchè, come sottolineato dall’assessore allo sport Massimo Cirano, è nato e si è sviluppato entro uno stesso mandato, non una cosa scontata ma anzi una conquista.

Già alcuni mesi fa, in occasione dell’incontro con l’ingegnere bagherese Tommaso Pagano, membro del team Ducati, il sindaco Filippo Tripoli si era soffermato sull’importanza di dotare la cittadina di un impianto adeguato, in grado di potenziare la crescita economica e sociale del territorio.

A questo punto direi che ci siamo quasi: è sempre meglio prima che dopo.
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