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In Sicilia arrivano i droni nel piano anti-incendi: in campo ambientalisti e cittadini

I movimenti stanno cercando di dare una mano, consigliando al governo di approvare alcune riforme e anche gli attivisti si mobilitano. Ecco che cosa ci aspetta

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 28 maggio 2025

L'incendio a Palermo (foto da Twitter)

Come previsto dalle recenti politiche ambientali in materia di contrasto alla propagazione degli incendi estivi, dal prossimo 15 maggio parte l’imminente campagna anti incendi, come affermato dal presidente regionale Renato Schifani e dall’assessore al Territorio e all’ambiente Giusi Savarino.

Per prevenire i roghi, il governo ha dichiarato di aver investito maggior fondi per formare e acquisire il personale che sarà deputato a spegnere le fiamme e controllare il territorio.

Per raggiungere questo obiettivo, i carabinieri a partire da quest’anno potranno anche usufruire di nuovi droni in grado di volare anche in condizioni di forte vento di scirocco, condizione che in passato ha spesso impedito il pattugliamento dall’alto delle campagne e dei boschi.

«Sono state anche aumentate le squadre antincendio a Pantelleria, a protezione del Parco, e ad Agrigento, in considerazione del maggiore afflusso di turisti per l’anno della Capitale della cultura italiana» ha dichiarato l’assessore, all’interno di una dichiarazione.

Per migliorare il lavoro delle squadre antincendio durante le settimane più torride dell’estate, il governo ha anche provveduto a effettuare una nuova organizzazione dei direttori delle operazioni di spegnimento (Dos), prevedendo delle turnazioni regolari su molteplici livelli (su base regionale e comprensoriale) che in teoria dovrebbero garantire la tanto agognata copertura totale e continua del territorio.

Nel corso di queste ore, i comuni sono stati inoltre sollecitati a far rispettare le ordinanze relative alla pulizia delle sterpaglie e all’uso del fuoco nelle campagne.

Queste soluzioni vengono però considerate insufficienti da parte degli ambientalisti, che accusano il governo di essere partiti troppo tardi con la campagna antincendi. I recenti roghi a Monte Pecoraro, che hanno fatto fermare alcuni voli in partenza dell’aeroporto di Palermo, sembrano dare ragione a queste voci.

Il problema degli incendi in Sicilia d’altronde è notoriamente complesso. Oltre alla presenza di numerosi piromani e di criminali che abitualmente danno fuoco alle sterpaglie, le condizioni climatiche della regione stanno diventando sempre più estreme e l’abbandono delle province da parte di buona fetta della popolazione amplifica le probabilità della diffusione dei roghi.

Le politiche ambientali scelte dai precedenti governi, che favoriscono le compagnie di canadair straniere, e la presenza di moltissimi mezzi vetusti nel parco vetture rende inoltre ancora più imprevedibile – oltre che economicamente gravosa - la gestione del sistema atto a impedire la diffusione delle fiamme.

Considerando poi l’età media del personale atto a spegnere gli incendi e la soppressione del Corpo forestale dello Stato, voluto dal governo Renzi, organizzare una campagna antincendi efficace è divenuta una vera e propria sfida per ciascun amministratore chiamato a svolgere questo compito.

I movimenti ambientalisti, dal canto loro, stanno cercando di dare una mano, consigliando al governo di approvare alcune riforme volute dai movimenti cittadini, che desiderano per esempio organizzarsi per pattugliare meglio il territorio e contrastare il discutibile fenomeno degli "incendi coordinati".

Hanno spesso messo in ginocchio intere province dell’isola, come dimostrano i gravosi incendi di un paio di estati fa, che hanno arso interi ecosistemi fra le montagne di Palermo.

Grave è inoltre l’inadempienza di diversi Comuni che mancano di segnare al catasto le aree attraversate dagli incendi. Un problema “storico” che il governo regionale sta cercando di frenare.
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