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In Sicilia rendono tutto più semplice: gli spaghetti col "trucco" (e tanti anni di storia)

Se la razionalità fa cilecca, questo piatto è il rimedio giusto. Il primo a testare la sua efficacia è stato il consigliere di guerra (siciliano) del re Vittorio Amedeo II di Savoia

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 13 settembre 2023

Spaghetti alla siracusana (foto di Andrew Malone)

Pollici che girano su se stessi, pensieri assillanti e un’ardua decisione da prendere. Quando la razionalità fa cilecca su un grattacapo, il consiglio è quello di passare dalla scrivania alla tavola, magari davanti a un piatto di spaghetti o pasta fritta alla siracusana.

La specialità siciliana tipica della città aretusea che ha il potere di rendere tutto più semplice. Il primo a testare la sua efficacia è stato il nobile siciliano Don Francesco Bonanno, consigliere di guerra del re Vittorio Amedeo II di Savoia e dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo.

Quando doveva prendere una decisione impegnativa chiedeva sempre al suo monsù un piatto di pasta fritta alla siracusana, perché capace di stimolare il cervello e, di conseguenza, aiutarlo a dare eccellenti consigli politici. Ma se vogliamo capire la nascita di questo piatto dobbiamo fare un passo indietro e dal 1700 recarci nella Grecia arcaica.

Qui, il termine pasta alla siracusana indicava un tipo di lavorazione del grano duro molto sottile; per intenderci, i cosiddetti capelli d’angelo, preparati al tempo del tiranno Dionisio seguendo una particolare preparazione: raggomitolati, fritti nella sugna e inondati da miele degli Iblei.
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Oggi il miele è solo un dolce ricordo (ancora nella tradizione greca con la pasta Kataifi) sostituito dalle anciove e da altri ingredienti poveri che conferiscono un sapore eccelso a questo piatto facilissimo da preparare.

Ingredienti (per quattro persone)
400gr di spaghetti (capelli d’angelo o vermicelli) uno spicchio d’aglio
100gr di pangrattato olio extravergine d’oliva q.b sale pepe nero q.b

Procedimento

In una padella fare rosolare lo spicchio d'aglio intero o tagliato finemente nell'olio extravergine d'oliva.

Aggiungere le acciughe e far sfrigolare a fiamma bassa per non farle bruciare e, una volta sciolte, mettere da parte. Senti il profumo? Questo sarà il condimento del nostro primo.

A parte, in una pentola con abbondante acqua salata far cuocere gli spaghetti; distogli l’attenzione dalla pasta e dedicati al pangrattato, facendolo atturrare (abbrustolire) in una padella senza farla bruciare. Scolati gli spaghetti al dente, mantecarli a fuoco basso nella padella con il condimento e aggiungere la mollica abbrustolita, nota come il formaggio dei poveri.

Girando costantemente, soffriggere gli spaghetti fino a quando non si forma una crosticina croccante e speziare con il pepe nero.

Gustare, infine, con un calice di vino per schiarire i pensieri! Il vino perfetto per questo primo piatto a base di pesce azzurro è bianco, fresco e minerale con sentori agrumati ed erbacei oppure un vino bianco minerale e secco.

Da sorseggiare a una temperatura superiore ai 13°C, che va in contrasto alla sapidità delle acciughe.

La pasta alla siracusana è un piatto che può essere declinato anche in due varianti: molto fritto o con il pomodoro.

La prima versione prevede la cottura a parte degli spaghetti freschi o l'uso di quelli avanzati il giorno prima, fritti e successivamente mantecati nel sugo.

In questo caso, saranno talmente croccanti da poterli mangiare con le dita. La seconda invece, consiste nell’aggiunta di pomodoro, olive e peperoncino, sempre con gli immancabili acciughe e mollica.
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