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Inizia a 13 anni (e non si ferma più): chi è Gianni, che da 50 anni fa ballare Palermo

Senza mai una sosta, riesce a riportare in pista chi non esce da casa da un po', restituendo entusiasmo e adrenalina a chi vuole mettersi ancora in gioco

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 7 maggio 2024

Il dj palermitano Gianni Guttuso

Sono 66 gli anni che Gianni Guttuso, per età e per carriera uno dei primi dj palermitani, compirà il prossimo 18 maggio. Ancora in splendida attività e sempre dietro la sua console con due cuffie che affondano nella sua chioma bianca e affascinante, continua a viaggiare per fare ballare il popolo della notte.

Gianni Guttuso che vanta ben 50 anni di carriera, senza mai una sosta, riesce a riportare in pista chi non esce da casa da un po', restituendo entusiasmo e adrenalina a chi vuole mettersi ancora in gioco. Ma vediamo quando inizia la sua storia.

«Già a 13 anni, nei tempi delle feste in casa, «tutti ballavano e a me piaceva mettere la musica. Avevo un giradischi o un mangianastri e senza mixer regolavo i volumi» commenta Guttuso.

Era un grande fruitore di musica rock come i Genesis, Pink Floyd, PFM quando aveva solo 14 anni. Il passo successivo sarebbero state le "discoteche".

«Lì ho avuto la fortuna di incontrare il mio mentore, Pippo Balistreri (oggi direttore di palco del Festival di Sanremo). Lui mi ha insegnato tanto. Ho imparato, ad esempio, a intuire i gusti musicali delle persone che vivevano la notte, in modo da avere il locale sempre pieno.
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Balistreri era il dj resident della discoteca di Santi Bisanti, Flashsound, il locale di via Maggiore Toselli e qualche volta mi lasciava salire in console per mettere qualche "lento"» racconta il Dj Gianni Guttuso. Nell'anno '74, 50 anni fa, a 16 anni, Gianni Guttuso diventa il "secondo" di Pippo Balistreri, dopo serate trascorse a "guardare".

«Ho imparato facendo ballare qualche coppia, cosa molto più difficile che far ballare 400 persone con la musica da discoteca. Grazie a Pippo ho imparato la psicologia dell'intrattenitore» ricorda Gianni. E mentre Pippo Balistreri viene premiato come "migliore dj d'Italia", in pieno periodo "disco" Gianni Guttuso comincia a suonare da solo.

Pippo Balistreri è responsabile di AID ("Associazione Italiana DJ") presieduta da Renzo Arbore, e Gianni è ancora sotto la sua ala. «A Roma ricevo la tessera di "Dj professionista" datata 1976, avevo 18 anni», racconta Gianni.

L'AID è partner di "Disco Inverno", un Evento al Teatro Biondo di Palermo con la conduzione di Claudio Cecchetto e Milly Carlucci con la collaborazione di "Radio Studio 104". «Quella volta Pippo mi diede l'incarico di responsabile per tutte le radio della Sicila» racconta.

Quando gli chiedo: a quale decennio pensi di appartenere? Guttuso risponde: «Io sono un figlio degli anni '70». E continua affermando: «Sotto qualsiasi aspetto artistico, dal cinema alla pittura, gli anni '70 hanno rappresentato una sorta di nuovo rinascimento della società. E io sono nato in un momento di grande creatività» afferma il dj palermitano.

Un decennio che ha rappresentato la storia della "disco- music". E a tal proposito Guttuso racconta: «In questi anni, in uno stadio americano, a Chicago, il movimento Rock brucia tutti i vinili di musica disco. E da quel momento, ipoteticamente, si sentenziò la fine dell'epoca della "musica-disco" con l'arrivo del 1980».

Ma che succedeva, invece a Palermo in quegli anni? Tra la musica di Gloria Gaynor e Marvin Gaye, Guttuso racconta che i locali a Palermo vivevano di musica di importazione, infatti gli imprenditori locali si recavano a Londra per acquistare vinili. «C'era una sorta di gara a chi aveva la musica migliore», sorride Gianni.

E oggi invece? «In questo momento storico la tecnologia consente a chiunque di mettere musica. Ma fare il dj è un'altra cosa. Occorre tanta gavetta, studiare le origini della musica dance, ascoltare la musica di una volta, e pian piano avvicinarsi ad un professionista consolidato per "rubare" un po' di arte» risponde Guttuso.

La professione di dj resta la parte centrale della sua vita accompagnata da esperienze importanti che lo hanno visto alla direzione di discoteche come il "Grant's" e il "Quetzal" di Cinisi.

«ll Quetzal nasce con me e altri due soci. Abbiamo investito in un terreno dall'89 sino al '95», iniziano così i ricordi emozionanti di Guttuso parlando di quel posto estivo, che sicuramente è ancora nella mente di folle di giovani palermitani di quei tempi. Appena fuori Palermo, il Quetzal ha ospitato fiumi di comitive a cavallo tra gli anni '80 e i '90.

Quei giovani lasciavano le auto in un enorme parcheggio, e trascorrevano serate sotto un cielo sempre stellato tra una preziosa pista, giardini, viali e un bel bar sempre aperto. «Sono stati anni d'oro, duemila persone a sera, e tanti ospiti tra cui i dj di "Radiodeejay".

Il venerdì c'era la serata "rock dance", un cocktail di musica reggae, rhythm and blues, rock and roll, hard rock, new wave» continua così Gianni Guttuso.

Al venerdì, quindi, al Quetzal, si poteva ballare tutto quello che non era disco-music e quindi U2, Simple Minds, Depeche Mode, Led Zeppelin, Nirvana, Blues Brothers.

Una discoteca "spaziale" che ha lasciato un segno in un fermento ben circoscritto, talmente singolare da potersi ritenere un'esperienza unica e sola. «In quel periodo ero anche il Presidente provinciale dell'associazione Silb-Fipe dei locali da ballo di Palermo. Ero un Dj ma anche un imprenditore» racconta Gianni.

Una discoteca quella del Quetzal che possedeva una rivista patinata. «Fu l'unico locale da Napoli in giù ad avere un giornale che comprendeva la programmazione, lo staff dei dj e degli organizzatori. Una chicca molto glamour» ricorda Gianni.

Cos'è cambiato nella gente che balla negli ultimi tempi? «La qualità della musica è in caduta verticale, ti devi adeguare cercando di cogliere qualcosa di nuovo che sia bello e che comunque c'è» risponde.

Ma il vintage, un genere musicale che racchiude nostalgia, voglia di essere ancora giovane, desiderio di non dimenticare va sempre per la maggiore. Infatti Guttuso aggiunge: «effettivamente i dj di oggi attingono tutti da quel periodo con dei loop o con delle brevi integrazioni». E i ragazzi di oggi cosa vogliono ballare?

«Devo dire che ho delle grandi soddisfazioni, perchè quando propongo la musica anni '70'-'80, grazie anche ai "revibes" di Dario Caminita, con un restyling che rende quella musica "attuale", questa musica piace ai ragazzi. Mi chiamano zio, formando un cuore con le dita», spiega Guttuso. Con un velo di malinconia, oggi Gianni Guttuso afferma che non ha avuto la forza di lasciare Palermo. «Spesso si dimentica quello che si è fatto per questa città negli anni di una vita».

L'assenza di gratitudine sociale fa scattare un po' di pentimento. Anche se Gianni Guttuso ha sempre volato basso rispettando l'umiltà e chiunque possa incontrare in ogni istante di vita. Però di fatto, Gianni Guttuso, continua a fare il Dj. E il perchè è spiegato in questa frase: «mi emoziono e continuo a dare emozioni».

È una sensazione unica restare sempre sul pezzo, essere attorniato da una folla perennemente in cambiamento mentre, in modo quasi impercettibile, gli scappa una lacrima.

Ma torniamo a Palermo dove Gianni Guttuso, insieme a me (che ho dato l'input iniziale), si è occupato del "risanamento" del venerdì sera in un locale storico della città. Tempo e costanza sono stati gli ingredienti giusti per riportare i più brizzolati a rivivere la discoteca come fossero ancora adolescenti.

Soprattutto quando iniza a far caldo, le serate di Gianni Guttuso si trasferiscono a San Vito Lo Capo sin dal '75. Qui Gianni scopre il luogo di mare che accompagnerà tutte le sue vacanze facendo sempre il dj. San Vito diventa la sua residenza estiva iniziando a suonare al "Diapason", un locale a due piani, all'avanguardia.

«Era una San Vito "radical-chic" - pochi del luogo, pochissimi palermitani, e molti turisti del nord Italia. La stagione si concentrava fino al ferragosto con una qualità di pubblico eccellente. Sono state 6 stagioni indimenticabili. Ricordo che dormivamo dentro la discoteca», racconta Guttuso.

Oggi la movida di San Vito, secondo Guttuso, è un po' soffocata. Nonostante tutto, ancora oggi, d'estate lo si può incontrare sempre nella meta estiva in un locale di nicchia, dove continua a mettere musica e rispolvera il ballo per "strada". «San Vito per me è una tappa molto importante, rigenerante, la mia seconda città» ammette con emozione Gianni.

Il dj palermitano non sogna più la conduzione di un locale ma l'opportunità di potere gestire un chiringuito sulla spiaggia di San Vito dove mettere musica tutto il giorno e concludere non più tardi delle 22.00.

«C'è una gran voglia di ballare» conclude Guttuso e qui venerdi 17 maggio, Gianni Guttuso festeggia 50 anni di carriera nella notte del suo compleanno con tanti amici a sorpresa e quella gente ormai fidelizzata.

L'indomani Guttuso ripeterà un'altra festa a San Vito con gli amici del luogo e di Trapani.
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