L'Etna alza la voce dopo mesi di silenzio, il vulcanologo: "Ecco ora cosa può succedere"
Le immagini della colonna di fumo e la fuga dei turisti hanno fatto il giro del web. L'esperto dell'Ingv: "Continuate a visitarlo senza paura, ma abbiate prudenza"

Le foto del vulcano riempiono le prime pagine dei giornali nazionali e il dibattito sulla sicurezza corre sulla rete. Ma c'è da avere paura?
C'è da avere prudenza, secondo il vulcanologo dell'Ingv Boris Behncke. Ed è un chiaro messaggio ai turisti: «Andate sull'Etna, non fuggite. Ma affidatevi a guide autorizzate che conoscono bene il territorio e sanno bene come muoversi in sicurezza».
Cosa è successo stavolta sull'Etna? «In realtà - spiega Behncke - quello del 2 giugno è stato un parossismo come tanti altri, ma in questo caso non solo ha causato il crollo di una parte del fianco nord-orientale del Cratere di Sud-Est e si è verificato davanti a tanti turisti e tante videocamere».
Le ottime condizioni di visibilità, dunque, hanno fatto la loro parte. Del resto, da almeno 25 anni sono sempre più frequenti le esplosioni sul vulcano.
I fenomeni più violenti, come è accaduto lunedì, sono i parossismi, ma ci sono anche episodi di fontane di lava che avvengono soltanto in sommità.
Nei primi 5 mesi del 2025, il vulcano aveva mostrato il suo lato più docile. Con il parossismo della mattina del 2 giugno, l'Etna è tornato a tuonare dopo circa un anno e mezzo.
«Adesso è tutto finito - assicura il vulcanologo -, anche sul fronte della cenere. Non ci sono conseguenze, ma ovviamente non possiamo escludere altri parossismi a breve».
Gli esperti ricordano ancora eventi simili che si sono verificati negli ultimi anni, il 10 febbraio 2022 per esempio, o l'11 febbraio 2014.
«Il fascino dell'Etna sta proprio nel suo essere un vulcano molto attivo - aggiunge Boris Behncke -. La prudenza, però, per chi lo osserva da vicino non è mai troppa».
E fortunatamente il flusso piroclastico, la più comune colata, si è riversata verso la Valle del Leone e poi la Valle del Bove, zone completamente desertiche.
E se il vulcanologo rassicura sui rischi (se però ci si affida a guide esperte) c'è chi invece, come il sindaco di Belpasso Carlo Caputo, punta il dito contro chi deve garantire la sicurezza.
«Perché è stato consentito portare turisti in quota? Ieri è stata solo fortuna, ma non si può contare sempre sul caso», commenta.
«Serve una forte presa di coscienza sui rischi e bisogna interdire il perimetro individuato dalla Protezione Civile, quando necessario. Non possiamo pensare solo al denaro».
Il sindaco chiede misure di sicurezza più incisive, specie nei giorni in cui c'è maggior numero di turisti sull'Etna: «Porterò io stesso la situazione all'attenzione del nuovo prefetto».
Le guide turistiche intanto si difendono: «Desideriamo rassicurare tutti coloro che sono stati con noi, e che lo saranno sull'attenzione e la responsabilità con cui operiamo ogni giorno sul vulcano», hanno scritto su Facebook le Guide vulcanologiche Etna Nord.
E ancora: «I nostri gruppi si trovavano a distanza di sicurezza, in punti ideali per osservare l'evento in tranquillità, sempre sotto la guida di personale esperto».
«Alcune immagini possono impressionare - aggiungono -, ma spesso la prospettiva inganna, e la reazione emotiva è naturale. Il nostro compito è proteggere e guidare con professionalità».
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