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L'incontro con Alda Merini le cambia la vita: Bia in Sicilia realizza il suo sogno (in versi)

"Io sono folle, folle d'amore per te". Quei versi sulla Smemoranda danno un nuovo corso alla storia della scrittrice che ci racconta come ha conosciuto la poetessa

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 12 aprile 2024

La scrittrice Bia Cusumano

Questa è la storia di una donna che dal titolo di una poesia trovata per caso si appassiona, si ritrova, compie una scelta di vita. «Dal retro della copertina di un quadernone "Smemoranda" scopro una poesia "Io sono folle, folle d'amore per te"». Così inizia a raccontarsi Bia Cusumano.

Quella poesia era di Alda Merini e da quel momento Bia si innamorerà perdutamente dell'arte di quella poetessa, di una donna che viveva uscendo fuori dagli schemi e da ogni sorta di pregiudizi.

«Quell'estate corro alla biblioteca di Tre Fontane per cercare tutte le poesie che sarei riuscita a trovare della grande Alda Merini» racconta così Bia Cusumano, 45 anni, originaria di Castelvetrano. Leggendola entra sempre più nell'animo di quell'artista, Alda Merini diviene una presenza costante nella sua vita. Bia Cusumano sente, quindi, delle forti affinità tra lei e quella poetessa.

Portando quelle poesie sempre con sè, sempre in testa, leggendole e rileggendole, a diciassette anni, quando stava per concludere il liceo, stava per delinearsi un sogno: «Papà, se un giorno conseguirò una laurea, voglio fare una tesi su Alda Merini», disse al padre.
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Ma non sarebbe stata una cosa facile, infatti Bia spiega: «Ai miei tempi le tesi venivano concesse solo sugli scrittori dell'800 e dei primi del '900. Inoltre, ancora non erano state consentite tesi su poeti ancora viventi» spiega Bia raccontando il suo percorso di Laurea in "Lettere moderne" presso la facoltà di Palermo.

Convincere quell'insegnante ad accettare una tesi sulla Merini, poetessa a quel tempo ancora vivente, fu molto impegnativo. «Gli portai un papellone di poesie della Merini che negli anni avevo letto, ma il professore voleva qualcosa di più, avrebbe accettato con una "tesi sperimentale". Così decisi di andare a Milano per incontrare Alda Merini personalmente» inizia a raccontare quell'incontro sognato Bia Cusumano.

«Tramite un amico di mio padre, docente presso l'Università di Urbino che aveva conosciuto Alda Merini, è stato possibile contattare il manager della poetessa» racconta.

Bia, così, un giorno, prende l'aereo per Milano, raggiunge l'abitazione della poetessa in zona "Navigli" ma quella volta Alda Merini non risponde. Bia riesce ad incontrare Alda Merini al secondo tentativo.

«Ero una bambina con la coppola che bussava alla porta di Alda Merini». Un sogno e un pensiero tenace cresciuto e fattosi vita nella mente di Bia Cusumano. Al citofono Alda Merini apostrofa: «Signorina, lei viene dalla Sicilia, si sbrighi, salga!» queste furono le parole della poetessa quando Bia Cusumano riuscì a trovarla in casa.

«Ricordo una casa in disordine e nelle pareti delle scritte da un rossetto rosso; la poetessa amava annotare i cellulari nelle pareti di casa in questo modo. Mi ha ricevuto da sola, indossava un twinset azzurro logoro e portava diverse collane vistose attorno al collo con delle pajettes color oro. Io avevo 24 anni e lei era un mito» continua con nostalgia Bia emozionata in un ricordo importante.

«Alda Merini mi ha raccontato della sua permanenza all'istituto psichiatrico e dell'amore per il primo marito Ettore Carniti che nonostante tutto aveva perdonato e che le aveva rubato le quattro figlie» racconta in maniera intensa Bia. Ma ecco che inizia l'incontro, le due donne sono "vis a vis". «Cosa mi ha portato dalla Sicilia?» è stata la prima domanda che la poetessa rivolse alla giovane studente siciliana.

Quel viaggio era stato un sogno, la speranza di una vita. Bia aveva portato con sé un vassoio di dolcetti di martorana. «Non appena li vide cominciò a spacchettare e mangiare quei dolcetti, era molto golosa» ricorda diveritita Bia Cusumano. «La poetessa volle ricambiare con un Cd di poesie, una sua foto e un'altra ce la siamo fatta insieme. È stata molto dolce e molto cara» ricorda teneramente Bia.

Il cuore della conversazione si fa vivo quando si parla di "sentimenti" «Alda Merini mi ha raccontato dei suoi amori e dell'amore segreto epistolare con Salvatore Quasimodo ostacolato dalla famiglia di quest'ultimo; un amore epistolare con grandi lettere d'amore», Bia ricorda con quanta cura la poetessa avesse difeso questo amore clandestino.

«Anche la rubata maternità fu una cosa che mi colpì molto, il fatto di non avere potuto vivere le sue quattro figlie» aggiunge. «I suoi occhi profondi e cerulei, la sua intelligenza e la sua ironia mi colpirono tanto. Era una donna estremamente ironica e divertente . Ricordava a memoria tutti i suoi versi di centinaia di poesie. A me piaceva tanto e tutt'ora continuo a difenderla anche quando oggi qualcuno pensa che la sua poesia possa risultare un pò scaduta».

Quell'artista anche se in maniera singolare ha voluto conservare la sua "femminilità" : «Si è lasciata immortalare nelle sue forme e nelle sue imperfezioni. Non ha mai censurato l'amore in tutte le sue forme dal marito agli svariati amanti.

Alda, inoltre, mi ha raccontato che spesso si recava in osteria, e barattava dei piatti di minestra calda per dei versi scritti ai ristoratori» afferma con grinta Bia Cusumano. Da questo incontro, finalmente nasce un valore aggiunto ad una tesi di letteratura contemporanea.

Trionfa la tenacia e la passione di una giovane siciliana. Il titolo della tesi è "Alda Merini la follia sacra di una poetessa del '900" nell'anno accademico 2003-2004, tesi premiata con lode. «La commissione si è alzata in piedi con applauso e commozione, Bia Cusumano ricorda così il suo sogno realizzato.

«Da quel momento ho ricevuto una sorta di "battesimo sacro", mi resta dentro la poesia, la forza di lottare contro i pregiudizi», parole di Bia. Nella vita di Bia arriva un momento in cui nasce il desiderio di comporre un vero inno alla "forza delle donne" attraverso un libro.

Bia Cusumano scrive "Trame tradite", il suo ultimo lavoro uscito nel 2023 ed edito da Navarra Editore. Trame tradite possiede un gioco profondo di sensi: "tra-me e tra-di-te" dove il centro della vita è la relazione.

«Dentro questo lavoro coesistono ventiquattro storie di donne che si raccontano con una malattia, il pregiudizio di essere folli, la maternità tradita, il narcisismo patologico, patologie. Giuliana, Giovanna, Gaia, e altre donne affermate, come insegnanti, scrittrici, giornaliste, sono tra le professioniste che riescono a rinascere nelle loro stesse macerie» spiega l'autrice.

Bia Cusumano sogna ancora, sogna di continuare a scrivere, come la sua ultima raccolta di poesie "Itaca Ebra" e tante altre poesie nel calderone del suo cuore.
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