ITINERARI E LUOGHI
La chiesa rupestre, due cascate e mille farfalle: sei in Sicilia in un angolo (da fiaba)
Passeggiare lungo i sentieri rocciosi rimanda primo impatto a una semplice escursione, ma in realtà ci si trova di fronte a un cammino pieno di sorprese

La cava san marco a Noto
Una moltitudine di ramificazioni si intrecciano verso l’alto; sono fibre naturali e polmoni di una flora che segue un corso selvaggio, incontaminato e ignoto.
Appare così il respiro complesso del fitto bosco in contrada San Marco. Un luogo, fra i più suggestivi degli Iblei, che verdeggia nel territorio di Noto.
Passeggiare lungo i sentieri rocciosi - custoditi da arbusti di querce, salici e pioppi - rimanda all'apparenza a una semplice escursione, ma in realtà ci si trova di fronte a un cammino pieno di sorprese per la vista.
Un esempio è Cava San Marco avvolta nel buio calcareo è una grotta carsica lunga circa 60 metri, il cui accesso è possibile solo strisciando. In questo modo si arriva a cavità sotterranee con camere. Una "casa naturale" con spazi differenti districati lungo un percorso che arriva a una camera finale.
Dopo flessioni per superare i passaggi stretti e dalle volte basse, senza escludere incontri ravvicinati con qualche pipistrello ospite, ci si imbatte poi in un tappeto smeraldo: un laghetto d’acqua limpida e cristallina chiamato Torrente San Marco.
Il fruscio del maggior affluente del fiume Manghisi orienta i visitatori, che lo attraversano in parte camminando e in parte nuotando, verso antichi resti.
Come quelli di una Chiesa rupestre e una cappella probabilmente risalenti al periodo dell'Alto medioevo, e testimoni della presenza di una comunità cristiana, quella dei monaci di San Marco.
La Chiesa è in parte inglobata a un’ampia grotta naturale, dove erano scavate le absidi delle tre navate. Di essa sono ancora visibili parti degli altari e tracce di affreschi anche se illeggibili.
Ciò che la rende unica è la presenza del battistero con piccola cappella rettangolare e volta a botte, unita alla chiesa da un atrio comune. Un angolo da fiaba, circondato da libellule e farfalle, dove il torrente si fa da parte e lascia la scena a due cascate.
L’acqua in questo angolo di paradiso diventa fonte per scaricare ansia e stress; e osservarla mentre si riversa in piccoli laghetti diventa un’esperienza di riappacificazione con madre natura.
Appare così il respiro complesso del fitto bosco in contrada San Marco. Un luogo, fra i più suggestivi degli Iblei, che verdeggia nel territorio di Noto.
Passeggiare lungo i sentieri rocciosi - custoditi da arbusti di querce, salici e pioppi - rimanda all'apparenza a una semplice escursione, ma in realtà ci si trova di fronte a un cammino pieno di sorprese per la vista.
Un esempio è Cava San Marco avvolta nel buio calcareo è una grotta carsica lunga circa 60 metri, il cui accesso è possibile solo strisciando. In questo modo si arriva a cavità sotterranee con camere. Una "casa naturale" con spazi differenti districati lungo un percorso che arriva a una camera finale.
Dopo flessioni per superare i passaggi stretti e dalle volte basse, senza escludere incontri ravvicinati con qualche pipistrello ospite, ci si imbatte poi in un tappeto smeraldo: un laghetto d’acqua limpida e cristallina chiamato Torrente San Marco.
Il fruscio del maggior affluente del fiume Manghisi orienta i visitatori, che lo attraversano in parte camminando e in parte nuotando, verso antichi resti.
Come quelli di una Chiesa rupestre e una cappella probabilmente risalenti al periodo dell'Alto medioevo, e testimoni della presenza di una comunità cristiana, quella dei monaci di San Marco.
La Chiesa è in parte inglobata a un’ampia grotta naturale, dove erano scavate le absidi delle tre navate. Di essa sono ancora visibili parti degli altari e tracce di affreschi anche se illeggibili.
Ciò che la rende unica è la presenza del battistero con piccola cappella rettangolare e volta a botte, unita alla chiesa da un atrio comune. Un angolo da fiaba, circondato da libellule e farfalle, dove il torrente si fa da parte e lascia la scena a due cascate.
L’acqua in questo angolo di paradiso diventa fonte per scaricare ansia e stress; e osservarla mentre si riversa in piccoli laghetti diventa un’esperienza di riappacificazione con madre natura.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
SCUOLA E UNIVERSITÀ
Studenti siciliani "asini", Crepet sulle prove Invalsi: "Ecco perché è colpa dei genitori"
-
SOCIAL E WEB
Vende la sua mega villa e si trasferisce in Sicilia: la "sfida" di Whoopi Goldberg