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La crisi dei grandi eventi: associazioni in campo per salvare la musica live in Sicilia

Pompeo Benincasa, presidente del Coordinamento Associazioni Musicali: «Rischiamo la perdita di un momento di aggregazione che ha segnato la storia dell’umanità»

  • 11 dicembre 2021

In conseguenza degli ultimi mesi in cui la pandemia ha fermato il settore artistico il Coordinamento Associazioni Musicali, realtà nata nel 2006 e che oggi ha molti aderenti, ha deciso di avanzare alcune richieste al governo regionale, poiché la nuova realtà dello streaming, e non solo, rischia di obliare la dimensione della musica dal vivo.

Il periodo di immobilità forzata ha palesato, infatti, le fragilità delle tutele del lavoro del mondo dello spettacolo e il crescente bisogno di rappresentanza ha spinto associazioni, sindacati, cooperative e movimenti spontanei a confrontarsi per avviare dei tavoli di lavoro che consentano un’indagine trasversale del settore al fine di migliorarlo e di risollevarlo dalle sorti in cui si trova adesso.

«La Sicilia, così come tutte le altre realtà anche a livello europeo - ci ha detto Pompeo Benincasa, presidente del Coordinamento - si trovano in un momento di stallo dovuto certo alla pandemia ma non solamente a nostro avviso.
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Le esibizioni dal vivo, con le giuste accortezze e il rispetto delle norme, possono ritornare ad essere programmate ma il settore soffre di attacchi, a mio avviso, dettati dagli interessi delle grandi multinazionali soprattutto americane che puntano alla realizzazione di eventi, anche molto grandi, ma in modalità streaming, con conseguente condanna a morte della musica dal vivo».

Dati alla mano, secondo quanto ci ha detto Benincasa, gli stessi indici ISTAT diffusi recentemente in merito all’incremento dei lavori che riconducono alla ridotta socialità (ad esempio i riders che consegnano cibo a domicilio) testimoniano come la gente si stia abituando alla fruizione di ogni attività all’interno delle mura domestiche a discapito del mantenimento dei rapporti sociali.

«Lo streaming nella musica anche nei grandi concerti rappresenta la vittoria dell’annientamento dei rapporti sociali e la sconfitta della musica dal vivo. Ci troviamo in un momento storico in cui veramente rischiamo la perdita di un momento di aggregazione che da sempre ha segnato la storia dell’umanità.

Per questo insieme agli altri enti che fanno parte del Coordinamento abbiamo deciso di incontrarci per discutere del futuro della musica dal vivo presentando, a breve, le nostre istanze al governo regionale che, non ultimo, a nostro avviso ci ha bistrattato.

Dati alla mano al momento, a fronte delle somme già devolute, finora tantissime migliaia di euro sono state destinate, anche giustamente, a scuole di danza o enti di intrattenimento come Etnaland mentre per le associazioni musicale regionali, che sono circa 47, solo briciole a confronto.

Per questo motivo abbiamo sentito l’urgenza di definire alcuni punti salienti che formalizzeremo al governo regionale».

Nella fattispecie «è stata lanciata una raccolta firme - aggiunge Benincasa - su una piattaforma digitale per permettere la sottoscrizione a tutti i rappresentanti del settore del programma che verrà definito a breve e che punta alla ripartenza ma contestualmente anche alla stabilizzazione degli operatori, ad ampio raggio, nell’ambito musicale e dello spettacolo.

In particolare, tra gli altri punti, nel tavolo di confronto si discuterà della creazione di un fondo regionale di circa 250.000,00 euro per il sostegno dei concerti di artisti siciliani nel territorio nazionale e all’estero.

«Vogliamo salvare la realtà della musica dal vivo e vogliamo condividere questo momento con tutti perché anche gli addetti ai lavori vengano messi al corrente della situazione attuale e di quanto il futuro potrebbe essere incerto e soprattutto cambiare delineandosi più sul versante virtuale che sulla musica vissuta dal vivo».
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