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La maestosità della Natura che diventa mito e leggenda: la storia dell'Orecchio di Dioniso

Tante le leggende legate a questo misterioso e antichissimo luogo: dalla tirannia di Dioniso alle idee di Caravaggio, ecco perché è straordinario visitarle la grotta a Siracusa

  • 23 aprile 2018

L'Orecchio di Dioniso a Siracusa

La storia siracusana è un insieme di racconti, miti e leggende che ogni anno porta tantissimi turisti ad avventurarsi in questa provincia siciliana.

Tra le tante meraviglie, Siracusa nasconde un tesoro dalla storia assai curiosa: all’interno del parco archeologico della Neapolis, area naturale ricca di reperti archeologici di varie epoche storiche, e più precisamente nell’antica cava di pietra chiamata “Latomia del paradiso”, si mostra in tutta la sua bellezza l’Orecchio di Dioniso, una grotta dalla storia misteriosa.

Posizionata sotto il Teatro greco siracusano, l’Orecchio di Dioniso attrae turisti da ogni parte del mondo, grazie alle curiose storie che ci girano intorno. La grotta, alta 23 metri circa, larga dai 5 agli 11 metri con una profondità di circa 65 metri, presenta una forma particolare a “S” che rende lo spazio ottimo per l'amplificazione acustica dei suoni.

Questo andamento a S è causato dalla presenza di un antico acquedotto che si trova nella parte superiore della grotta. Da qui, nel corso del tempo, i costruttori hanno iniziato a scavare verso il basso, arrivando a ottenere per caso l’attuale forma.
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Secondo la leggenda l’Orecchio di Dionisio viene "battezzato" da Caravaggio nel 1608 quando il pittore, in viaggio assieme allo storico Vincenzo Mirabella, notò una certa somiglianza della forma della grotta con quella dell’orecchio umano.

Nella scelta del nome si trova senza dubbio un riferimento alla tradizione orale (e scritta) siciliana secondo cui il tiranno Dioniso fece scavare una grotta dove rinchiudeva i prigionieri per ascoltare di nascosto i loro discorsi.

In realtà, non è una vera e propria leggenda: la grotta possiede davvero caratteristiche acustiche che permettono di amplificare i suoni fino a 16 volte e di ascoltare, dal piano del Teatro, anche chi parla sottovoce.

Su Dioniso il filosofo Eliano racconta che il tiranno avrebbe rinchiuso nella grotta il poeta Filosseno con la colpa di non aver apprezzato le sue opere letterarie e, infine, in questa grotta il poeta avrebbe composto la sua celebre opera "Il ciclope".

Ma la storia della perfidia di Dionisio non è la sola ad alimentare l’aria misteriosa intorno alla grotta: alcuni racconti, infatti, affermano che l’Orecchio di Dionisio veniva utilizzato, grazie alla perfetta acustica, come cassa di risonanza per produrre effetti sonori utili alle rappresentazioni del teatro greco adiacente.

E non è tutto: alla grotta gli storici collegano anche la figura del filosofo greco Platone che fu uno dei prigionieri del tiranno Dionisio. e che, forse qualcuno la ricorda, scrisse nella sua opera “La Repubblica” il famoso mito della caverna. Secondo alcuni la caverna sarebbe proprio questa.

Reali o meno, queste storie alimentano lo splendore di un luogo che saprebbe anche raccontarsi da solo grazie alla maestosità dei suoi spazi e a quel pizzico di mito storico.

La grotta è visitabile tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (con chiusura delle biglietterie alle 18), con un biglietto di ingresso di 10 euro intero o 5 euro ridotto). Per i più appassionati, è possibile scoprire le bellezze storiche e artistiche del parco archeologico affidandosi alle tante guide turistiche presenti sul luogo.
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