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Al Garibaldi Roberta Torre in "Insanamente Riccardo"

"Insanamente Riccardo III" di Roberta Torre, porta in scena al teatro Garibaldi Aperto il sottile confine tra follia e ragione, in un turbinio d'emozioni

  • 4 giugno 2013

"Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano", diceva Samuel Beckett. E forse è proprio questo il senso dell'opera teatrale di Roberta Torre che approda mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle ore 20.30 sul palcoscenico del teatro Garibaldi Aperto. “Insanamente Riccardo III”, realizzato dal Teatro della Torre in collaborazione con l'associazione StupendaMente, è l'espressione della "normalità dell'anormalità". Nato dall'incontro della regista con la psichiatria, vede entrare in scena ventiquattro fra attori professionisti e pazienti psichiatrici, in un dramma sempre attuale.

Questo secondo studio di un'opera corale porta sulla scena il grande teatro, ma in modo nuovo. Ci si siede pensando al dramma di Shakespeare, alla tribolazione e capitolazione di un re. Ma non passa molto tempo prima che ci sia accorga che la storia non è la stessa. Che si tratti in realtà di una rappresentazione colma di emozioni forti, speciali.

Così, il dramma di Shakespeare diviene una base, un foglio che accoglie le elaborazioni del personaggio, partendo da quello del terribile re, che subisce una vera e propria trasfigurazione morale, che sfiora il grottesco rimanendo in bilico sul sottile filo che separa il sano dall'insano.

Lo spettacolo possiede una forza espressiva da cui la stessa regista è rimasta rapita: «Ho lavorato con i pazienti psichiatrici esattamente come lavoro con gli attori - ha dichiarato - non ho avuto nessun metodo diverso. Ho chiesto loro di usare i loro corpi e le loro emozioni e sono rimasta spesso sconvolta dalla potenza che ho ricevuto dalle loro azioni e dal loro mettersi in scena»

E seguendoli, questi corpi, si viaggia all'interno di un tornado emotivo, perfetta metafora della più travolgente follia, tra le coreografie studiate ad hoc da Giuseppe Muscarello e il violoncello ipnotidco di Enrico Melozzi, compositore e musicista collaboratore di Giovanni Sollima.

La distinzione tra ciò che è reale e ciò che è irreale, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra ciò che è normale e ciò che non lo è, finisce per attenuarsi, per sbiadire. Per cedere. Così come dovrebbe accadere per le barriere che ancora separano il diverso della cultura. Il prezzo del biglietto è di 5 euro, acquistabile al botteghino del teatro. Per tutte le informazioni è possibile chiamare il numero 091.6118246.

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