Attualità e inattualità secondo Adorno
A qualche anno di distanza dal centenario della sua nascita si torna a parlare di Adorno. O per meglio dire, del filosofo tedesco Theodor Wiesengrund Adorno (1901-1969), esponente fra i più significativi della Scuola di Francoforte, nata intorno agli anni Venti e passata alla storia col nome di “Teoria critica della società”, pur nelle varianti apportate dai diversi pensatori che vi fecero parte. Adorno ad esempio si distinse soprattutto per la sua “Dialettica negativa”, ossia per quel tipo di dialettica (ragazzi, urge rispolverare un buon libro di filosofia, e rileggere quell’incubo - gli egregi prof. non me ne vogliano a male - di Hegel) che nega l’identità tra realtà e pensiero e che scardina, quindi, le pretese della filosofia di afferrare la totalità del reale, di rivelarne il “senso” nascosto e profondo. Così ragionando, Adorno prese a demolire acerbamente anche la cultura del tempo.
Critiche infatti fioccarono per le correnti dell’Idealismo, del Neokantismo, del Neopositivismo, per la Fenomenologia di Husserl, l’Esistenzialismo di Heidegger, il Positivismo. Insomma, pensatore severo il nostro Adorno. A motivo di ciò, ha conservato nel tempo consensi non unanimi: c’è chi lo ritiene uno dei più grandi filosofi del Nocevento, chi invece pensa sia ormai tramontato. Di questo e di altro (il francofortese fu un uomo eclettico, si occupò anche di musica, sociologia, letteratura, arte, politica; qual’è, quindi, la vera ‘eredità’ che ci ha tramandato?) si parlerà al convegno nazionale promosso dal Comune di Palermo “Fuori tiro: attualità e inattualità del pensiero di Adorno”, organizzato a Palazzo Steri a Palermo, venerdì 24 e sabato 25 settembre. Diversi saranno i relatori (anche stranieri), esperti critici letterari, filosofi e musicologi che interverranno alla tavola rotonda. Si prevede un incontro fervido ed interessante.
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