Colesterolo "cattivo": anche l'Ospedale di Palermo dietro il nuovo farmaco
È stata presentata ed è già in commercio in Italia la molecola che abbassa il livello del colesterolo: uno studio a cui ha partecipato l'Ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo
Una molecola innovativa e rivoluzionaria che combatte il colesterolo "cattivo": si chiama Evolocumab, un anticorpo monoclonale che regola il livello del colestetolo LDL, nato da uno studio clinico a cui ha partecipato l’azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo.
È entusiasta la dottoressa Marina Floresta, principal investigator e responsabile dello studio insieme all’unità di Cardiologia diretta da Nicola Sanfilippo, quando spiega che l’utilizzo della molecola in numerosi casi clinici ha ridotto il colesterolo cattivo del 59%. Una percentuale considerevole che conferma come lo studio clinico "Fourier" durato tre anni e inserito nel "Proficio Clinical Program", abbia dato alla luce una scoperta di non poca importanza.
I risultati sono stati resi noti il 17 marzo durante il congresso annuale dell'American College of Cardiology a Washington e lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista "New Englang journal of medicine".
Per questo si parla di una molecola rivoluzionaria: il "Repatha", nome commerciale del farmaco già in commercio in Italia, non soltanto abbassa notevolmente i livelli del colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) ma, come diretta conseguenza, riduce l’insorgenza di malattie ed eventi cardiovascolari come infarto del miocardio o ictus.
Considerazioni che provengono dai 23 trials clinici con il coinvolgimento di 35 mila pazienti. «Così l’Evolocumab e il farmaco Repatha - spiega la dottoressa Marina Floresta - costituiscono oggi una nuova arma che il medico e i sanitari hanno nel tentativo di ridurre il livello del colesterolo Ldl e il rischio di mortalità ad esso correlato».
Una molecola che va ad aggiungersi ad altri farmaci e a terapie come quella con le Statine, unico farmaco fino a ora utilizzato che cercava di combattere i livelli alti di colesterolo ma in questa percentuale di riduzione.
«Prima del "Fourier" – conclude la dottoressa – al Congresso dell'American Heart Association di novembre è stato presentato un altro studio, "Glagov", che utilizzava la stessa molecola e che ha dimostrato una riduzione della placca aterosclerotica che interviene significativamente nella riduzione della malattia coronarica o di una malattia vascolare cerebrale. Questo si correla con i risultati dello studio "Fourier" a dimostrazione del fatto che gli eventi cardiovascolari sono ridotti».
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