Il tributo di Roberto Gatto al Miles Davis Quintet
Il primo, Dado Moroni, fra le nuove leve è il pianista jazz più richiesto in Europa ed America per la sua tecnica cristallina, Flavio Boltro, sicuramente uno dei trombettisti più interessanti della scena europea, noto anche ai frequentatori di sale cinematografiche perché sua è l’intensa tromba di parte della colonna sonora del film di Pupi Avati "Ma quando arrivano le ragazze?" (sebbene nella scena iniziale del "Concerto in Mi maggiore per tromba e orchestra" di Johan Nepomuk Hummel il solista sia Andrea Dell’Ira; senza contare che lo stesso Gatto suona nel medesimo "score"), Daniele Scannapieco, sassofonista tra i più apprezzati della sua generazione, contitolare insieme a Fabrizio Bosso di un altro importante giovane quintetto, e Rosario Bonaccorso, corda vibrante di moltissime formazioni nazionali e non (da Stefano Di Battista a Dalla, da Enrico Rava a Gino Paoli). Dulcis in fundo, il Gatto capitolino del jazz: debutto nel ’75 con il Trio di Roma a fianco di Danilo Rea (piano) ed Enzo Pietropaoli (contrabbasso), collabora in seguito con autorevoli jazzmen quali Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nistico, Michael Brecker, Tony Scott, Joe Lovano, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangelrsdof, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, Mal Waldron, Ben Sidran, John Scofield, John Abercrombie, Didier Lockwood, Bobby Hutcherson, Richard Galliano, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Pat Metheny, e, fra gli italiani, Maurizio Giammarco, Massimo Urbani, Enrico Pieranunzi, Franco D'Andrea, Enrico Rava, Paolo Fresu, aggiungendo il calore tipico della "terranea" ritmica della cultura mediterranea.
Svariati i cd al suo attivo - fra cui segnaliamo "Notes" (feat. M.Brecker), "Ask" (feat. J.Scofield), "Luna", "Jungle Three", "Improvvisi", "L'Avventura", "7#", "Sing Sing Sing", "Roberto Gatto plays Rugantino" – nonché I commenti musicali da lui composti per il cinema ("Verso Sera", "Il grande cocomero" e "Mignon è partita" che gli valse ben cinque "David di Donatello"). Un "manipolo" di professionisti, dunque, che costituisce un gruppo di grande impatto, quello giusto per dare conferma della continua ed instancabile "ricerca sonora" di Gatto. Un appuntamento che si preannuncia di alta levatura musicale e davvero stimolante, sicuramente da non perdere, ma non solo per gli appassionati del jazz, bensì per tutti gli amanti della buona musica, al di là di generi, stili ed etichette.
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