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Ingroia: "Mafia astenuta al voto. Aspetta i patti"

Alle regionali su 7.050 detenuti nelle carceri siciliane hanno votato solo in 46. A Palermo su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale

  • 2 novembre 2012

L’astensionismo è stato il vero vincitore delle elezioni regionali, raggiungendo per per la prima volta in Sicilia il tasso del 53%. A questo dato, già di per sè significativo, bisogna aggiungerne un altro, che non passa inosservato: anche i mafiosi detenuti non avrebbero usato il loro diritto di voto. In passato, la mafia ha sempre votato per il proprio candidato, che nella maggior parte dei casi risultava essere votato all'unanimità, dello stesso partito.

Il settimanale l’Espresso, con un articolo del giornalista Lirio Abbate, conferma che su 7.050 detenuti nelle carceri siciliane hanno votato solo in 46 e si tratta di carcerati "comuni" e non di mafia. All’istituto Pagliarelli di Palermo dove si trovano rinchiusi i mafiosi, su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale. Stessa cosa a Catania, Agrigento e Caltanissetta. Perchè la mafia non sarebbe andata a votare?

Per Antonio Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo, ai microfoni della Tgr Sicilia, è evidente che «la mafia non ha investito in nessun candidato che ha vinto. C'è un'astensione molto alta ed è probabile che la mafia abbia preferito in questo momento stare alla finestra in attesa di vedere se riesce a stringere nuovi patti».

Ingroia si è soffermato anche sulla sua partenza per il Guatemala: «È tutto pronto per il Guatemala. Sono quasi sulla scaletta dell'aereo. Sono occupato negli ultimi provvedimenti. - prosegue il procuratore aggiunto di Palermo - Lavorerò fino all'ultimo minuto e lunedì penso che chiuderò i battenti di un'esperienza giudiziaria importante che ha impegnato vent'anni della mia vita professionale. Si va in Guatemala per un impegno internazionale importante che ritengo in continuità con il mio impegno in Italia. Solo un arrivederci, non certo un addio».

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