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La "palermitanità" oltre ogni buonsenso

  • 2 maggio 2006

Palermo-Toni è finita con il risultato sperato. Nessun lapsus ma soltanto una pura constatazione della reale forza di una squadra, la Fiorentina, che basa essenzialmente sull’ex-centravanti rosa le proprie fortune. Ben poca cosa la squadra di Prandelli rispetto alla Roma vista all’opera al Barbera quindici giorni prima, e c’è da mangiarsi le mani pensando che un errore di valutazione tecnica sia costato al Palermo almeno 3-4 posizioni di classifica: immaginiamo almeno 20 gol realizzati da Toni in maglia rosa ed oggi il Palermo farebbe i conti con la zona Champions piuttosto che pensare allo spareggio Intertoto di metà luglio. Ma di Toni si è parlato abbastanza e, trattandosi di ex , meglio voltare pagina e ricordare le sue prodezze in maglia rosa nei due anni che hanno visto decollare una squadra dalla B alla Coppa Uefa.

Il campionato è terminato ed i 25 mila abbonati, almeno in questo campionato, hanno potuto assistere a partite vere e non a delle farse come furono gli ultimi turni del torneo scorso. Ci stupisce a tal proposito una dichiarazione di Toni che ironizzava su Papadopulo, reo di aver esultato in maniera eccessiva “augurando” al tecnico toscano il raggiungimento di chissà quale traguardo. Si aspettava i tre punti serviti su di un vassoio d’argento per poter raggiungere la zona Champions? Si aspettava un “omaggio” dalla sua ex squadra ormai tagliata fuori da tutti i traguardi stagionali? Rispondiamo a Toni ed a quella parte di pubblico che a volte spera e crede (ed in parte a ragion veduta) che i calcoli debbano prevalere sugli ardori agonistici: ma stiamo ancora parlando di sport o di meschini interessi di bottega? Ed il rispetto per gli sportivi che assiepano le tribune pagando un regolare biglietto, dove sta?

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Questa settimana mi hanno colpito due frasi ed ho voglia di analizzarle. La prima frase è di un tifoso che, presente alla finale di Coppa Italia di Napoli contro la Juventus, recita così “non ti lasciare impressionare dalla gente che ha sposato i colori rosanero... Tanti lo fanno per moda ma nell’animo sono juventini, milanisti ed interisti ed il Palermo sta per diventare un peso”.
La seconda frase è “a Zamparini interessa solo il denaro e come si vinniu Toni si venderà tutti, vedrai”. Due frasi che mi hanno fatto riflettere tanto e che per certi versi sembrano domanda e risposta l’una dell’altra. In realtà ho capito che il popolo palermitano ha poca stima di se stesso. Si gonfia il petto con le parole ma con i fatti fa poco o nulla, ama la sincerità ma ammira chi sa prendere in giro, si sente libero ma ostenta subordinazione verso chi comanda, si lascia ammaliare dagli imbonitori e diffida da chi produce fatti. E’ così in tutto ed il calcio non poteva essere esente.

Per anni ha permesso che la società rosa fosse retta da personaggi mediocri ed ha accettato in silenzio amarezze sportive senza fiatare e l’unico modo per evadere è stato il rifugiarsi nel potere rappresentato da Milan, Juve ed Inter; da quattro anni ha la possibilità di gridare (calcisticamente parlando) a tutta Italia “ci siamo anche noi” e cosa succede? E’ preso dal “sospetto” che un imprenditore stia realmente mantenendo le promesse e non se lo sa spiegare… Un misto d’invidia e di rabbia lo prende facendolo diventare ipercritico nei confronti dei colori calcistici rappresentativi della sua città . Ed allora non conta ciò che siamo ma quello che potremmo essere e, secondo questo ragionamento, si impreca contro la cessione di Toni piuttosto che rallegrarsi di avere in pugno una squadra con 8-9 nazionali e di aver trovato una società sana e dal bilancio in attivo.

Adesso la rabbia la provo io che scrivo, perché mi sento diverso da quelli che sono delusi da questo Palermo. E’ vero abbiamo ceduto un grosso centravanti ma quale società non ha mai commesso errori? Cosa avrebbe dovuto fare Moggi che per poche lire cedette un giovanissimo Henry che oggi è uno degli attaccanti più forti del mondo? Smettiamola di vestire i panni dei pessimisti cosmici quando si parla di faccende che riguardano la nostra città e la nostra squadra di calcio e rallegriamoci al pensiero che il prossimo anno disputeremo un altro campionato di A e che la squadra avrà dei rinforzi in grado di contendere il quarto posto ad avversarie titolate del nostro campionato. Dopo questa giornata una squadra siciliana ha abbandonato la massima serie e, aldilà del campanilismo, ne siamo dispiaciuti: avreste preferito questa fine? Credo e spero di no.

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