SPORT
Piccoli contro una piccola
Chi si accontenta gode! Peccato che Guidolin, nella partita contro gli orobici, non abbia fatto suo questo detto. Eh sì, il tecnico di Castelfranco Veneto, per un eccesso di presunzione o di incondizionata fiducia nei propri ragazzi, ha perso l’occasione, contro una squadra che dimostrava chiaramente di correre a velocità doppia rispetto al Palermo, di accontentarsi del punticino. Com’è possibile, come a gran voce si sono chiesti i ventimila del Barbera, che l’opportunità di rinforzare l’argine di centrocampo con l’ingresso di Guana ad inizio ripresa, non sia passato per la testa al navigato e bravo tecnico veneto?
Resta l’amara delusione di una sconfitta che rende merito agli avversari, apparsi più tonici e brillanti sul piano atletico. Abbiamo dinanzi gli occhi il comportamento di Don Fabio Capello quando, in analoghe situazioni, non esitava minimamente a ricorrere ad una melina ragionata rinforzando la linea mediana. Ormai è passata e si guarda alle prossime partite. Resta il rammarico di non giocare la partita di San Siro contro il Milan da capolista. Resta l’amaro in bocca di non poter scrivere un’altra meravigliosa pagina di storia calcistica rosanero aggiungendo un record da sogno se si pensa alla recente storia della squadra.
Pancalli & Matarrese dovranno semplicemente inventarsi una regola che svantaggi pochi ed accontenti tutti, uniformando il campionato italiano agli standard europei per numero di squadre. Aggiungiamo una piccola polemica nei confronti della nazionale. Ha ragione Zamparini nel protestare di fronte a convocazioni tanto per “far numero”. Che senso ha portarsi dietro 24 giocatori per utilizzarne 17 al massimo? E nella fattispecie che senso ha privare il Palermo della coppia di difensori centrali per renderli spettatori, relegandoli in entrambe le partite della nazionale in tribuna? Infine, ancora una nota polemica: ma davvero il pubblico del Barbera era degno di una capolista in A? Sembrava stessimo assistendo ad una partita di B per la mancanza di trasporto dimostrata dalla città. Un po’ di maturità ed una passione diversa avrebbero riempito lo stadio di colori e calore. La parola d’ordine è far tesoro degli errori e ripartire di slancio sia in Europa che in campionato nella “Scala” del calcio.
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