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Squadra Catturandi smantellata: la petizione

La squadra di "agenti con il passamontagna", simbolo della lotta alla mafia, è stata smantellata: una raccolta di firme cerca di salvare la Catturandi

Balarm
La redazione
  • 18 dicembre 2012

“Pare che la mafia sia già stata sconfitta". Dunque tutti a casa. Ironia amara quella della Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) che punta il dito contro la questura palermitana e dichiara, oltre che lo stato di agitazione, anche l’assoluta contrarietà a una delle decisioni – sebben lecita - più impopolari della giustizia italiana. La Catturandi di Palermo, squadra degli “agenti con il passamontagna”, simbolo della lotta alla mafia, che ha contribuito a stanare e mettere le manette a pericolosi latitanti del calibro di Giovanni Brusca, Giovanni Nicchi, Benedetto Spera, Domenico Raccuglia e Pietro Aglieri, sta per essere smantellata.

Il Questore di Palermo ha iniziato il trasferimento dei poliziotti aggregandoli in altre sezioni. Il motivo? È la risposta ultimamente più gettonata applicabile indistintamente a quasi tutte domande: colpa della crisi. La ragione dello smantellamento starebbe infatti, nella costatazione che tutti i grandi boss sono stati catturati – fatta eccezione di Matteo Messina Denaro – e le risorse “sprecate” per continuare a mantenere in vita la Catturandi a Palermo, potrebbero essere indirizzate altrove, dove c’è maggior bisogno.

Vittima della politica dei tagli il mito di quegli uomini incappucciati, costretti per motivi di sicurezza a mantenere l’anonimato, acclamati come eroi dai cittadini che, alla notizia di ogni arresto, si recano a festeggiare di volta in volta ogni piccolo pezzetto di “liberazione” ottenuta. Alle mitologiche operazioni di cattura e alla vita degli uomini della Catturandi, Balarm ha dedicato uno speciale spazio, con l’inedita intervista a I.M.D. - agente di 36 anni rimasto anonimo per tutelare la sua incolumità – contenuta in Balarm Magazine #24.

Le reazioni alla notizia e le manifestazioni di solidarietà al reparto speciale della polizia sono state immediate, ed è subito partita la petizione popolare on line per salvare la sezione specializzata alla caccia dei latitanti di Cosa nostra. «Non vogliamo spiegazioni, non vogliamo giustificazioni, non vogliamo scuse, vogliamo il ripristino immediato della Catturandi. Non ci sono alternative» dice Salvatore Como, segretario generale del Sindacato italiano appartenenti polizia (Siap).

«Prenderne anche uno e metterlo in un’altra sezione, significa privarlo del suo valore aggiunto, della sua specificità. Disperdere questo patrimonio di professionalità è privo di senso. Solo tutti assieme possono fare la differenza rendere la Catturandi una “macchina perfetta. Ognuno di loro - un organico che conta circa una cinquantina di agenti tra i 25 e i 45 anni, ndr - rappresenta la felice risposta dello Stato alle stragi, il cui ricordo brucia ancora sulla pelle dei cittadini onesti. Noi non vogliamo, non possiamo dimenticare, lo dobbiamo a tutti i nostri caduti, ai sacrifici, alle amarezze e anche alle delusioni che abbiamo avuto negli anni».

Per gli agenti la decisione rappresenta "un insulto": si teme che passi l’idea, nella società civile, che la lotta alla mafia si riduca ad essere una semplice cattura di boss. «Significherebbe dire d che non abbiamo capito nulla: la repressione non basta, è necessario un lavoro culturale quotidiano».

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