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teaAtroZeta, l'operaio che diventa poeta

  • 28 novembre 2005

Nei tempi confusi nei quali viviamo, pieni di reality e fiction che vorrebbero impegnare del tutto (e, ahimé, sappiamo del successo che certe trasmissioni riscuotono) le capacità analitiche e intellettive (ebbene sì, ci riescono!) della gente, fa piacere riferire di esperienze artistiche nelle quali l’arte si fonde con l’impegno sociale. Uno spettacolo teatrale, infatti, all’insegna del teatro per il sociale, è quello presentato dalla compagnia teaAtroZeta di Termini Imerese, l’1 dicembre alle ore 21.30, al cineteatro Eden di Termini (largo Eden 1), dal titolo “Il mio nome è Carducci e lavoravo in Fiat” di Piero Macaluso (con Marco Catanese, scenografia di Maria Macaluso, realizzazione a cura della Ditta Arrigo, musiche originali di Roberto Peroverde, suono e luci di Sergio Monachello, aiuto regia di Valentina Sauro, regia teatrale e montaggio video di Piero Macaluso). Lo spettacolo debutta nell’ambito della manifestazione “Fiat e Territorio” organizzata con l’Associazione Culturale “Il sogno e la rosa”, il coordinamento donne e le organizzazioni sindacali Fim – Cisl, Fiom – Cgil, Uilm – Uil di Termini Imerese. Il lavoro, che rientra nella tipologia delle attività svolte dalla compagnia interessata anche al recupero della funzione sociale del teatro, rappresenta una sorta di teatro – documento sul lavoro in fabbrica e in particolare sullo stabilimento della Fiat di Termini Imerese. Il monologo dell’operaio protagonista dello spettacolo, nel quale si racconta della sua trasformazione da operaio a poeta, diventando così cantore della condizione operaia, a seguito dei successivi cambiamenti nelle condizioni di lavoro della fabbrica, s’intreccia ad alcune interviste video ad operai ed ex operai Fiat. In questo modo il racconto diventa la storia di tutto un territorio abitato da uomini che hanno legato il loro destino al destino di una fabbrica che ha segnato fortemente l’economia locale.

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Come dentro un cervello, ripiegato nei suoi pensieri, Giosuè Carducci, omonimo del grande poeta, idraulico per vocazione e necessità ed operaio Fiat in mobilità, ma mai effettivamente mobilitato, riflette ad alta voce su come è entrato in fabbrica, sul rapporto personale con il lavoro e i suoi aspetti alienanti, sul luogo di lavoro e sulle lotte sindacali che non lo hanno mai coinvolto veramente, ma anche sull’incontro con la poesia che gli ha aperto un mondo di nuove sensibilità e consapevolezze verso un’altra idea di vita, di lavoro, dove possa essere possibile anche una qualità migliore dell’uso del proprio tempo. Ma i ritmi imposti dalla società sono altri, e logorìo fisico e psicologico e abbrutimento sociale ne sono le conseguenze. Scontri sociali che hanno segnato vite, fatti di corpi e di volti. L’assunzione, le problematiche del lavoro, le lotte sindacali, i licenziamenti e il futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese: queste le verità raccontate da voci e volti, vite vere le cui esperienze reali confondono la realtà e la finzione. L’autore e regista, Piero Macaluso, vive e lavora a Termini Imerese. Qui per anni ha visto e condiviso la sofferenza e la rabbia di chi lottava prima per il miglioramento e poi per la difesa del proprio posto di lavoro. La compagnia teAtroZeta da lui diretta, nata nel 2000 con la collaborazione del Teatro Sottosopra di Roma, propone nuove forme teatrali esplorando comunicative innovative, ricerche e progetti con collaborazioni artistiche, sperimentando nuovi linguaggi letterari. La ricerca del teAtroZeta pone al centro l’attore, il dialogo con lo spettatore, il gesto, il segno e vede il teatro anche come ritorno all’impegno sociale. Dal 2000 ad oggi ha progettato e realizzato diversi spettacoli, impegnandosi anche su tematiche sociali e nel teatro per ragazzi. Fra le iniziative del 2005 della compagnia, ricordiamo inoltre una rassegna di teatro contemporaneo, “Artaudiana” (prevista anche per il 2006), e una rassegna di teatro per ragazzi, “La città di Lucignolo”, entrambe svoltesi a Termini Imerese, la prima nel corso dei mesi invernali, la seconda in estate.

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