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Tesori naturali: il luogo da fiaba sconosciuto in Sicilia tra cascate, boschi e caprioli

Per arrivare si supera Galati, in provincia di Messina, e si lascia l'auto: a piedi si prosegue su una mulattiera che si immerge in una valle silenziosa e incantata

  • 29 agosto 2017

La cascata del Catafurco

Se siete alla ricerca di angoli insoliti della Sicilia, ce n’è uno tutto da scoprire. In provincia di Messina, nel territorio di Galati Mamertino, custodita come un tesoro prezioso tra valli scoscese e macchia mediterranea, si trova una delle cascate più belle della nostra isola.

È la cascata del Catafurco, uno splendido balzo d’acqua di circa 30 metri di altezza, situato lungo il corso di un affluente del torrente San Basilio. Per accedervi bisogna superare l’abitato di Galati e lasciare la macchina qualche chilometro dopo la frazione di San Basilio.

Da qui, a piedi, si prosegue su una comoda mulattiera che, allontanandosi dal traffico e dal rumore dei centri abitati, si immerge in una valle silenziosa, stretta tra pareti strapiombanti e puntellata di antichi pagghiari.

Dopo qualche chilometro, una deviazione porta ad un ripido sentiero che si stringe tra la parete e il fondovalle. Lentamente il rombo dell’acqua cresce di volume finché, dispiegatesi le ultime quinte rocciose, appare la cascata. Il salto, creato dall’azione tettonica di faglie locali, è incastonato tra enormi pareti di roccia che si aprono a ventaglio, mentre alla sua base un’ampia piscina naturale raccoglie le acque di caduta.
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Si tratta di una "marmitta dei giganti", una depressione sub-circolare formata dall’azione erosiva dei clasti trasportati dal fiume, che erodono progressivamente piccole cavità in cui restano intrappolati.

L’abbondanza di acqua contribuisce alla formazione di un’ambiente particolarmente umido dove crescono muschi e capelvenere (Adiantum capillus-veneris). Nelle vicinanze, lungo il corso del torrente, è inoltre possibile ammirare fioriture di petagna (Petagnea gussonei), una pianta perenne, rizomatosa ed essenza relitta dell’antica flora terziaria.

Questa specie costituisce un autentico gioiello botanico per il Parco dei Nebrodi: gli unici esemplari esistenti al mondo vegetano proprio in questa valle e in pochissime altre località del messinese, motivo per cui la pianta è stata inserita dalla IUCN nella lista delle 50 specie botaniche a rischio estinzione dell’area mediterranea.

L’area di Galati è inoltre porta d’accesso preferenziale ai famosi boschi del Parco dei Nebrodi: poco più a sud della cascata, i pascoli e la macchia mediterranea cedono il passo ai cerri e ai faggi. Seguendo carrozzabili e trazzere da Galati, si supera Portella La Lastra per raggiungere i ruderi del Casotto di Don Custodio.

Da qui ha inizio la faggeta di Contrada Dagara, che ammanta Pizzo Scavello (1506 metri) congiungendosi a ovest senza soluzione di continuità con l’enorme bosco di Mangalaviti, una delle faggete più belle d’Italia. Proprio i grandi boschi fanno dei Nebrodi testimonianza di una Sicilia che non c’è più.

Il nome stesso di questa lunga teoria di monti deriverebbe dal greco "nebrós" che significa cerbiatto, nel ricordo di una ricchezza faunistica ormai scomparsa ma che si sta cercando di recuperare.

Il ripristino dell’equilibrio ambientale è uno degli obiettivi del Parco e parte proprio dal territorio di Galati. In contrada Miserella è possibile visitare un’area perimetrata dove, dal 2001, vivono in semicattività diversi esemplari di capriolo (Capreolus capreolus), ungulato di medie dimensioni che si è estinto in Sicilia alla fine dell’Ottocento a causa di un eccessivo bracconaggio.

Gli animali sono stati trasferiti qui da altri parchi e vengono tenuti in osservazione per motivi di studio. I dati raccolti serviranno a giudicare quando e come iniziare la reintroduzione della specie nei boschi dei monti siciliani.

Ai margini della zona recintata un rifugio funge da base per attività di laboratorio ed educazione ambientale, che il Parco e le associazioni locali organizzano con diverse scuole del circondario.

Un territorio denso di tesori naturali che nel complesso si offre come valida destinazione alternativa alle blasonate ed affollate spiagge estive.
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