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Una “Curtulidda” che ci fa volare

  • 21 febbraio 2005

Una storia, un’attrice, un monologo: elementi basilari per creare la magia del teatro, eppure non sempre questo miracolo accade. Lo sanno bene i tanti spettatori che recandosi nelle sale con questa speranza, ahimé, spesso restano delusi. Non è questo il caso. Infatti, coloro i quali il 16 e 17 febbraio si sono recati ai Candelai di Palermo (in via Candelai 65) per assistere a “La curtulidda”, la pièce di Maria Teresa de Sanctis (suoi anche testo e regia) potremmo dire che, usando una similitudine, hanno visto la loro fede premiata, il sangue di San Gennaro si è sciolto!… Apparentemente una storiella, un “raccontino” di sapore vagamente popolare come lo stesso personaggio ci suggerisce, ma che la maestria di un’attrice non ancora “consumata”, bensì tutta da consumare (e sarebbe ora visto che non se ne trovano né agli angoli delle strade né nelle “scuole di teatro” né sui tanti palcoscenici approntati con “attori” inclusi), affiancata dall’intensa danzatrice Donatella de Sanctis, riesce a trasformare in qualcosa di più che non un mero intrattenimento. Maria Teresa de Sanctis, anima il suo personaggio con quella stessa disinvoltura con la quale il funambolo cammina sul filo.

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Tutti lo guardano incantati e dimentichi che i suoi piedi sicuri volano su una sottile fune. Se questo è possibile non è solo frutto di acquisizione tecnica, dietro tutto ciò c’è un lavoro sull’anima…. E così la nostra attrice con grazia e misura, e la giusta introspezione, conduce il personaggio fino alla fine del suo racconto, riuscendo nell’unico vero compito che ha un attore: farci dimenticare che sta recitando (questo semmai è solo lui che ha il compito di non dimenticarlo) e farci viaggiare pur restando fermi, lui sul palcoscenico e noi sulle sedie. Sulla scena, essenziale con un vaso fra due ceri con degli emblematici fiori bianchi, la “Curtulidda” non è sola, ma con Carmela, l’amica del cuore, con l’amato Gino, con le superstizioni dell’Albergheria (il degradato quartiere di Palermo). La narrazione infine, viene completata dalle espressive coreografie di Donatella de Sanctis che aprono e chiudono lo spettacolo. Con questo lavoro, prodotto dall’associazione Gruppo Teatro Totem di Palermo (associazione diretta dal 1996 dalla stessa Maria Teresa de Sanctis), ricordiamo che l'autrice/attrice ha ricevuto nel novembre 2004 il premio per la migliore interpretazione alla rassegna "Il monologo e i suoi linguaggi" dell'associazione Sinestesia Teatro di Roma.

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