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Unipa ed Ersu: tagliate il 70% delle borse di studio

Il decreto proposto dal Ministro Francesco Profumo modifica le soglie di reddito massimo per l'accesso alle borse di studio e opera disparità tra Nord e Sud

Balarm
La redazione
  • 18 febbraio 2013

Lo chiamavano diritto allo studio, ed era tra i principi intoccabili di una società democratica sana capace di scommettere sul futuro. Quel che rimane di uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, ce lo comunica il nuovo provvedimento deciso dal ministero della pubblica istruzione: tagliato il 70% delle Borse di Studio Universitarie.

La denuncia degli studenti universitari investe già le “gabbie salariali” che definisco il requisito del reddito massimo di accesso ai benefici. La polemica scaturisce dalla costatazione che il limite imposto non è ugualeper tutti gli Atenei del Paese: 20mila euro al nord, 17mila euro al centro e 14mila euro al sud.

«Si tratta di una palese discriminazione nei confronti dei giovani e delle università meridionali che porterà anche a una fuga dei giovani del sud verso le università del nord dove sarà possibile accedere ai benefici con un reddito familiare più alto» – dice Luca Lombardo, leader del RUN (Rete Universitaria Nazionale). Cosa comporterà l’applicazione della riforma in Sicilia?

Per l’anno accademico 2012/2013, nell’Isola, sono iscritti all’università circa 200mila giovani: di questi, circa 27mila sono attualmente gli idonei al concorso per le borse di studio erogate dagli Ersu di Palermo, Catania, Messina ed Enna; ma con il nuovo sistema che vuole introdurre dal 1° marzo prossimo il governo nazionale, invece, gli idonei precipiteranno a circa 9 mila unità (meno 70%) anche per effetto dell’introduzione di norme più rigide che prevedono l’obbligo di possesso di crediti formativi.

«E anche per i i pochi “fortunati” che avranno accesso ai benefici l’erogazione della borsa di studio – aggiunge Lombardo – la riscossione del rimborso avverrà in tre rate.» È subito protesta tra gli studenti palermitani, che hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e di chiedere all’assessore regionale all’istruzione Nelli Scilabra e al presidente della Regione, Rosario Crocetta, di farsi carico di contrastare (anche in sede di Conferenza Stato-Regioni) i contenuti della proposta Profumo.

Il decreto diventerà operativo dopo che il CNSU (Consiglio Nazionale Studenti Universitari) rilascerà il parere obbligatorio all’apposito schema di decreto proposto dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo; si aspetterà poi il parere della “Conferenza stato-regioni” che si terrà il 21 febbraio, con l’obiettivo di rendere esecutivo il decreto entro febbraio 2013.

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