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Unipa, la "governance" e l'abolizione delle Facoltà

Per gli organi istituzionali dell'Unipa è "rivoluzione della governance", sulla base del nuovo Statuto, che prevede cambiamenti gestionali e organizzativi

  • 1 ottobre 2012

Gli organi istituzionali dell'Università degli Studi di Palermo la chiamano "rivoluzione della governance", sulla base del nuovo Statuto, approvato nello scorso luglio, che introduce una serie di cambiamenti all'interno dell'Ateneo palermitano. Il primo atto di rinnovamento è il conferimento dell'incarico di direttore generale al direttore amministrativo Antonio Valenti, il quale, in virtù della nuova nomina, acquisisce per i prossimi tre anni compiti di gestione strategica e manageriale.

«Nelle nuove funzioni - dichiara Valenti - il direttore generale non si limita a gestire l’intera macchina amministrativa, ma intrattiene rapporti con gli organi collegiali e persegue gli indirizzi stabiliti dal Consiglio di amministrazione, al quale sono adesso affidate le scelte strategiche». E continua: «Se prima, tra Senato accademico e Cda, si poteva parlare di bicameralismo perfetto, adesso al Senato toccano funzioni di indirizzo, di proposta e consultive e al Consiglio un più preciso ruolo gestionale».

Al direttore generale competono organizzazione e gestione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell'Ateneo. Nello specifico, Valenti coadiuverà il rettore nell'elaborazione del piano triennale di fabbisogno del personale e del bilancio, controllerà l'attività di dirigenti e responsabili dei procedimenti amministrativi, valuterà annualmente le prestazioni dei dirigenti e adotterà gli atti relativi all'organizzazione degli uffici.

La riforma della macchina amministrativa dell'Università degli Studi di Palermo prevede inoltre l'abolizione delle Facoltà, sostituite da quelle che vengono definite "strutture di raccordo" tra i diversi dipartimenti. All'interno del Senato accademico, quindi, non saranno più presenti i presidi, ma professori ordinari, associati e ricercatori, eletti all'interno di macroaree scientifiche, così come otto direttori di dipartimento. A questi si aggiungono un rappresentante eletto tra gli assegnisti di ricerca, tre rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e cinque degli studenti, di cui uno in rappresentanza dei dottorandi di ricerca e degli specializzandi. All'interno del Cda vengono invece aggiunti due componenti esterni, uno indicato dal Senato, l'altro dal rettore.

Ulteriori novità riguardano anche la figura del Rettore: sarà eletto tra i professori ordinari a tempo pieno, in servizio anche presso altri Atenei italiani da almeno sei anni, per un unico mandato della durata di sei anni. Sulla base della riforma Gelimini, inoltre, il mandato del rettore Roberto Lagalla, eletto per il quinquennio 2008-2013, viene esteso in virtù del biennio aggiuntivo fino ad ottobre 2015.

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