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Urusa-Marlowe, voci rock dall’entroterra siciliano

  • 1 agosto 2005

Band: Urusa
Titolo: algo.ritmo
Anno: 2004
Etichetta: autoproduzione


Con cinque anni di esperienza già alle spalle, il marchio Urusa è emerso negli ultimi anni come uno dei nomi nuovi della scena agrigentina, mettendosi in evidenza in manifestazioni come l’“iTim Tour”, “Rock Targato Italia” e il “Festival di Biella” del 2004 dove peraltro hanno centrato la finale. Passati attraverso un turbolento cambio di formazione quando la cantante del quartetto d’esordio, Dominique Fidanza, andò in cerca di lustrini televisivi e plastificate platee con la trasmissione “Popstars” e le temibili Lollipop, adesso l’organico si è stabilizzato con Carmelo Graceffa alla batteria, Calogero Morreale al basso, Andrea Terrana alla chitarra, Luigi Facciponti alle tastiere e Sergio Palermo alla voce. Il loro demo, “algo.ritmo”, propone cinque pezzi (di cui due eseguiti dal vivo) scelti dal loro repertorio di inediti, che si basano essenzialmente su un rock molto melodico ma che all’occorrenza sprizza una gran carica energica, come nel primo brano, “morbumida”, e che in generale, coi loro riferimenti al rock italiano e straniero degli ultimi anni, approda spesso a esiti interessanti, ad esempio nell’ultima canzone, la bella “algo-ritmo”.

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Band: Marlowe
Titolo: Velluto blu
Anno: 2001
Etichetta: autoproduzione

Anche i Marlowe di Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, hanno all’attivo un esperienza pluriennale, oltre a vari cambi di formazione e alla partecipazione a numerose rassegne come “Suburban Live Set '01”, “Arezzo Wave” e “Sonica”, durante le quali hanno potuto calcare lo stesso palco di importanti formazioni straniere come Karate e Dead Meadows. Ma il terzetto nisseno ha anche un altro punto a suo favore: dopo aver aperto una data del tour di Cesare Basile nell’agosto del 2001, il cantautore catanese (uno dei nomi chiave dell’underground italiano degli ultimi vent’anni, arricchite dalle recenti collaborazioni con due icone come Hugo Race e John Parish) decide di prenderli sotto la sua ala protettiva, producendo e registrando (con Marcello Caudullo) un mini-cd di sei brani rock tra i quali spicca, per bellezza, il conclusivo “Nella casa del vino e della luna”, poetico sin dal titolo e che mette in mostra una propensione a un pop-rock di qualità.

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