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Nelle canzoni c'è la mafia anni Ottanta: parla il figlio della "bambina con il pallone"

La foto di Letizia Battaglia racconta un po' quella Palermo ancora oggi oggetto delle canzoni di Revman, il figlio della donna che è stata "la bambina con il pallone"

  • 8 novembre 2018

Il cantante Revman accanto alla foto che rese nota sua madre

La "bambina con il pallone" è sua madre. Quella bambina che Letizia Battaglia ha immortalato in una piazzetta della Cala di Palermo quarant'anni fa.

La fotografa che attraverso i suoi scatti raccontò al mondo la mattanza di Cosa nostra negli anni '80. Quella bambina è la mamma di Sebastiano Vitale, "poliziotto-rapper" di 28 anni.

Revman (questo il suo nome da rapper) è il suo secondo figlio che oggi vive a Milano. È poliziotto, come il padre Salvatore, e anche se è a suo agio in questi panni, nelle sua seconda professione le "guardie" come lui sono generalmente insultate e disprezzate.

Ma in questo caso le due figure convergono e l’agente è anche un cantante di musica rap. Nel 2015 ha vinto il concorso in polizia e, dopo un anno di addestramento a Vibo Valentia, in Calabria, ha il primo incarico a Milano.

Al rap si avvicina invece da ragazzino, con gli amici, quando inizia a ballare breakdance. Il passo successivo è stato un piccolo studio di registrazione nella sua camera di Lecce (dove ha vissuto l’adolescenza) e la voglia di non rinunciare alla sua passione per la musica nonostante il lavoro da poliziotto.
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Quello che racconta nelle sue canzoni è proprio quella mafia raccontata da Letizia Battaglia con i suoi scatti, che abbiamo imparato a conoscere anche grazie alla fiction andata in onda su Rai Uno, quella opprimente che negli anni Ottanta mise in croce Palermo e la Sicilia.

«Io credo nella giustizia e non in questa immondizia. con il tempo finisce tutto quello che inizia», questa è la strofa che conclude la sua canzone "MCLM", che riprende una celebre frase di Falcone: «La mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine».

Il rap è la musica che nasce nelle periferie, che racconta di adolescenze difficili, di territori desolati e devastati e anche di poliziotti, carabinieri, finanzieri, sbirri infami. «Lo so, ma vado avanti. E succede che le critiche arrivino sia al lavoro perché faccio musica rap, sia da chi mi ascolta perché faccio questo lavoro», dice l’agente Vitale.

La sua canzone ha partecipato al concorso "Musica contro le mafie" organizzato dalla rete di Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti. Insieme a lui ci sono altri 343 artisti che hanno scelto il tema della lotta ai clan per le loro canzoni.

E qui divisa e musica si fondono in un unico universo. Il video in concorso si ispira proprio alla fotografa e, in particolare, a quella che immortala sua madre da piccola. Nel video una giovane attrice calca le orme della fotografa che riprende gli estorsori di un commerciante lungo le strade di una Palermo che sembra Milano.
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