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Non solo Barocco, Catania ha anche un "volto" Liberty: gli edifici da non perdere

Da sempre stupisce turisti e visitatori per i suoi edifici in stile barocco in pietra lavica scura. Ma la città ha un altro lato che riserva meraviglie poco conosciute

  • 13 luglio 2022

Catania, per antonomasia, è la città del Barocco. Da sempre stupisce turisti e visitatori di tutto il mondo per i suoi edifici in stile barocco, costruiti con la pietra lavica scura.

Ma la città, multiforme e dalle mille sfaccettature, presenta anche un altro volto ancora poco conosciuto, quello in stile Liberty. L’Art Nouveau o Stile Liberty, è un movimento artistico che si diffuse in Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In Italia, fu noto come “stile floreale” e influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate.

Durante questi anni, la città etnea, che stava per avviare un vasto programma di espansione e innovazione urbanistica, recepì subito il vento di innovazione artistica stimolato da questo nuovo gusto. Fu grazie ad un’esposizione temporanea (la seconda Esposizione Agricola Siciliana), che i catanesi ebbero l’occasione di conoscere delle realizzazioni che esplicitavano le caratteristiche dell’Art Nouveau.
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All’inizio del ‘900 a Catania c’era uno scenario artistico in forte fermento. Sono anni in cui le famiglie dell’aristocrazia e della borghesia emergente si contendevano Verga, Martoglio, Capuana e De Roberto per averli come ospiti nei loro salotti intellettuali. I palazzi dove si svolgevano questi eventi culturali erano dei contesti architettonici d’eccezione e le modalità artistiche del Liberty celebravano le nobili origini e la vivacità intellettuale della classe dirigente.

Tra i maggiori architetti del Liberty a Catania si ricordano Ernesto Basile e il suo allievo Francesco Fichera, Paolo Lanzerotti, Tommaso Malerba, Giovanni Severino, Luciano Nicolosi, Salvatore Giuffrida e Carlo Sada. Una delle fonti più preziose sul Liberty a Catania è il volume “Esposizione di Catania 1907.

Albo illustrato e redatto sotto la direzione di Federico De Roberto, Catania (Tip. Galatola,1908). Attraverso le pagine di questo testo scopriamo che esisteva in città sia uno stile Liberty ancora “visibile”, che uno oramai “invisibile”, poiché molti edifici sono stati distrutti nel tempo a causa della speculazione edilizia.

Cominciamo la nostra scoperta con gli edifici più caratteristici, ancora esistenti in città, proseguendo per tappe attraverso ville e palazzi di altissima qualità artistica. Una delle prime manifestazioni dell’Art Noveau a Catania è il Palazzo Rosa.

Unico nel suo stile e bellissimo è uno storico ed elegante edificio residenziale progettato dall’architetto Fabio Majorana in via VI Aprile, intorno ai primi del novecento. Passeggiando per le strade di quella zona, il palazzo non passa di certo inosservato. Il prospetto dell’edificio, infatti, è interamente colorato in rosa acceso, accentuato da decorazioni e rilievi che risaltano ancor di più la particolarità e la bellezza dell’edificio in perfetto stile liberty.

Nel cuore della città si trova il Teatro Sangiorgi che rappresenta una delle strutture liberty più amate. Di proprietà di Mario Sangiorgi, fu inaugurato agli inizi del novecento con la Bohème di Puccini, in seguito ad un progetto a cura di Salvatore Giuffrida. L’idea iniziale era quella di realizzare un teatro all’aperto che potesse rappresentare spettacoli di vario tipo durante la stagione estiva.

Tuttavia, col passare del tempo, il teatro venne interamente ricoperto iniziando a svolgere un ruolo attivo nella scena teatrale catanese durante tutto l’anno. Dopo un periodo di chiusura, nel 1988 il Teatro è stato acquisito dall’Ente autonomo Teatro Massimo Bellini.

Al Corso Italia c’è Villa Manganelli, uno dei set di riprese del celebre “Gattopardo” di Luchino Visconti. Progettata agli inizi del novecento dall’architetto palermitano Ernesto Basile come residenza privata del principe di Manganelli Giuseppe Paternò Aliata, sebbene non fu mai abitata da quest’ultimo, la villa presenta all’esterno un aspetto imponente e maestoso, quasi come fosse un castello reale.

Fu venduta più volte fino a quando nel 1975 divenne sede del teatro comunale “Piccadilly”, chiudendo qualche anno dopo a causa di un incendio doloso che danneggiò gran parte dell’edificio. Solo nel 2018, tuttavia, sono iniziati i lavori di restauro finalizzati a riportare in vita la struttura. Oggi, Villa Manganelli viene aperta in occasione di eventi speciali.

Altra tappa è Villa Zingali Tetto, progettata dall’architetto Paolo Lanzerotti nel 1926. Elegante e suntuosa, costruita come residenza privata dell’avvocato Paolo Zingali Tetto, la villa è situata in via Etnea, sulla quale si affaccia il prospetto principale dell’edificio e le terrazze.

È di grandi dimensioni ed è organizzata su diversi piani. Il punto di forza è rappresentato dalla parte esterna caratterizzata da un giardino inglese che ospita il notissimo “giardino d’inverno”, una meravigliosa struttura caratterizzata da vetrate istoriate che creano dei giochi di luce nei toni del verde, blu e rosso, decorata in prevalenza con disegni floreali.

Alla morte dell’Avvocato Zingali la struttura rimase per molto tempo chiusa, non essendo stata lasciata a nessuno in eredità, fin quando nel 1975 divenne proprietà dell’Università degli Studi di Catania che ridiede vita alla villa ospitando mostre ed eventi di vario tipo. In seguito ad un lungo progetto di restauro, Villa Zingali iniziò ad ospitare in maniera permanente il Museo della Rappresentazione a cura del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura di Catania (DICAR), che espone numerose collezioni di disegni di progetto o a tema architettonico.

Procedendo su via Umberto s’incontra il Cinema Diana. Sebbene oggi l’edificio ospiti un esercizio commerciale, le caratteristiche liberty della struttura sono ancora ben visibili e conservano gli elementi distintivi sia all’interno che all’esterno. Progettato dall’architetto Paolo Lanzerotti, fu uno dei primi multisala sull’intero territorio nazionale, inaugurato nel 1925. Era uno spazio dedicato all’arte davvero all’avanguardia che ospitava spettacoli di vario genere e proiezioni di film. Il cinema Diana divenne successivamente un cinema a luci rosse, prima della sua definitiva chiusura nel 1981 per poi essere destinato a diversi usi commerciali negli anni successivi.

Ancora su via Etnea si trova il Palazzo delle Poste, una struttura di grandi dimensioni che si affaccia interamente sulla trafficata via principale, occupando un intero isolato, accanto l’accesso principale della villa Bellini. È stato costruito circa ottanta anni fa dall’architetto Francesco Fichera. Il prospetto dell’edificio risulta essere molto movimentato grazie all’utilizzo di pietre di colori diversi, come ad esempio la pietra lavica e la pietra bianca di Ispica. Oggi è un edificio pubblico che ospita uno dei numerosi uffici di poste Italiane della città etnea.

La meravigliosa Villa del Grado invece si trova sul Corso Italia. È stata progettata tra il 1903 e 1908 dall’ingegnere Agatino Atanasio e dall’architetto Paolo Lanzerotti come residenza di villeggiatura. Con decorazioni tipiche dello stile Art Nouveau, come bassorilievi e motivi floreali, la villa presenta un corpo centrale attorniato da quattro torrette posizionate ai quattro angoli della struttura.

Concludiamo la nostra passeggiata immaginaria con delle curiosità che riguardano gli edifici oramai distrutti, ma che hanno avuto un influsso importante nella storia della città. Non tutti sanno che a Catania in quel periodo esisteva una birreria svizzera, opera dell’architetto Lanzerotti e ritrovo preferito dagli intellettuali del tempo. Si tratta della Birraria Svizzera dei fratelli Tscharner, aperta nel 1890 in via Etnea, angolo via Biscari con ingresso da piazza Santa Nicolella (prima sede) che poi si trasferì nel Palazzo Tezzano nel 1915 (seconda sede, che poi divenne altra attività commerciale).

Era un caffè letterario dove si incontravano Verga, Martoglio, De Roberto, Capuana, Patti e Brancati. Al suo interno c’era anche un ristorante e un deposito di birra di Monaco.

Ricordiamo inoltre, il Cinema Hall, altra opera del Lanzerotti. Si trovava in via Etnea, al piano terra del Palazzo Spitaleri, nelle ex scuderie. Inaugurato nel 1913, fu poi colpito in parte da una bomba nel 1943 e infine, nel 1957 fu abbattuto per realizzare l’attuale palazzo della Rinascente.
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