Palermo si sveglia tra zone rosse e bandiere a lutto: in Cattedrale l'addio a Paolo
È il giorno dei funerali di Paolo Taormina il giovane ucciso in via Spinuzza. Oggi dieci minuti di silenzio, flash mob e il triplice fischio delle navi al porto per l'ultimo saluto
La corona realizzata dal "G32 Piante e fiori" per Paolo Taormina
E come gesto di vicinanza al giovane ucciso in via Spinuzza, come ulteriore tangibile segno di partecipazione, tutti gli esercizi commerciali della città sono stati invitati a una simbolica astensione dalle attività dalle ore 10.30 alle 10.40. Sul sagrato della Cattedrale le studentesse e gli studenti del Vittorio Emanuele II, che sono rimasti profondamente colpiti dall'accaduto, con un flashmob dalle 8.00 alle 9.00 danno vita a un momento di riflessione e libero sfogo a ciò che sentono dentro. Leggeranno spunti, scritti, pensieri dando la loro personale chiave di lettura.
E ancora la comunità portuale e i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, si stringono attorno ai familiari di Paolo Taormina, il giovane ucciso in via Spinuzza sabato notte, nel giorno dei suoi funerali. Il 16 ottobre, in concomitanza con le esequie in Cattedrale, si fermeranno tutte le attività in corso al porto di Palermo e le navi ormeggiate effettueranno un "triplice fischio di sirena", tradizionale segno marittimo di cordoglio e partecipazione in memoria della precoce e ingiusta scomparsa del giovane.
E pure il mondo della cultura si interroga in città e si chiede se sia giusto o no fermarsi in questi giorni tremendi dove tutto sembra non avere senso e dove a prevalere sono i sentimenti di rabbia e di paura. E la risposta è "no". O meglio, solo per riflettere insieme. Il Ballarò Buskers previsto questo fine settimana si fa.
«In questo momento la nostra città sta attraversando giorni di dolore e paura. L’omicidio di un ragazzo di soli 21 anni ha sconvolto Palermo, che oggi si interroga, soffre, ha paura e rabbia. Anche noi ci stringiamo intorno alla sua famiglia, agli amici e alle amiche, e a tutti coloro che si sentono abbandonati, feriti, disorientati. Di fronte a un evento così tragico, ci siamo chiesti a lungo se fosse il caso di annullare il Festival. Abbiamo riflettuto con serietà e rispetto, sul significato profondo di ciò che stiamo vivendo. Eppure, proprio in questo tempo doloroso, sentiamo che il nostro gesto collettivo di resistenza culturale è ancora più necessario».
Cortei, manifestazioni e dichiarazioni di affetto e di vicinanza alla famiglia del giovane ucciso sono segnali chiari di una città che desidera mettere un freno e dire un secco "no" alle morti insensate che avvengono per le strade di Palermo. E già ieri il blitz allo Zen e la riunione al Viminale, col ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, per correre ai ripari, per dare risposte ai cittadini, tra cui c'è chi ricorda come si stava quando si sparava per strada. Una città che si domanda se le zone rosse, ben tre, e le forze dell'ordine raddoppiate o anche triplicate basteranno a scrivere la parola fine alla violenza.
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