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Posti di Palermo che vediamo ogni giorno: il tempio neogotico tra gli alberi del Politeama

Tra torrette, vetrate colorate e severi archi si nascondono stanze private, una sala teatro e l'iconografia della Chiesa Valedese: la chiesa che i cattolici hanno perseguitato

  • 12 novembre 2019

Il Tempio Valdese di Palermo in via dello Spezio

Percorrendo a piedi il tragitto casa-scuola, e viceversa, ai tempi della mia (ormai lontana) frequenza delle elementari, mi ritrovavo a passarvi accanto tutti i giorni. E tutti i giorni il cancello della chiesa Valdese in via dello Spezio, nei pressi del Politeama, era costantemente chiuso, alimentando in me la tipica curiosità infantile.

Mi dicevano che era una chiesa protestante, ma ero attratta dal suo aspetto che intravedevo attraverso le inferriate del cancello.

Notavo le arcate del suo portale, simili a quelle della chiesa della Catena al Cassaro e il suo stile neogotico che mi affascinava. Solo quest'anno ho potuto colmare questa curiosità, approfittando del nuovo inserimento del sito nel festival "Le vie dei tesori" edizione 2019.

Il movimento religioso valdese prende il nome dal suo fondatore Pietro Valdo, un commerciante di Lione, in Francia, che nel XII secolo volle seguire gli insegnamenti di Gesù, donando ai poveri tutti i suoi averi e andando per le strade a predicare il Vangelo. Ma Valdo ed i suoi seguaci non furono ben visti dalla Chiesa Cattolica: non tanto per la scelta di povertà, ma piuttosto per l'insistente richiesta del diritto di predicare per i laici, che invece era ritenuto appannaggio soltanto dei religiosi cattolici.
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Fu proprio questa la ragione dell'inizio della persecuzione nei confronti dei Valdesi, perpetrata per diversi secoli. I seguaci di Valdo, che erano soprattutto artigiani e contadini, si diffusero in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e nelle Fiandre. Ma anche in Ungheria ed in Boemia, dove si racconta che morì Pietro Valdo.

In Italia la loro presenza si insediò principalmente in Lombardia ed in Piemonte. E poi anche in Puglia ed in Calabria, zone in cui essi si rifugiarono per scampare alle persecuzioni. In Sicilia i Valdesi pervennero con l'arrivo di Garibaldi, nel 1861.

Il fondatore della Chiesa Valdese di Palermo fu il pastore Giorgio Appia, sempre nel 1861. In seguito, essendosi stanziati in città, a cavallo fra il 1925 e il 1927 essi costruirono il Tempio della Chiesa Evangelica Valdese in via dello Spezio, su progetto dell'architetto Emilio Decker e con affidamento dei lavori all'impresa edile Bonci-Rutelli.

Sotto le torrette svettanti del prospetto, al centro delle tre arcate ogivali, un mosaico dalla sagoma rotonda disegna lo stemma valdese: una Bibbia sulla quale è posato un candeliere acceso e che recita la massima "Lux Lucet in Tenebris", come riferimento alla luce di Cristo che rischiara le tenebre, secondo il Vangelo di Giovanni.

Una lapide affissa sulla parete, prima di entrare in chiesa, ricorda il pastore e martire M. Giacomo Bonelli, un calvinista arso vivo in piazza dell'Ucciardone il 18 febbraio 1560. Internamente il tempio si presenta ad unica navata, con le volte dipinte come un cielo stellato.

Lo illuminano delle suggestive vetrate laterali colorate e variamente decorate, sulle quali spiccano dei fiori che racchiudono dei versi biblici.

Sull'altare ecco il pulpito di legno, centrale come l'importanza che la Chiesa Valdese attribuisce alla predicazione e sulla tavola una grande Bibbia aperta del 1875, a dimostrazione che la Parola di Dio è disponibile a tutti. A destra il fonte battesimale mentre, sulla cantoria sovrastante l'ingresso, un grande organo ligneo gotico a canne risalente ai primi anni del Novecento.

L'edificio comprende anche gli uffici, l'abitazione del pastore, la sala teatro ed alcuni ambienti prima destinati ad aule. Adesso invece la scuola valdese si trova in via Evangelista Di Blasi, presso il Centro Diaconale "La Noce", un'opera no-profit che si dedica all'infanzia più sfortunata.

Si tratta di una comunità religiosa che ha purtroppo alle spalle una storia di ingiuste persecuzioni. Difatti, a parte la voglia di predicare, nessun loro comportamento era rivoltoso nei confronti della Chiesa Cattolica.

Desideravano seguire l'esempio degli apostoli, ma con una personale interpretazione del Vangelo. Vivendo di elemosine, confessandosi fra di loro, rifiutando i Sacramenti tranne il Battesimo e l'Eucaristia, disconoscendo ogni rappresentazione iconografica sacra (tranne il simbolo della Croce), proclamavano l'uguaglianza di tutti i fedeli, a prescindere da quella riconosciuta dalla gerarchia ecclesiastica.

Bastò questa mancata perfetta aderenza alla dottrina cattolica perché si scatenassero contro di essi cruente oppressioni, per le quali nel 2015 Papa Francesco ha chiesto il perdono a tutta la Comunità valdese.

Un perdono in ritardo, chiesto da chi oggi rappresenta la storia di passati "atteggiamenti non cristiani, persino non umani" subiti dai Valdesi dell'epoca.

E che adesso gli attuali membri della comunità non si sono sentiti di accettare in qualità di sostituti dei loro martiri, pur apprezzando il riconoscimento ufficiale dei torti patiti ed il rispetto per la loro religione. Manifestazioni rispettabilissime di entrambe le parti, che non si può fare a meno che condividere.
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