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Potrebbe tornare a vivere dopo 20 anni: un progetto per l'ex Manifattura Tabacchi di Palermo

È un luogo che nei secoli si è trasformato fino alla sua chiusura definitiva nel 2001. La trasformazione è stata inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e sarà finanziata con 33 milioni

Balarm
La redazione
  • 5 maggio 2021

Lo stabilimento dell'ex Manifattura Tabacchi di Palermo

La sua storia è affascinante e molto, molto datata. È un luogo che nei secoli si è trasformato fino alla sua chiusura definitiva nel 2001.

Parliamo dell'ex Manifattura Tabacchi di Palermo, in via Simone Gulì all'Acqua Santa, sorta nel 1880 sulle ceneri di quello che era stato il lazzaretto della città (nel 600) e collocata esattamente tra i cantieri navali ed il cimitero degli inglesi di Palermo. Già questo non vi basta per renderla affascinante?

In alcune città d'Italia questi complessi industriali, dopo la loro chiusura e dismissione, sono stati riutilizzati e modificati pur di non farli andare persi, ed è quello, che seppur con un grosso ritardo, si sta cercando di fare anche qui.

La trasformazione dell'ex Manifattura Tabacchi è stata inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e sarà finanziata con 33 milioni di euro. L'idea è quella di creare un centro polifunzionale.
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Nel 2006 - si legge sul sito di Resto al sud - è stato presentato un progetto da parte degli ex proprietari della Fintecna Immobiliare, uno dei cosiddetti PRUSST (Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile). Si pensava di creare un centro polifunzionale con un hotel di lusso, due centri commerciali, un multisala ed un parcheggio per una cifra di 53 milioni di euro.

Idea che non creò molti entusiasmi e così il progetto fu cambiato. Nel 2013 - mentre la proprietà è passata alla cassa depositi e prestiti - il PRUSST rinnovato è stato approvato ma mai realizzato.

Il ministro della Cultura Dario Franceschini parla di "valorizzazione dell'intero complesso architettonico in chiave culturale: in particolare con la realizzazione di un Auditorium, a cui saranno affiancati spazi espositivi, e un’area dedicata alla creatività artistica con annessa foresteria per artisti. L'obiettivo è creare un centro polifunzionale costituito da sale per congressi ed intrattenimenti, uffici, sale espositive e multisala". Il che riporta al vecchio progetto. Rimaniamo in attesa di scoprirne i dettagli, certi che quell'area, restituita alla città, potrebbe diventare un'attrattività turistica.

Vogliamo riportarvi adesso indietro nel tempo e raccontarvi brevemente la storia di questo luogo che è un vero esempio di archeologia industriale. Tra queste stanze spettrali e oggi abbandonate la manodopera era prevalentemente quella femminile fino al 2001, quando lo stabilimento, dicevamo, venne chiuso a causa della crisi che colpì la manifattura dei tabacchi.

Il complesso di via Simone Gulì vedeva le scuderie adattate a laboratori per il confezionamento di sigari e il cortile come spazio dedicato all'essiccazione e alla fermentazione delle foglie di tabacco.

Nell'edificio semicircolare si produceva l'energia e le attrezzature venivano sostituite con l'evolversi della tecnologia. L'inceneritore veniva usato per bruciare i prodotti di scarto delle lavorazioni e la ciminiera, come le tante altre che in quell'epoca sorsero in varie zone della città, divenne uno dei simboli della produttività.

Dopo la seconda guerra mondiale, con il boom economico, la manifattura Tabacchi di Palermo ebbe un periodo di grande lavoro e crescita: vennero aggiunti edifici ed abbattuti altri, per questo non possiamo vedere l'edificio semicircolare dell'antico lazzaretto.

Le manifatture Tabacchi in Italia nacquero dopo l'unificazione delle regole sul tabacco, con la legge 710 del 13 luglio 1862 (proposta da Quintino Sella) che riservava allo Stato il privilegio di fabbricazione, importazione e vendita dei tabacchi: la Sicilia si allineò nel 1876.

All'interno di queste fabbriche le donne operaie sottostavano a un lavoro pesante ma sicuro: fu proprio in questi luoghi che si formarono molti dei movimenti in difesa delle condizioni di lavoro delle donne.

In una lettera conservata all'Archivio di Stato di Palermo si legge: "Presso la Manifattura dei Tabacchi attualmente lavorano 688 donne tutte superiori agli anni 29 poche nubili e la maggior parte maritate o vedove, delle quali 634 a cottimo e con un guadagno medio giornaliero di lire 1,65 con la mercefe media giornaliera di lire 1,59. L'orario di lavoro è quello stabilito dal regolamento e non eccede le 8 ore al giorno".
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