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Quando a Palermo c'era una via "Coperta": la utilizzavano solo i sovrani e pochi intimi

Ci sono due teorie sulla Via Coperta: univa il Palazzo Reale alla Cattedrale oppure all'antica moschea Gami, tra la Kalsa e l'Albergheria e permetteva ai re di scappare

Antonino Prestigiacomo
Appassionato di storia, arte e folklore di Palermo
  • 21 agosto 2022

Pianta del Fazello - Via Coperta

A Palermo c'era la “via Coperta”. Oggi i giramondo la chiamerebbero boulevard da cui la parola italiana baluardo, ma gli arabi chiamavano queste strade “Sera”. Scriveva Luigi Natoli che «Questi sera erano strade sulle mura».

La via Coperta era dunque un camminamento sulle antiche mura fortificate della città medievale che congiungeva il Palazzo Reale alla Cattedrale oppure, secondo un'altra teoria, all'antica moschea Gami, sita tra la Kalsa e l'Albergheria, e consentiva ai sovrani di eludere qualsivoglia sorta di attentato.

Sebbene di tali strade ne esistessero già nell'antichità e spesso erano pubbliche e tutti potevano averne accesso, la via Coperta era utilizzata soltanto dai sovrani e da una ristrettissima cerchia di persone di loro fiducia.

Dovette usarla spesso Guglielmo I detto il Malo, specialmente dopo che si sparse la voce di un attentato nei suoi confronti ordito dal Gran Cancelliere Majone da Bari in combutta con l'arcivescovo di Palermo Ugone.
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«Giunto al grado di grande Ammiraglio e Gran Cancelliere il perverso Majone, e tenendo in suo arbitrio la fortuna del regno, si unì con Ugone Arcivescovo di Palermo, e stabilirono che, fatto morire il re, essendo entrambi nella minore età i figliuoli, rimarrebbero essi gli assoluti padroni del regno».

Probabilmente a salvare Guglielmo I dal morire durante un attentato fu proprio la via Coperta, mentre Majone, poiché non sempre utilizzata questa via, morì un giorno proprio a causa di un attentato ordito dai nobili di Puglia e Calabria e compiuto da Matteo Bonello un giorno che il Gran Cancelliere usciva dalla casa dell'Arcivesco Ugone.

A memoria di questo evento sulla porta del palazzo arcivescovile di Palermo è affissa l'elsa di una spada, e la via che separa l'ingresso principale della cattedrale dal palazzo arcivescovile si chiama appunto via Matteo Bonello.

Il viaggiatore arabo Ibn Jobayr scrisse nella sua cronaca «all'uscire dal palagio (del re) ci fummo messi per un portico coperto, nel quale si camminò lungo tratto senza interruzione, finché giungemmo ad una chiesa di immensa mole (cioè alla Cattedrale). Ci fu detto che il portico serve di passaggio al re, quando ei viene a questo tempio».

Durante i lavori per il riposizionamento del basolato di via Matteo Bonello, che riprende il vecchio sistema dell'antica via lastricata come si evince da alcune foto d'epoca, sono venuti alla luce alcuni tratti di materiale tufaceo che subito hanno fatto pensare ad antichissimi resti della predente cattedrale-moschea.

A me invece, in maniera del tutto spassionata, questi ritrovamenti hanno fatto venire in mente la suddetta via Coperta.

Nella Guida di Pedone Lauriel si legge: «La via Coperta, lungo e continuo loggiato, cominciava a mezzo dell'attuale piazza Vittoria, sulla fronte orientale del muro esterno della Halka, attraversava la linea dell'attuale Corso Vittorio Emanuele, e, seguendo un semicerchio seguiva la sinuosità del muro anzidetto attraverso il giardino annesso al moderno palazzo arcivescovile, per riuscire di là innanzi il duomo antico anteriore a quello rifatto e ingrandito dall'Offamill».

Nella stessa guida si fa riferimento alle indicazioni date anche da Ugo Falcando: «Questa linea risponde alle indicazioni di Ugo Falcando laddove tocca dell'arteria laterale della città vecchia, che, alla fine del XII secolo, dalla Torre Pisana conduceva per la via Coperta all'antico palazzo arcivescovile, anteriore al presente, e quindi alla porta di Sant'Agata (la Guilla), al palazzo di Maione e alla piazza Saracena».

Tommaso Fazello la descrive con maggiori dettagali nel XVI secolo: «Dalla Rocca per fino alla Città era una Strada; che si chiamava Coperta; perché era fatta tutte in Volte: (Questa era) dalla Rocca per infino alla Chiesa di S.Agata di Villa (hoggi della Guilla;) che soprasta al Fiume Papireto, e chi entrava, e chi usciva andava sempre Coperto: si come si può vedere in certe pubbliche scritture; e come ne fanno fede certe anticaglie che nell'Horto di S. Jacopo la Mazzara sono».

Pare che i resti di questa via scomparvero definitivamente intorno alla fine del XIX secolo, ma già gli scrittori del XVI ne parlavano come di una via in rovina.

In ogni caso, quando a Palermo si scava ci si può aspettare di tutto, anche di riscoprire una via "coperta".
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