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Supernove e asteroidi: l'Agenzia Spaziale Europea sceglie il "cielo buono" delle Madonie

Il centro internazionale per le scienze astronomiche Gal Hassin di Isnello si prepara ad accogliere due importanti novità per un grande progetto pilota che parte dalla Sicilia

Balarm
La redazione
  • 25 novembre 2020

Il grande telescopio "Flyeye"

Alzare gli occhi al cielo e guardare quei piccoli puntini luminosi dall'inizio della storia, per l'uomo, ha sempre avuto un grande fascino che, nel tempo, grazie alle scienze, ha aggiunto conoscenza e nuove visioni sul futuro.

Ci sono luoghi, poi, che per le proprie caratteristiche sono punti d'eccellenza per l'osservazione del "tetto celeste", tutto da investigare.

Il cielo delle Madonie a tal proposito è considerato dagli studiosi, a livello internazionale, una risorsa unica. E adesso a Isnello, presso il GAL Hassin Centro Internazionale per le Scienze astronomiche, diretto da Pino Mogavero (presente da circa un ventennio), arriveranno due nuovi telescopi, molto grandi e di ultima generazione che permetteranno nuovi studi e nuove ricerche.

«In questo centro di divulgazione e ricerca scientifica, i due filoni da percorrere con rigore per raggiungere nuovi traguardi ed esportare questa scienza anche ai non addetti ai lavori sono i punti di forza», ci ha detto Giuseppina Micela, astronoma e membro del Consiglio di amministrazione del GAL Hassin.
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Il primo telescopio, il Wide Field Mufara Telescope (Wmt), già arrivato a Isnello lo scorso ottobre e posto sulla sommità del monte Mufara a quota 1865 metri, permetterà di intercettare nella volta celeste «supernove» (esplosioni stellari) e asteroidi che potrebbero rivelarsi pericolose per la Terra.

«Questo strumento - ci ha detto Giuseppina Micela - che è di proprietà del Comune di Isnello, avendo un campo di osservazione molto ampio, pari a 7 gradi, rispetto ai telescopi normali, permetterà un'esplorazione a più ampio raggio dei corpi celesti e potrà essere utilizzato in concomitanza con l'altro telescopio.

Al momento, dopo la posa sul monte Mufara, si sta procendendo alla regolazione e all'installazione della "camera" del telescopio, il cuore elettronico dello strumento che permette di convertire le osservazioni in immagini quantitative, ovvero i mezzi sui cui poi gli astronomi lavorano e si confrontano.

Nei mesi invernali, per le condizoni climatiche, le attività vengono interrotte, ma penso che nei primi mesi della primavera prossima il telescopio sarà pronto e funzionante».

La vera star delle prossime attività, che renderanno la Sicilia centro astronomico di interesse a livello internazionale, sarà l'altro importante super telescopio (detto "Flyeye") che, al momento, è in via di costruzione (si stima che il costo sia pari a 10-12 milioni di euro).

«Quest'altro importantissimo strumento - ha continuato l'astronoma Micela - arriverà entro il 2021 al GAL Hassian ed è uno strumento di punta di un progetto pilota internazionale che partirà proprio dalla Sicilia.

L'eccezionalità sta nel fatto che, come l’occhio di una mosca, il telescopio copre ogni spicchio del campo visivo e sarà quindi in grado di individuare ogni forma luminosa, e funzionerà in sinergia con il telescopio Wmt che andrà in gestione al Gal Hassin.

Mentre il primo individuerà il passaggio di un corpo celeste in movimento, l'altro ne potrà monitorare il passaggio e la dinamica di movimento così da prevedere, con maggiore accuratezza, traiettorie ed eventuali minacce per la Terra».

Affinchè questi strumenti di ultima generazione possano, considerevolmente, essere sfruttati e fornire informazioni utili all'uomo, condizione indispensabile è che vengano usati sotto un "cielo buono", come lo ha definito l'astronoma Micela.

Ed è proprio per questo parametro, ormai molto raro, che è stato scelto il cielo delle Madonie.

«Oltre al "buon cielo" l'ESA ha puntato sul GAL Hassian perchè in questa realtà, affermata a livello internazionale, sono presenti ricercatori e scienziati con grande esperienza - ha aggiunto -. L'ambito della divulgazione soprattutto è affidata ad un consiglio scientifico formato da ricercatori provenienti da tutta Italia e anche con esperienze internazionali».

«Penso che per il futuro dell'astronomia questa sia la principale strategia lungimirante - spiega l'esperta -. Abbiamo riscontrato un grande interesse, da parte delle scuole ma non solo, sulla realtà dei cieli e aprirsi alla condivisione, con la giusta metodologia, delle scoperte scintifiche non può che aumentare l'interesse per una relatà che non riguarda solo gli addetti ai lavori.

Anche la gente comune ha interesse a scoprire la vita del cielo, chi viene a trovarci rimane sorpeso della realtà che si trova davanti, così all'avanguardia».

C'è da scommettere, dunque, che, pandemia a parte (al momento il Centro è chiuso nel rispetto delle norme per il contenimento del Covid-19), Isnello e il Parco Astronomico possano presto divenire volano di sviluppo per un territorio che ha scomesso sulla ricerca scientifica, mettendo a frutto la non eccessiva industrializzazione del territorio.
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