ITINERARI E LUOGHI
Tra i 21 boschi "monumentali" della Sicilia: le foreste pluricentenarie da scoprire
Meraviglie della natura. Un patrimonio naturale che conserva ancora tutte le caratteristiche delle foreste primarie. Ecco i 21 boschi vetusti siciliani
Si tratta di sistemi forestali non utilizzati dall'uomo da tempi remoti, con caratteristiche che li rendono simili alle antiche foreste primarie. Rappresentano un grande serbatoio di biodiversità e sono di fondamentale importanza dal punto di vista ecologico, ma anche per lo studio delle dinamiche naturali.
In Sicilia, nel 2024 il Corpo forestale della Regione, con la collaborazione dell’Università di Palermo, ha svolto un’attività di identificazione, delimitazione e caratterizzazione dei boschi vetusti presenti nell’Isola.
I 21 siti individuati si trovano nei territori di Palermo, Messina, Catania e Siracusa, soprattutto su aree demaniali.
Tra i 21 boschi vetusti di Sicilia c'è il "magico" Bosco di agrifogli di Piano Pomo, dove si possono ammirare i rari, anzi unici, agrifogli giganti. Si trova nel territorio di Petralia Sottana, a Piano Pomo appunto, al confine con il Comune di Castelbuono.
Gli agrifogli hanno oltre 400 anni d'età. Un vero e proprio monumento, come vi abbiamo raccontato in un nostro articolo, il bosco di Piano Pomo si può considerare l’ultimo erede di una foresta che coprì per buona parte la Sicilia durante il periodo Terziario, di preciso nell’epoca dell’ere glaciali.
In provincia di Messina, nel Bosco di Malabotta, a pochi passi da Roccella Valdemone all'interno del Parco dei Nebrodi: comprende un'area attrezzata ed una fonte. A segnare l'ingresso "magico" al bosco sono le Rocche dell'Argimusco, importante complesso megalitico considerato la "Stonehenge di Sicilia".
Malabotta è un ecosistema composto di piante di età pluricentenaria, come le querce secolari con fusti di oltre due metri di diametro. La vegetazione è composta anche da cerri, faggi, castagni, agrifoglio, leccio e diverse altre specie.
Considerata la "foresta" dei Nebrodi per la fitta vegetazione e la vasta varietà di alberi che domina la scena: nell'Elenco regionale è il Bosco della Tassita. È l'unico bosco di Tasso Baccato in Sicilia, una specie conifera molto diffusa in passato ma oggi abbastanza rara. Chiamata anche “Albero della Morte“, poiché tutte le sue parti, tranne il frutto, sono tossiche. Tre gli esemplari presenti.
Al suo interno il bosco ospita anche una grande varietà di aceri, faggi e agrifogli, così pure di frassino siciliano e sette alberi monumentali. Gli alberi di Tasso sono tre.
Ecco i 21 boschi vetusti inseriti nell'elenco regionale.
- Nel Palermitano: Querceto di roverella di Santa Maria del Bosco (Contessa Entellina), Querceto di roverella del Fanuso (Godrano), Bosco di agrifogli di Piano Pomo (Petralia Sottana), Faggeta di Cozzo Luminario e Lecceta di Monticelli (Castelbuono), Lecceta di Orippotto (Isnello), Querceto di rovere di Pomieri (Petralia Sottana).
- Nel Messinese: Faggeta di Favarotta e Bosco della Tassita (Caronia), Cerreta di Sant'Antonio e Faggeta di Sollazzotto (Capizzi), Bosco di Malabotta (Montalbano Elicona).
- Nel Catanese: Faggeta di Serra del Re, Faggeta di Foresta Vecchia, Faggeta di Grappidà e Bosco di pino laricio e roverella di Monte Egitto (Bronte), Cerreta di Semantile (Maniace), Faggeta di Fago Scuro e Faggeta di Monte Spagnolo (Randazzo), Pineta di pino laricio di Ragabo (Linguaglossa).
- Nel Siracusano la Sughereta di Capotumino (Buccheri).
L’assessore al Territorio e all'ambiente, Giusi Savarino ha firmato il decreto con cui viene istituito l’Elenco regionale dei boschi vetusti, nel quale saranno inseriti 21 siti boschivi di particolare interesse. Il provvedimento è stato siglato al termine di un convegno nazionale sul tema, nella sede dell’assessorato a Palermo.
«Il registro che abbiamo istituito - sottolinea l’assessore Savarino - individua un numero importante di boschi vetusti, un elemento che testimonia l'impegno pluriennale nella tutela del nostro patrimonio naturale. Ciò significa che abbiamo saputo preservare tante realtà che rispondono agli stringenti requisiti previsti dalla normativa, tra i quali l’esigenza che i siti boschivi siano rimasti inalterati da almeno 60 anni.
Il governo Schifani proseguirà su questa strada. Si tratta di luoghi unici e preziosi che custodiscono la storia della nostra terra. Oltre a continuare a essere tutelati, adesso vanno anche valorizzati. C’è sempre maggiore interesse per i beni naturali e noi, nelle modalità comunque idonee a preservarli, dobbiamo diffondere la conoscenza e la fruizione di questi tesori, soprattutto verso i nostri giovani e, ovviamente, verso i turisti».
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