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Tra ruderi e rovine trovi un tesoro: quali segreti custodisce un'antica città siciliana
Scoperta nel 1955, la città offre uno spaccato della storia siciliana. Dalle preziose monete all'Agorà, ogni reperto racconta un segreto sepolto nel tempo
L'Agorà di Morgantina
I resti di chi ha camminato sullo stesso suolo molti secoli prima sono i testimoni di antiche civiltà e, nel silenzio di un villaggio abbandonato, invitano i posteri alla riflessione.
Nel cuore della Sicilia, immersa tra le dolci colline dei monti Erei, si trova Morgantina, una città antica il cui nome evoca storie di popoli, commerci e culture che si sono intrecciate nel corso dei secoli. Questo sito archeologico, situato vicino alla moderna città di Aidone, offre una finestra unica sul passato della Sicilia e del Mediterraneo.
I resti della città siculo-greca sono rimasti sepolti per millenni, nascondendo un tesoro inestimabile fino al 1955. È stato proprio questo, infatti, l’anno in cui alcuni studiosi hanno riportato alla luce Morgantina, compiendo di fatto una scoperta senza precedenti.
La storia dell’antica città iniziò molto prima dell'arrivo dei Greci, con insediamenti che risalgono all'età del bronzo. Fu però durante il periodo greco che Morgantina raggiunse il suo apice, diventando uno dei centri commerciali più importanti della regione.
La sua posizione strategica, su un avvallamento pianeggiante circondato da colline, la rendeva un nodo cruciale per i commerci interni tra la costa settentrionale tirrenica e quella meridionale sul mar d’Africa. Questo aspetto sembrerebbe confermato dal ritrovamento di alcune monete di grande valore. Pare, infatti, che Morgantina fosse l’unica città dell’entroterra siciliano ad aver emesso un tetradramma tra il 300 e il 200 a.C.
In aggiunta a questa tipologia di moneta, ne sono state trovate molte altre che raffigurano avvenimenti importanti della città e della sua popolazione, agevolando notevolmente il lavoro degli archeologi e degli storici.
Un aspetto unico dell’antico villaggio siculo-greco è che fu abbandonato nel I secolo d.C., evitando così le sovrapposizioni storiche che hanno trasformato molti altri luoghi. Questo ha permesso agli archeologi di studiare le strutture della città in maniera molto più agevole e con molti dettagli ancora intatti.
Tra le ricchezze ritrovate nel sito archeologico di Morgantina spicca anche l’omonimo “tesoro”, composto da 15 pezzi in argento risalenti al III secolo a.C. che furono scoperti per puro caso.
A partire dagli anni ’70, inoltre, iniziò una serie di scavi clandestini che portarono alla luce diversi reperti. Uno di questi è la celebre statua della “Dea di Morgantina”, che venne trafugata e attraversò i confini di diverse nazioni prima di tornare al luogo di appartenenza.
La preziosa statua, alta circa 2,20 metri, oggi è custodita all’interno del Museo Archeologico di Aidone insieme a numerosi altri reperti appartenenti al medesimo sito archeologico. La sede della collezione si trova nell’ex convento di San Francesco dei Cappuccini e fa parte di una collezione inaugurata nel 1984.
Tra i ritrovamenti più famosi del sito archeologico di Morgantina c’è anche l’Agorà, che si trova sul tracciato della strada principale e si sviluppa su due diversi livelli collegati tra loro da un’ampia scalinata. Chiaramente, quest’ultima fungeva da luogo di accoglienza per la platea durante gli spettacoli, ma anche da schiera di sedili per le assemblee pubbliche.
Con i suoi numerosi reperti e con il suo fascino misterioso, Morgantina non rappresenta solo un sito archeologico, ma anche un capitolo vivente della storia siciliana e mediterranea. Ogni pietra, ogni moneta, ogni frammento raccontano le storie di varie civiltà che hanno lasciato il loro segno indelebile su questa terra. Visitare Morgantina significa camminare tra le rovine e sentirsi parte di una narrazione che continua a vivere attraverso il lavoro (ancora in corso) degli archeologi.
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