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Tramonti sull'acqua, ritmi lenti e mulini "a Stidda": in Sicilia nella terra del Mito

Parlando di acqua non si può non pensare al mare e alle saline. Una volta erano circa 250, da Trapani a Paceco a Marsala, oggi sono circa 25. Vi ci portiamo

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 21 luglio 2025

Saline siciliane di Aristide Tassone

Il viaggio è scoperta, solo se si avrà voglia di mescolarsi con le persone del posto, ascoltando e imprimendo nella mente quelle sensazioni e sguardi che raccontano più delle parole.

Abitare in una casa anche per una settimana diventa un valore aggiunto, rallenta i ritmi, ti fa conoscere modi ed abitudini.

Fare la spesa, cucinare, andare al mercato diventa così è un’ottima base di partenza. Il mio primo incontro a Trapani è stato in un negozio di frutta e verdura, qui parlando con il proprietario ho espresso il desiderio di astenermi dai locali, di gustare cibi genuini con le ricette tipiche del posto.

Devo essere stata così convincente che mi ha dato una piccola parte del suo pescato della notte precedente, accompagnata da ricette e dalla parola "Omaggio".

Attenzione e cortesia, i trapanesi saranno sempre graditi agli Dei perché sanno accogliere l’ospite. Discendenti del Fratello di Enea, il Re Elimo, hanno ereditato le caratteristiche di quel popolo, rispettosi e indomiti.

Sono contenta di aver avuto una casetta a Via Ilio (nome greco di Troia) di aver di fronte il porto con vicino la Villa Comunale, Chiese, Palazzi e Centro. Se Trapani vive con il mito lo si vede anche nella splendida fontana di Saturno.

Costruita nel 1300 dalla Famiglia Chiaromonte, celebra non solo il protettore pagano della città ma anche il primo acquedotto, ormai perduto, che prendeva l’acqua in una sorgente alle falde di Erice.

Parlando di acqua non si può non pensare al mare e alle saline. Una volta erano circa 250, da Trapani a Paceco a Marsala, oggi sono circa 25.

Con i suoi Mulini a Stidda e Mericano (a stella e americano) hanno distese di canali e vasche dove far lentamente evaporare l’acqua, facendo affiorare il Fior di Sale, che sarà poi raccolto e posto ad asciugare in suggestive piramidi bianche.

Bartolo la mia guida è figlio di un Salinaro. La sua Salina ora è dismessa, me la mostra con nostalgia raccontandomi però che da bambino non amava venire qui, non c’era posto dove giocare, c’era solo lavoro e fatica.

Mi descrive come i Mulini raccoglievano l’acqua e come questa andava nella prima vasca “la Fridda”, passando poi in altre vasche attraverso delle chiuse una volta azionate a mano, arrivando alla vasca “Ruffiana”, terminando poi nella “Mammacaura” dove i cristalli di sale salgono in superfice.

Mi racconta dei fenicotteri rosa che pescano nelle vasche, grembo di un Ecosistema unico, gamberetti ed alghe che gli conferiscono quell’incredibile colore al piumaggio.

Gli chiedo la differenza con il sale di salgemma di cui la Sicilia è anche ricca, risponde che quel sale è pietra, questo del mare è puro, pieno di sostanze e soprattutto di iodio, fondamentale per la salute, raccomandato dal Ministero della Salute.

Il Sale insostituibile conservante dell’antichità, tanto da essere sottoposto a dazi con magistrati che l’amministravano, e che divenne per i Romani anche una strada consolare, la Salaria.

Poi i tanti modi di dire e parole direttamente derivate da questo composto, come Salario e non solo, la mia guida mi fa notare come il gesto delle dita che spargono il sale e lo stesso che indica i soldi.

I tramonti sono epici, alle Saline come alle mura di Tramontana, che si allungano sino alla Torre di Ligny (Turrigni in siciliano). Un'antica torre costiera a difesa delle invasioni Barbaresche, costruita sul mar Tirreno.

Fu il Principe di Ligny durante la dominazione spagnola a volerla, oggi è un importante Museo di Preistoria e del Mare. Fare il bagno sotto le Mura di Tramontana è un’esperienza.

Mentre mi lascio avvolgere dalle onde e dal tramonto ripenso alle storie che mi sono state narrate come quella di Brigantes, un Brigantino a vela costruito da volontari di tutto il mondo, che restaurarono un relitto in disarmo abbandonato al porto di Trapani.

Un bar di fronte alla Piazza del Vecchio Mercato del Pesce ricorda l’impresa. Piazza stupenda con archi e portici con al centro la statua di Venere Anadiomene (nata dal mare), protettrice dei naviganti.

Storie e leggende s’intrecciano come quella di “Felice Aiuto,” mercante di schiavi. La moglie francese Serisse invaghitosi di uno di questi scapperà con l’amante.

“Serisso” (l’uomo sarà ricordato con il nome della donna), li andrà a cercare in Africa dove si vendicherà uccidendo il saraceno e la moglie, riportando a Trapani come macabro trofeo la testa della consorte.

A rendere particolare questa leggenda c’è in Città via “Serisso”, dove ad angolo con un’altra via c’è una testa di donna in marmo. La sera a Trapani è al Corso, mi fermo attratta da una taverna con poche sedie e cuscini sulla strada.

L’oste è Giancarlo, nato in Marocco da genitori trapanesi, cresciuto in Francia e poi tornato a Trapani. È un personaggio che “la sa lunga” ma difficilmente parla.

Qui s’incontrano molti trapanesi, chiamano la Taverna "Ufficio", si chiacchiera si passa il tempo con un calice di ottimo vino doc. Uno di loro mi parla del “cous cous” di pesce specialità trapanese, quella originale è a base di carne.

Un piatto povero che spesso era il sostentamento di vedove e orfani di pescatori a cui veniva destinato un decimo del pescato con cui preparavano questo piatto.

In vena di consigli mi dicono di assaggiare la tipica pizza trapanese, la "Rianata" fatta con farina di grano duro, pomodori aglio, acciughe, olio e tanto origano, da qui il nome, è un’esplosione di sapore molto deciso.

Ritornando a casa ripenso a quella che mi era sembrata una battuta di Bartolo: “Noi Trapanesi siamo figli di Troia” ed in effetti questa è la leggenda…ma bonariamente mi sento di dargli ragione: zitti zitti, consapevoli di essere dei privilegiati, senza clamore, vivono nella bellezza, “li pigghi, ma poi non li pigghi” come ha detto Stefania Auci, pensi di averli conquistati, compresi ma non è così, sono figli del Mito.
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