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Un portale del Trecento nascosto all'Orto Botanico: i "resti" che Palermo non conosce

Passeggiando tra i monumentali arbusti dell'Orto Botanico ci si può imbattere in un portale di pietra: sono i resti (falsi) della chiesa di San Dionisio e la storia è curiosa

Balarm
La redazione
  • 14 gennaio 2019

Il portale in pietra all'Orto Botanico

Passeggiando per i grandi viali dell’Orto Botanico, circondati da eccezionali specie arboree, ci si può imbattere in una specie di portale dall'aspetto decisamente antico: è in pietra ed ha accanto anche una finestra.

Si tratta dei ruderi della chiesa dedicata a San Dionisio, o almeno così è stato stabilito da critici, storici e studiosi.

La piccola chiesetta è di epoca chiaramontana (Quattordicesimo secolo) ed è stata portata alla luce all'inizio del Novecento, quando l'Orto veniva ampliato con dei lavori.

Soltanto che non sono resti autentici ma una falsa ricostruzione: Nino Basile, nel suo libro “Palermo Felicissima” del 193 scrive che in seguito ai lavori di "demolizione per la costruzione dell’Istituto di Matematica e di Architettura Elementare", era appunto stato scoperto "il muro del lato destro di una chiesetta con una ogiva ornata di trafori. La facciata di questa chiesetta si vedeva già nel secolo XVIII e la notò il Mongitore".
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E ancora "quello che rimane di questa chiesetta trecentesca è degno di essere conservato e custodito e mi auguro che ciò sia fatto in questi tempi in cui tutto si distrugge, costituendo essa una nuova attrattiva per i visitatori dell’Orto Botanico nel cui perimetro è rimasta".

Da quel momento in poi nessuno ne ha più parlato, lasciandoci questo singolare muro ricostruito con una modalità "creativa" (la finestra accanto al portale? Perché?).

Secondo alcuni esperti l'idea di far tornare in vita dei resti, per quanto falsi, di una chiesa del Trecento nasceva negli anni Cinquanta e Sessanta per impedire che l'Orto venisse "tagliato" per il passaggio della "via del Porto" (per fortuna mai fatta).

Una via che doveva passare da quel punto per attraversare l'intero quartiere da sud fino alla Cala.

In ogni caso questo falso muro, con il suo falso portale e la sua falsa monofora sono serviti a lasciare l'Orto così com'è: per fortuna gli addetti ai lavori di allora erano abbastanza distratti (o ignoranti?) da non capire che fosse una ricostruzione
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