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Una "mansio" romana nel cuore della Sicilia: Philosophiana, la storia sotto i nostri piedi

Un sito di passaggio per accogliere i viaggiatori in transito, ma era anche un fiorente centro di raccolta dei prodotti agricoli importante per la sua collocazione topografica

  • 4 giugno 2021

La "mansio romana" Philosophiana (foto dal sito Mammasicily)

Nel 2013 l'Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana - Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana pubblica "Miliarius: viaggiare, scoprire, conoscere - collana di itinerari nel territorio a cura di Giada Cantamessa", che risulta davvero interessante sia per la qualità degli articoli prodotti sui diversi itinerari archeologici siciliani che per la semplicità della comunicazione delle informazioni storiche sui siti.

In particolar modo mi sono affezionato all'articolo che ha come titolo "C'ERA UNA VOLTA PHILOSOPHIANA - Alla scoperta di una mansio romana nel cuore della Sicilia" con testi di Flavio R.G. Mela e che racconta la lunga storia del sito sin dall'età del Bronzo.

Nell'area archeologica di Sofiana (o Philosophiana, toponimo dovuto al rinvenimento di laterizi con il bollo Phil Soph), che si trova a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, negli anni 50 del '900 furono recuperati i primi reperti antichi sotto gli strati inferiori di ambienti d'epoca romana ed attribuibili all'età del Bronzo.
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Non furono però l'unica sorpresa.

Da scavi successivi, infatti, fu possibile ipotizzare che Sofiana fu sede di un insediamento d'età arcaica (VI secolo a.C.); altri ritrovamenti ceramici in zona fanno intuire inoltre la nascita di "fattorie" (età timoleontea, come attestato retroterra di Gela) ed attestano la presenza siracusana poiché sono state trovate alcune monete riferibili a Gerone II (tiranno di Siracusa dal 270 al 215 a.C.).

Con l'avvento di Roma la cittadella di Sofiana, nel tempo, si trasforma in "statio".

Dobbiamo dire comunque che l'importanza della cittadina è attestata fin dall'età repubblicana, anche se da diversi studi il periodo "aureo" per la città fu nell'età del grande Augusto poiché, presumibilmente, fu coinvolta «in quella politica di riforme imperiali degli inizi del I secolo d.C., che, per favorire la raccolta del grano e la riscossione dei tributi dalla Sicilia, fu artefice della nascita e della ristrutturazione di diverse realtà cittadine».

Sofiana in effetti divenne ricca e fiorente soprattutto per la sua funzione importantissima di centro di raccolta dei prodotti agricoli e per la sua collocazione topografica: al centro della strada che collegava Catania e Agrigento, due dei porti più importanti dell'epoca, cioè lungo l'Itinerarium Antonini (di cui sconosciamo l'effettivo intero percorso).

Inoltre era una cittadina ben organizzata, aveva gli spazi interni distribuiti in maniera regolare, era attraversata da strade lastricate con basole e delimitata da una cinta muraria ed, infine, era presente un complesso termale (IV secolo d.C.) dove, tra l'altro, è stata trovata una lastra in pietra arenaria recante la scritta Ioudas sabanas attestandone la presenza ebraica in città.

All'esterno della cinta, cioè extra moenia, si trovano invece diverse necropoli (utilizzate tra il I e l’VIII secolo d.C.) con sepolture di rito romano. Una cosa interessante è il corredo funerario ritrovato con oggetti che richiamerebbero il rituale del refrigerium (come vasellame per bere o mangiare e lucerne - il nostro antico cunsulatu) oppure monete usate come obolo per Caronte.

Purtroppo per Sofiana Roma conquista l'Egitto facendola diventare il "granaio" di Roma, quindi la Sicilia perde importanza commerciale con conseguente decadenza di molte sua Città.

Ma i guai vanno a braccetto e nell'ultimo decennio del III secolo d.C. la cittadella subì una grave distruzione che venne superato egregiamente con la sua rinascita nel IV secolo d.C.: Sofiana diventa "statio" (stazione di sosta) ed anche, probabilmente, di un mercato e un centro per la riscossione delle imposte.

Nel 365 d.C., tanto per essere fortunati, un grave terremoto colpisce la statio la quale venne letteralmente distrutta, ma non abbandonata dai suoi abitanti che erano tosti!

Anzi tra la fine del IV e il V secolo d.C. mantenne il suo ruolo attivo nell'ambito della produzione, (attestata dalla presenza di fornaci all’interno del complesso termale) ed è stimolata nella produzione edilizia, infatti sono di quel periodo la piccola basilica paleocristiana con le due absidi inserite nel calidarium delle terme e la costruzione dell'altra basilica paleocristiana posizionata sulla collina nella zona sud-ovest in direzione Barrafranca/Mazzarino, proprio quest’ultima struttura ha una pianta irregolare ma intuibile: tre navate, un abside e un prothyron.

La zona dell'abside e la prima parte della navata centrale (per circa 2 m di lunghezza), hanno caratteristiche strutturali differenti rispetto alle mura successive, quindi si pensa che questa zona costituisse un martyrium, cioè la presenza della tomba di un Santo (o di una reliquia, pertanto si giustifica la presenza delle tombe poste intorno all'abside che successivamente si sarebbero sviluppate anche nelle navate laterali, nel prothyron, lungo i fianchi esterni e di fronte la facciata della struttura.

Questa è l'affascinante Philosophiana, luogo da visitare ed amare.
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