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"Vestirsi da ricchi" a Palermo, i duemila lo sanno eccome: i due stili che non conoscevi

"New money" e "old money" sono due scuole di pensiero diverse in fatto di outfit da sfoggiare fra le vie del centro e dello shopping, a scuola e nei luoghi di ritrovo

  • 28 novembre 2022

via Ruggero Settimo di Palermo

Mentre l’appariscenza di chi imita lo stile delle star del web colpisce in quanto novità, il caro vecchio bon ton non esce di scena, ma torna a conquistare i cuori dei più giovani. In un’epoca in cui conta più apparire che essere, Palermo diventa il teatro di due diverse interpretazioni del vestirsi da ricchi.

Spopola il trend “Quanto costa il tuo outfit?”. Fra le vie del centro e dello shopping, nei pressi delle scuole, nei luoghi di ritrovo notturni e nei più disparati angoli della città si sfoggiano forti accostamenti di tessuti, colori sgargianti, iconiche "G" di Gucci – vere e taroccate, – oro e accessori metallici appariscenti, scarpe voluminose e occhiali da sole fiammanti.

Si vede nelle vetrine della città e nei passanti che la affollano: a Palermo si è diffuso un nuovo gusto nel vestirsi. Sono i giovani della generazione Z, nati fra il 1997 e il 2012, a portare in città questo nuovo modo di intendere la moda e lo stile. Vogliono vestirsi da ricchi, ma a fare la differenza non è tanto il prezzo o la marca del singolo capo di abbigliamento, quanto il look nel suo insieme.
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A prescindere dal valore d’uso degli articoli acquistati, l’outfit perfetto è quello che richiama più da vicino lo stile di vita opulento ostentato da rapper e influencer appariscenti, come le Kardashian.

È la cosiddetta estetica "new money", dove il termine “new money” indica gli style symbol di riferimento: celebrità che non sono cresciute in un contesto agiato, ma che hanno creato da sé la propria ricchezza e il proprio successo, e per questo lo mostrano con orgoglio.

Un esempio, in Italia, è certamente il rapper Ghali: dalla periferia milanese, costruisce il suo successo e diventa fra gli artisti più influenti del paese, esibendo sempre uno stile colorato e sopra le righe.

L’uso e il consumo di abiti, scarpe e accessori si presenta, dunque, come un agire dotato di senso, un’azione di tipo simbolico che comunica un chiaro e semplice “chi siamo”: apparteniamo a quella classe che insegue e imita il gusto estetico di coloro che “ce l’hanno fatta”, crediamo nell’ascesa sociale e siamo dell’idea che bisogna andare fieri e orgogliosi dei risultati raggiunti.

Allo stesso tempo, però, ci differenziamo e distinguiamo da chi invece si ritrova in ideali differenti, da chi è nato già "con il cucchiaio d’argento in bocca", come direbbero gli inglesi.

Lo stile d’abbigliamento portato dalla ribalta dalla Gen Z è infatti diverso dal “vestirsi da ricchi” in voga nei contesti in cui si è mantenuta una tradizione diversa: se l’estetica “new money” prevede accessori sgargianti e accostamenti audaci, negli ambienti più chic ed esclusivi di Palermo viene ancora privilegiato uno stile più classico e raffinato, caratterizzato da sobrietà, colori neutri, tinte uniche, bottoni, colletti e cappotti.

Seppur ancora legata a contesti più formali e "in", questa scelta è tutt’altro che desueta: grazie a TikTok e i suoi trend, in tantissimi stanno apprezzando e riproponendo un’estetica più vicina ai gusti dei nobili di una volta. Questa estetica è conosciuta come "old money" e i suoi style symbol di riferimento sono, appunto, gli esponenti di quelle classi agiate da generazioni, i ricchi ereditieri, i moderni discendenti delle famiglie nobiliari e aristocratiche. Un esempio potrebbe essere Lady Diana: nata ricca e nobile come pochi, rappresenta tutt’oggi l’incarnazione estetica del sangue blu e suscita l’ammirazione di molti per il suo portamento elegante e senza tempo.

La moda del "vestirsi da ricchi" abbraccia dunque due versanti distanti fra loro, due modi diametralmente opposti di esprimere visivamente l’idea di ricchezza: da una parte la ricchezza è vissuta come una conquista da sfoggiare, mentre dall’altra come una qualità innata che si lega all’etichetta e al bon ton. In entrambi i casi “vestirsi da ricchi” non vuol dire necessariamente esserlo, e questo l’hanno capito bene anche i commercianti: girando per le strade della città o all’interno dei suoi grandi centri commerciali, non sono poche le vetrine che propongono abiti “new money” e “old money” a prezzi accessibili e molto distanti da quelli tipici dei negozi di lusso.

Non è dato sapere quale sarà, fra i due, lo stile che supererà – forse ancora una volta – la prova del tempo. È tuttavia motivo di fascino la voglia di riscatto interpretata dai più giovani e dal loro abbigliamento.
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