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Viaggio nella bellezza della costa Nord della Sicilia: i luoghi da scoprire sulla statale 113

Paesaggi magnifici e senza tempo, al netto di alcuni abusi nefasti, la statale passa per luoghi del mito, divenuti nel tempo mete di turismo, tra arte, cultura, natura

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 17 luglio 2023

Il borgo di Oliveri

Percorre la costa nord della Sicilia "da punta a punta" e unisce due estremi per un totale di 377 km: stiamo parlando della Strada Statale 113, ovvero, la Settentrionale Sicula detta SS 113 una tra le più antiche strade statali italiane che si snoda lungo la costa settentrionale della Sicilia, appunto, andando da Messina a Trapani passando per Palermo.

Se la realtà della nostra viabilità annovera problematiche note, è che paesaggisticamente le stesse pene automobilistiche vissute sotto la prospettiva del viaggio si trasformano passando all’interno di scenari che hanno da raccontare una storia fatta di natura, ruralità, archeologia, arte e gastronomia.

In particolare questa arteria molto datata è un viaggio a tappe che passa da luoghi noti e che ricalca quello che abbiamo anticipato sopra, ovvero, dalla strada alla storia e viceversa.

Iniziata nel 1838 la costruzione lungo la costa settentrionale della Sicilia seguiva parte della precedente realizzazione risalente tra il 1778 e il 1824, ripresa nel 1826, un collegamento detto Messina-Palermo via montagne.
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Il nuovo tracciato seguiva il percorso della via marine che risultò di non facile costruzione per l’orografia del territorio: fiumare, tratti di costa irregolari, aree rurali, promontori sul mare e strapiombi. Dagli anni Settanta in poi del secolo scorso con l’apertura dell’autostrada Palermo/Messina A20 ha perso la sua funzione di principale collegamento, sostituita dalla rete autostradale.

Per buona parte del novecento partire da Messina per arrivare a Trapani somigliava ad una traversata di tipo oceanico, ad una velocità che oggi ci sembrerebbe a passo di lumaca.

Eppure era inconsapevolmente un viaggio nella bellezza, un vero viaggio nel paesaggio, tolte le grandi città e alcuni abusi nefasti per i quali oggi, purtroppo, il paesaggio paga ancora un prezzo altissimo, la costa nord passa per luoghi del mito e della storia siciliana che sono diventati nel tempo mete di turismo, di attrazione tra arte, cultura, natura che raccontano la bellezza di questa parte del territorio.

Ne annoveriamo alcune e in maniera molto semplice perché se le mettessimo dentro tutte, verrebbe fuori un testo enciclopedico, ma vale la pena per farsi toccare dalla curiosità. Partendo da Messina Milazzo è una delle destinazioni riconducibile alle sue spiagge con le isole affacciate sul Tirreno e il suo castello svettante, il promontorio del Capo, i suoi paesaggi della riserva marina.

Proseguendo sulla costa successivamente la strada viene punteggiata da nomi di paesi come Terme Vigliatore, Furnari, Falcone, Oliveri, che anticipano il tratto dominato dalla rocca di Tindari.

Nella parte più alta del promontorio si trova il bellissimo Santuario con la sua Madonna nera e appena accanto l’area archeologica affacciata sul un belvedere dal quale il mare turchese che lambisce e circonda la Riserva naturale orientata Laghetti di Marinello, un’oasi da visitare almeno una volta per la sua bellezza, la particolarità dell’habitat.

Da qui la strada procede verso Patti, segue la costa verso nord ovest in un percorso tortuoso dove iniziano le scogliere che precipitano in mare, si aprono in calette di sabbia e ciotoli, piantonate da scogli dove i gabbiani restano padroni e guardiani delle rocce.

Si giunge Capo Calavà, superato dalla stretta galleria scavata nella roccia, che a partire dal 1844 fu la prima galleria carrozzabile aperta in Sicilia.

Successivamente mete di turismo marino come Gioiosa Marea e Brolo, si estendono ai piedi delle propaggini dell'Appennino Siculo dei Nebrodi che su in montagna rappresentano uno scorcio di natura che riserva soprese tra boschi e cascate che si possono raggiungere uscendo sulle diramazioni alle spalle.

Si giunge a Capo d'Orlando dove una visita merita la sua costa, come la bellissima e intatta dimora della famiglia dei Piccolo di Calanovella, oggi sede della Fondazione, imparentati col bel mondo della ricca nobiltà siciliana, cugini amati da Tomasi Di Lampedusa: il poeta Lucio Piccolo, il pittore e fotografo Casimiro Piccolo e Agata Giovanna, esperta in studi di botanica.

Attraversando l'abitato di Acquedolci si arriva ad una delle città siciliane famose per la ceramica: siamo a Santo Stefano di Camastra dove resta intatta la tradizione degli artigiani passando per il suo centro storico dove i laboratori sono annessi alle botteghe.

Subito dopo lungo la linea costiera verso ovest, si entra sotto i territori degli ultimi comuni del messinese, a Castel di Tusa c’è l’Atelier sul Mare con le camere dedicate all’arte contemporanea è il preludio della Fiumara d’arte del mecenate Presti, Motta d'Affermo, Tusa con l’area archeologica di Alesa, e Pollina con il suo centro storico medievale, la coltivazione della manna, la costa e le torri medievali sono rimaste a guardia delle spiagge cristalline.

Da qui si sviluppano le diramazioni per salire sulle zone montane che da Nebrodi si sono trasformate in Madonie, continuando invece sulla SS113 si raggiungere la normanna Cefalù, la più importante città storica e turistica della costa tirrenica con il suo Duomo monumentale svettante sotto la Rocca.

Da Cefalù corre ancora un po’ di costa a scogliera fino al fiume Imera Settentrionale, e in corrispondenza della stazione di Cerda si innesta la strada statale 120 che collega l'Etna alla costa passando per le Madonie. Il paesaggio si apre con rilievi collinari e la figura rocciosa di Monte San Calogero che domina su Termini Imerese, con la rocca di Caccamo e il suo castello quasi intatto, attrazione per appassionati di borghi e storie di cavalleria.

Superata Trabia, Altavilla la destinazione è Bagheria, luogo di ville settecentesche, di nobili dimore ancora visitabili che parlano di una epoca feudale, di baronie e di sfarzi eco di un tempo che ha il sapore di Gattopardo, ma anche di sfincione!

Uscendo da Palermo, che non stiamo qui a raccontare per ovvi motivi, si entra in una zona fortemente antropizzata e, purtroppo, devastata, con spiagge lunghissime di sabbia fine con comuni che gravitano a partire dalla zona di Isola delle Femmine con la sua isoletta turrita oggi riserva, Capaci, Carini, Cinisi e Terrasini.

Oltrepassato Terrasini ci si innesta in un altro paesaggio ancora: una linea costiera che superato la deviazione per Partinico e l’entroterra belicino, arriva fino a Castellammare del Golfo.

Per circa 20 chilometri si viaggia immersi in un paesaggio rurale, vigneti e uliveti fanno da padroni, ruderi di Castelli e rovine di antichi templi come ad Alcamo e Segesta, Calatafimi, masserie che si vedono spuntare tra i campi di grano e cereali, orti e frutteti, caseggiati abbandonati nel silenzio della campagna, la deviazione che da Castellammare va per Scopello con i suoi faraglioni, il borghetto e la tonnara, la stupenda riserva dello Zingaro casa della palma nana, che arriva fino al promontorio di San Vito Lo Capo.

Infine la strada prosegue nello scenario collinare e attraversa alcune frazioni del trapanese come Dattilo famosa per il cannolo con la ricotta grezza che si sente lo zucchero scrocchiare sotto i denti fino ad arrivare in prossimità della città di Trapani, da cui si può prendere il bivio per Erice e salire su uno dei promotori rocciosi più famosi dello scenario siciliano, guardare il mare della merlature del castello, assaporare dolci tradizionali eccezionali, o scendere sulla costa a godere del panorma al tramonto con il sole che scende dietro le Isole.

Un'eco lo facciamo alla tre grandi città per doveroso omaggio e ci rivolgiamo al cibo: partendo da Messina, per esempio dopo una bella visita al …assaggiamo il pitone fritto, ci godiamo il gusto bicolore della pignoccata, poi passando per Palermo seduti alla Cala ci concediamo una iris alla ricotta o un panino con panelle e crocché, per finire a Trapani ci tuffiamo dentro un lemmo di cous cous e ci rinfreschiamo con un gelato affacciati dalla Torre di Ligney.
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