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Vieni qui se vuoi vedere bellezze fuori dal comune: sette posti che trovi solo in Sicilia

Ci sono luoghi unici al mondo che puoi vedere solo nell'Isola. Si tratta di posti molto particolari che puoi raggiungere solo se sai dove andare a scovarli. Eccone alcuni

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 20 novembre 2023

Luoghi unici al mondo la cui attrattiva è l'incredibile bellezza paesaggistica unita al contesto storico nel quale sono avvolti, miti ancestrali e leggende che decorano l'immaginazione di chi li visita.

Iniziamo entrando nel cuore di pietra della Siracusa del tiranno Dionigi, l'orecchio di Dioniso, apparentemente naturale questa frattura realizzata da mani umane nel V secondo a. C. è uno dei monumenti più famosi tra quelli segnalati in tutta la Sicilia, una delle grotte artificiali che fanno parte della Latomia del Paradiso, l'antica cava utilizzata per estrarre la pietra per costruire la città durante il periodo greco.

La leggenda racconta che il posto era utilizzato da Dionigi I per carcerare i suoi nemici e ascoltarne i discorsi attraverso una camera adiacente nella parte superiore della grotta. Con un andamento "a S" che restituisce questo effetto di amplificazione acustica naturale dei suoni, la grotta è alta circa 23 m, larga dai 5 agli 11 m e si sviluppa in profondità per 65 m.
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Camminarci dentro suggerisce una atmosfera fuori dal tempo, come addentrandosi nelle viscere della terra, immersi nella nuda pietra. Sembra che questo non fosse l'unico luogo del genere dentro le latomie siracusane usate come prigione, ne parla già Tucidide nella sua Guerra del Peloponneso, dove descrive la spedizione ateniese in Sicilia avvenuta tra il 415 e il 413 a.C, con 7.000 soldati prigionieri e Cicerone nell’opera delle Verrine.

Restiamo nel cuore dell'Isola ma ci spostiamo in superficie nel suggestivo e surreale sito archeologico delle Cave di Cusa che rappresenta davvero un esempio unico nel panorama paesaggistico/archeologico della Sicilia e di tutto il Mediterraneo.

È la testimonianza dell’antica civiltà greco-megalese del VII secolo a.C., che contestualizza la storia di queste antiche cave di pietra calcarenitica legata alle vicende destino della antica città-stato di Selinunte.

Qui venivano scavati i grossi blocchi di tufo arenario e estratti nelle Cave di Cusa che furono utilizzati per costruire i meravigliosi templi di ordine dorico selinuntini, notevole esempio di abilità architettonica dell'epoca.

Anticamente dette "Ramuxara o Damus-ara", come all'epoca delle estrazioni si presentano identiche, a cielo aperto e circondate dalla campagna rurale agricola.

Gli scavi archeologici e gli studiosi hanno evidenziato i vari passaggi nella cava dove persistono a testimoniare il lavoro, la presenza di enormi blocchi di pietra già segnati e intagliati pronti per diventare colonne o basamenti, architravi o frontoni di monumentali edifici, suggerendo ai contemporanei visitatori la fatica degli operai impegnati nel lavoro di estrazione e trasporto per rotolamento o trainati su carri da buoi.

La particolarità dell'atmosfera che è data dalla sensazione di un luogo abbandonato ma sospeso nel tempo che trasmette la strana nostalgia di un tempo perduto, la cui presenza si respira ancora.

Andiamo dall'altra parte dell'isola e torniamo ancora più indietro nei secoli: entriamo nella "Tomba del Principe", nota anche come Grotta Sant’Angelo, a Sant'Angelo Muxaro, nell'entroterra ancestrale e mitologico dei Sicani nella terra del leggendario Kokalos.

Sant'Angelo Muxaro è un piccolo nucleo rurale ubicato nella provincia di Agrigento, un paese che sulla cima di una collina domina il paesaggio che nel suo versante roccioso ha restituito decine di tombe preistoriche e con esse innumerevoli reperti funerari custoditi nel corso dei secoli. Gli appassionati di archeologia, di storia e preistoria, di Sicilia in generale, potranno visitare la necropoli e il piccolo ma molto ben strutturato Museo Archeologico.

Un grande ipogeo circolare, visitabile e luogo magico sede di piccoli e suggestivi eventi, composto da due camere rotonde e comunicanti tra loro, ognuna delle quali sembra avesse una funzione ben precisa, sulle quali gli studiosi sono concordi sul fatto che la camera più interna ospitasse i corpi di un Principe Sicano e della sua famiglia.

Così appare grazie anche ai numerosi ritrovamenti di oggetti e preziosi monili all’interno della stanza, che solo una famiglia benestante e ricca e potente poteva permettersi per quell’epoca.

Fu grazie all’operato di Paolo Orsi, che diresse tutti i lavori per riportare alla luce i misteri che avvolgono ancora oggi questo luogo con i primi sopralluoghi che avvennero nel 1931, e che restituirono con La Tomba del Principe altre testimonianze della presenza umana. Nella Riserva Naturale Grotta di Sant’Angelo Muxaro, si trova un altro e ipogeo lungo oltre 1 km, visitabile in gran parte.

La Leggenda della Grotta Sant’Angelo vede come protagonista il santo patrono intorno al quale ruotano molte delle tradizioni locali che vertono nella sua devozione: questa grotta era invasa da spiriti maligni portatori di disgrazie e sfortuna a chi passasse nelle vicinanze.

E qui appare il ruolo di Sant’Angelo a liberare la grotta da queste entità, arrivando sul luogo tramite una barca che attraversò i mari: grazie a un terremoto riuscì a cacciare tutti gli spiriti, donando pace al territorio.

Lasciamo il cuore dell'entroterra e ci dirigiamo sulla costa tirrenica dove troviamo "A rotta di Palummi", ivvero La Grotta delle Colombe di Terrasini, uno dei gioielli della Baia di San Cataldo.

Il tratto costiero è quello che va da Terrasini a Trappeto, in provincia di Palermo, qui esiste una baia dentro una suggestiva insenatura che preni Baia di San Cataldo, dove si trova una scalinata suggestiva che conduce al mare, per aprirsi su un panorama mozzafiato.

La località è in prossimità della foce del torrente Nocella, dove troviamo una storia che racconta il luogo come quello dove nel 1314, avvenne lo sbarco della flotta angioina, e nlla parte più alta si trova ancora un bunker della seconda guerra mondiale.

Una zona bellissima, paesaggisticamente suggerisce la vicinanza della riserva dello Zingaro per preservarne la bellezza, dove la costa si estende dalla spiaggia della Ciucca fino a quella di San Cataldo e alterna calette pietrose e dirupi sul mare.

La Riserva naturale orientata Capo Rama è stata istituita dalla Regione Siciliana nel giugno del 2000 quindi affidata in gestione al WWF. Nel lontano 1968 il Comune aveva individuato l’area del promontorio come “biotipo di inestimabile valore”.

Capo Rama rientra nell’esclusivo elenco dei geositi italiani, località di rilevante interesse geologico di alto valore naturalistico
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