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Palermo può fare come Venezia? L'idea di collegare l'aeroporto e la città via mare

La Gesap ha lanciato l'idea del progetto in collaborazione con l’autorità portuale: traghetti o aliscafi che fanno spola tra il porto e l'aeroporto di Palermo

Balarm
La redazione
  • 20 novembre 2017

Un "water taxi" come tanti ne esistono nel mondo

Venezia, ma anche New York, Bangkok, Malta o ancora Istanbul: i water taxi sono per molte città un'alternativa via mare al traffico delle normali carreggiate e - solo nel caso di Venezia - collegano perfino l'aeroporto con il centro città.

L'idea di avere una linea di collegamento tra l'aeroporto e il centro di Palermo è quella che è stata proposta, nel corso del convegno "Gesap un caso di successo", dal presidente della Gesap Fabio Giambrone.

«Lavoriamo a un collegamento marittimo tra Porto e Aeroporto di Palermo - ha detto - già è nata una collaborazione con il presidente dell’Autorità portuale e stiamo lavorando a un progetto che nei prossimi anni potrebbe utilizzare le vie del mare. Dal porto all’aeroporto, dallo scalo aereo verso le isole».

Un caso di successo Gesap, vero: numeri e dati dimostrano ormai da oltre due anni la crescita dello scalo palermitano per flusso turistico e popolarità e, nel giugno del 2017, un incremento medio a doppia cifra rispetto allo stesso mese del 2016.
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Una crescita che spinge a fare nuovi progetti e fa aumentare il suo merito creditizio, tanto da portare il colosso bancario Unicredit a mostrare attenzione agli investimenti a guardare avanti: nello specifico verso il collegamento via mare.

Ma parliamo della fattibilità: secondo Giulio Di Chiara, fondatore del portale Mobilità Palermo, non è un progetto di poco conto. Tra la ferrovia ancora in stand by, i costi di realizzazione, i costi di gestione e il prezzo dell'eventuale biglietto sembra più un problema che una soluzione tampone.

Infatti, se l'idea di collegare l'aeroporto con Palermo «Serve a tamponare la momentanea mancanza di treni bisogna capire che tempi di realizzazione ci sono, se esiste già un porticciolo o se la tratta è garantita anche nelle ore notturne».

«Mi sembra un progetto totalmente secondario rispetto al ripristino della ferrovia - commenta Di Chiara - che doveva essere consegnata ai cittadini a dicembre 2017 e che invece forse verrà consegnata nella primavera del 2018. Inoltre che costo avrebbe?»

Il treno costava meno di sei euro, il pullman meno di sette euro e ora c'è il taxi sharing che costa circa 10 euro. «Immagino che un aliscafo costi di più - continua - potrebbe essere un collegamento totalmente finanziato da un privato che vede il business e lo fa per i turisti che vogliono fare questa esperienza "panoramica", ma nella vita di ogni giorno è difficile per un cittadino pensare di affidarsi a un mezzo costoso e incerto».

Incerto perché: la sera o i pomeriggi invernali, quando fa buio insomma, la navigazione sarebbe garantita? La crescita dell'aeroporto come scalo implica anche un grosso flusso di arei in arrivo e in partenza: a quali orari partirebbe e arriverebbe l'imbarcazione?

«Secondo me - conclude Giulio Di Chiara - si tratta di tutta una serie di suggestioni e non di cose realmente utili alla cittadinanza e ai viaggiatori».
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