ATTUALITÀ

HomeNewsAttualità

Palermo: ti amo, ma ti lascio. Ogni mese in mille vanno via ma non è solo per lavoro

Ad andare all'estero sono soprattutto giovani sotto i 35 anni con un titolo di studio ma non solo: in molti lasciano Palermo per altre città siciliane e piccoli centri

Balarm
La redazione
  • 22 agosto 2017

Palermo sembra svuotarsi a ondate medie di diecimila persone ogni anno e, recenti dati emessi dall’ufficio Statistica del Comune, ci fanno sapere che ogni mese a lasciare la città sono circa mille.

Chi sono? Dove vanno? Perché questa emorragia? È un'emorragia? Dall'inizio del 2017 a oggi se ne sono andate oltre cinquemila persone: giovani per lo più, che con un titolo di studio in mano sono partiti alla volta di Stati Uniti e nord Europa, ma non solo.

Talvolta Palermo viene lasciata per raggiungere Comuni limitrofi: cambi di residenza ufficali che comunque non significano l'abbandono definitivo da parte delle persone.

Così se all'estero vanno soprattutto gli under 35, ci sono palermitani che si spostano nelle più tranquille vicinanze: zone di mare e villette come Carini e Capaci o ancora Monreale, Villabate e Misilmeri.

Sembra essere la qualità della vita la molla che in entrambi i casi spinge a lasciare il capoluogo: famiglie con bimbi scelgono centri meno caotici, pensionati si spostano in perenne villeggutura (o nel Comune di origine, che avevano lasciato per lavoro) e infine i giovani di belle speranze che afferrano a piene mani la possibilità di sfondare nella carriera dei sogni.
Adv
Sta di fatto chei alla fine del 2016 i residenti erano 673.735 e oggi sono 670.816. E inevitabilmente si fa cenno alla nomina di Palermo Capitale italiana dei giovani, non senza polemica o "meme" da social netowork, uno su tutti: "Palermo Capitale dei giovani che se ne vanno". Il titolo però, è una possibilità e non un premio.

Si tratta infatti di dare alla città nominata le risorse per mettere in atto un programma di iniziative rivolte ai giovani. E mentre assessori e dirigenti di Palermo si risvoltano le maniche progettando di intervenire su mobilità, solidarietà e cultura, Confartigianato pensa a lungo termine.

Propone infatti di ripristinare le botteghe-scuola per aiutare i giovani a inserirsi da nel circuito del lavoro subito dopo la scuola dell'obbligo.

Qui a sud di dove la disoccupazione (nazionale) supera il 35 per cento i ragazzi sono «costretti a emigrare anche per mantenersi durante gli studi o restano nella propria città attendendo un'occupazione che non arriverà mai - commenta Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo - le botteghe-scuole permetterebbero ai giovani di intraprendere un percorso formativo e le competenze acquisite arricchirebbero il loro bagaglio culturale».

Intanto quelli che si sono trasferiti all'estero per lavoro trovano impieghi sicuri, appaganti e ben retribuiti. Giovani e anche donne in realtà, visto che appunto sono queste le due categorie a cui spesso manca l'occasione, che lasciano la città natale per la Germania, la Svizzera o anche il nord del Paese.

In Germania si è spostato infatti oltre il 20% del totale dei palermitani emigrati, c'è poi l'Inghilterra seguita dalla Francia e dopo ancora dall'America con l’8,1%.

Sempre durante il 2016 oltre diecimila palermitani (quasi il 10% in più del 2015) hanno deciso di trasferirsi in alte città italiane e quasi la metà di loro in piccoli Comuni mentre dalle province siciliane come Agrigento, Trapani o Messina il flusso è invertito: si spostano da lì a qui.

Palermo allora non si sta "svuotando" del tutto: forse è solo questione di opportunità e, come succede da sempre negli Stati Uniti, semplicemente a un certo punto si lascia la propria città di origine per seguire i propri sogni.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI