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Approcci 2.0 all'Unipa: arrivano le bacheche Spotted

A Palermo arriva Spotted, la nuova frontiera della comunicazione. Dai consigli agli inviti, ecco il fenomeno del microblogging anonimo più in voga del momento

  • 5 marzo 2013

Prima che l'era digitale arrivasse a facilitare la nostra esistenza, i modi per approcciarsi a qualcuno all'Università erano certamente diversi. Si parlava con i colleghi, si creavano le occasioni per incontri “casuali”, oppure si lasciavano dei biglietti con messaggi significativi. Oggi le cose sono cambiate, e l'esempio pratico è lo Spotted, una moda tutta americana arrivata nelle ultime settimane negli atenei italiani, compreso quello palermitano.

Spotted in inglese significa avvistato. Ed è proprio questo il concetto delle bacheche così denominate. Avvistare qualcuno e dirgli ciò che si pensa, ma in modo completamente anonimo. L'idea appartiene a Rich Martell, studente della University College London, che ha creato un sistema di microblogging anonimo destinato a diventare un vero fenomeno.

Che si tratti di dichiarare un amore, di fare una critica più o meno pungente o semplicemente di esporre il proprio punto di vista su una situazione senza esporsi pubblicamente, le bacheche Spotted, ognuna relativa ad una facoltà, sono l'ideale. Facendo un giro sulle pagine di Facebook delle facoltà palermitane di Lettere, Ingegneria e Scienze Della Formazione si potrà avere un'idea di come funzioni. L'importante è seguire le regole: niente nomi, niente tag, niente contenuti violenti, offensivi o razzisti. E se si desidera che la persona in questione ci riconosca, o riconosca se stessa? E' necessario specificare anno, cattedra, corso di laurea e luogo nella quale è avvenuto l'incontro o l'avvenimento nel modo più completo possibile.

Il fenomeno Spotted a Palermo si sta diffondendo a macchia d'olio. Tra chi dice che si tratti di una rivoluzione interessante per i rapporti, chi lo considera il gradino più basso raggiunto dagli studenti universitari, chi lo ama e lo usa quando gli sembra necessario e chi critica la mancanza di contatto diretto, considerandolo un metodo troppo comodo per esprimere concetti di cui si dovrebbe discutere a quattr'occhi, l'argomento è ormai all'ordine del giorno.

Il punto, in ogni caso, non è criticare o innalzare quella che ormai è una realtà sempre più diffusa, ma prendere atto dell'ennesimo cambiamento, nell'accezione social, della vita moderna. Sarà davvero arrivato il momento di sostituire i piccoli e grandi gesti e imbarazzi che ci rendevano e ci hanno sempre resi umani, in favore di una bacheca?

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