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Dobbiamo essere sempre ultimi in classifica? Palermo appare ferma nel suo degrado

Il Sole 24 ore e Legambiente hanno pubblicato uno studio sui sistemi urbani: il dato di Palermo è sconfortante, al limite del non commentabile, ma noi commentiamo lo stesso

  • 4 novembre 2019

Porta Felice (Photo credits: Cooperativa Terradamare)

Il Sole 24 ore e Legambiente pubblicano ogni anno uno studio sui sistemi urbani mettendo a confronto 104 città italiane: in pratica confrontando alcuni indicatori relativi ad aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente provano a indicare la qualità ambientale delle città italiane.

Dato 100 il punteggio alla città ideale, ovvero quella che rispetta al meglio i parametri di legge e riesce a garantire lo standard ottimale, vengono attribuiti dei valori numerici decrescenti alle varie città. Quest’anno la città più green d’Italia è Trento (con 81 di punteggio) che supera Mantova (80) vincitrice sia nel 2018 che nel 2017. Mantova era al 17esimo posto nel 2014, al nono nel 2015, prima nel 2017 e nel 2018.

Interessanti anche il caso di Milano, al 63esimo posto nel 2014, e 32esimo quest’anno ed il caso di Catanzaro, città del sud con la quale generalmente Palermo contende le ultime posizioni. Partita al 100esimo posto nel 2014 è oggi ad un lusinghiero 31esimo posto.
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Come al solito il dato di Palermo è sconfortante al limite del non commentabile. Palermo nel 2019 è al 100esimo posto su 104, con un punteggio di 30 (ovvero è il 30% di una citta green). E sebbene su alcuni indicatori, come le isole pedonali, ha una buona posizione, crolla sulla maggior parte delle classifiche parziali. Come la diffusione del fotovoltaico, o la capacità di depurazione delle acque.

Il dato più sconfortante, e per me più macroscopico, è la raccolta differenziata. Siamo centesimi con un parametro di 16 punti su 100. Ovvero dimezziamo il già penoso risultato di 30 punti su 100 della classifica generale.

Ho volutamente raccontato i dati di città come Mantova, Milano e Catanzaro perché tra alti e bassi queste città danno l’idea che vi sia qualcuno provi a fare qualcosa. Palermo è al 96esimo posto nel 2014 e viaggia sempre tra il 102esimo ed il 100esimo posto del 2019.

Ovvero tristemente immobile nel suo degrado e nella sua trascuratezza.

Io vi invito a giocare una schedina di calcio e provare a raggiungere zero. Per quanto possiate giocare in modo improbabile, e nonostante abbiate due risultati utili su tre, non ci riuscirete. Essere da sempre ultimi in tutte le classifiche a Palermo riesce sempre bene, va contro la statistica. Ed allora io devo pensare che c’è dietro un progetto distruttivo, e non più l’incapacità di dare vita ad un progetto costruttivo.

Il risultato di 16 su 100 per la differenziata ha un effetto molto visibile nel nostro quotidiano. Vediamo la città sporca. La differenziata è ferma ad alcune aree della città da quando è stata istituita 10 anni fa per risolvere una emergenza che sembra dovere rimanere sempre tale.

E sebbene sia noto che la differenziata funziona con performance anche dell’80% e del 90% se applichi il sistema porta a porta e lo applichi a tutta la città, a Palermo si è proceduto con passi millimetrici, attivando il servizio parzialmente, lasciando la Rap senza amministrazione per anni, e lasciando la città senza un progetto vero per affrontare e gestire la questione rifiuti.

Lo confesso sono scoraggiato. Poi però mi viene in soccorso la storia di Jòn Gnar (il comico che diventò sindaco di Reykjavik) e affidandosi alla creatività, ed anche ad un grande amore per la città, la fece rinascere.

Serve per Palermo un po’ di amore e creatività. Perché io sarei un po’ stanco di essere sempre ultimo in classifica e sono anche molto preoccupato per il futuro. Ci vorrebbe qualche comico geniale, ma va bene anche un pittore, uno scrittore o che so io un artista. Qualcuno fuori dagli schemi che rimescolasse le carte.

Se ci sono comici in giro si propongano per la prossima sindacatura. Comici però, non buffoni.
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