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La meravigliosa storia dell'aeroporto di Trapani Birgi che finisce con un'indagine

Birgi ha vinto il premio come migliore aeroporto al mondo e ha creato un indotto di 900 milioni di euro: ma l'aeroporto è in passivo e ora gli amministratori (tutti) sono indagati

  • 23 gennaio 2019

L'aeroporto di "Vincenzo Florio" di Trapani

Indagati gli amministratori dell’aeroporto di Birgi, la storia di una terra, la Sicilia destinata a non volare.

La storia dell’aeroporto di Birgi è un po’ la metafora della Sicilia che potremmo essere e probabilmente non saremo mai.

L’aeroporto di Birgi è stato fino ad un certo punto un modello positivo della Sicilia, quando nel 2012 e poi nel 2013 raggiunse quasi due milioni di passeggeri.

Dati che ne facevano il terzo scalo della Sicilia, con un volume di traffico pari a quasi il 50% dell’aeroporto di Palermo. E con collegamenti con tutta Europa.

In quegli anni l’aeroporto di Birgi vinceva il premio come migliore aeroporto al mondo per crescita tra gli aeroporti sotto 5 milioni di passeggeri (ho ricostruito il dettaglio di quella storia qui).

L’aeroporto di Birgi ottenne quel successo con una strategia in atto in tutti gli aeroporti del mondo, esclusi ovviamente gli hub, come Roma, Francoforte o Parigi.

Lo strumento è quello degli investimenti di co-marketing. In pratica le compagnie vengono incentivate a scegliere un aeroporto attraverso il conferimento di sostegni economici.
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L’idea che sta alla base di questa modalità è che un turista è un grande valore per il territorio, e le compagnie aeree vogliono compartecipare di quel valore.

L’intuizione è di quel genio della mobilità aerea che risponde al nome di Michael O'Leary, che ha reso Ryanair il colosso che conosciamo rivoluzionando la mobilità aerea in Europa e lo stesso modo di concepire il viaggio aereo oggi per ciascuno di noi.

O’Leary è arrivato ad ipotizzare che nel medio termine i territori saranno disponibili a coprire l’intero costo del biglietto, in considerazione di quanto vale in termini economici il flusso turistico per un territorio organizzato.

D’antro canto senza andare lontano KPMG, una delle principali società di consulenza al mondo, ha certificato che in 4 anni con 10 milioni di investimento in co-marketing su Birgi, la ricchezza prodotta in Sicilia occidentale è stata di 900 milioni di euro. Avete letto bene.

Dal 2013 ai nostri giorni parte il lungo declino dell’aeroporto che recentemente ho documentato ed approfondito.

Di ieri la notizia che tutti gli amministratori che storicamente sono stati coinvolti in questa storia che ha del meraviglioso, se non fosse per l’epilogo tragico, sono indagati.

Tutti dal primo all’ultimo. In ragione di un "lungimirante" esposto del Movimento 5 Stelle.

Sarebbero rei di avere chiuso i bilanci in rosso. Per fare fronte all’investimento di co-marketing hanno generato un passivo.

L’investimento infatti non ha prodotto utile all’aeroporto (che va sotto di 10 milioni) ma al sistema aeroporto/territorio, e come certificato da KPMG ha prodotto un valore di 900 milioni.

Per semplificare hanno tolto 10 milioni dalle tasche dell’aeroporto ed hanno messo 900 milioni in quelle del territorio.

Non hanno rubato. Ho massima fiducia che la magistratura farà le verifiche richieste e porterà chiarezza sulla vicenda.

Resta il fatto che oggi l’aeroporto senza l’investimento di co-marketing è in rovina.

Il territorio attraversa una crisi economica senza precedenti, quella scintilla, complice tanta incompetenza della politica, è oggi praticamente spenta.

Quegli amministratori non sono considerati eroi che hanno indicato una strada ed una speranza. Non sono maghi che hanno generato un valore 90 volte tanto. Non sono strateghi che hanno sfruttato a nostro vantaggio lo strapotere della prima compagnia aerea europea.

Ma additati con un esposto, colpevoli di avere prodotto un risultato degno di nota e così facendo dimostrato al mondo, e soprattutto a noi siciliani, che la Sicilia è al collasso solo per colpevole incapacità di chi la amministra.

Il fatto è che basterebbe poco, ovvero la voglia di guardare con uno sguardo lungo all’interesse collettivo piuttosto che al tornaconto personale.

Ma questa voglia è un peccato grave. Costoro hanno peccato di voglia, capacità di sognare e competenza peccato imperdonabile in questa nostra Sicilia, rendiamocene conto.

Una terra la nostra nella quale non c’è più spazio per il buon senso. Sono indagati. Siano condannati e noi con loro.
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