Bandiere, nuvole e brandelli di vita in mostra: ad Alcamo le opere del palermitano Paolo Roberto D'Alia
Bandiere dell'artista Paolo Roberto D'Alia (part.)
Al MACA, il Museo di Arte Contemporanea presso il Complesso Monumentale di Alcamo, sono esposte le opere di "Bandiere del mio stato d'animo", l'esposizione curata da Francesco Piazza, in cui Paolo Roberto D'Alia (Palermo, 1976) infonde tutta la sua forza espressiva e i suoi sentimenti.
Dopo che l'artista ha sperimentato nuove soluzioni compositive e tecniche di tessitura, si presenta con una mostra in cui i suoi arazzi, composti dalla sovrapposizione e lavorazioni successive di tessuti, assumono un valore simbolico e introspettivo.
«Paolo Roberto D'Alia - scrive il curatore nel testo che accompagna la mostra - delimita il proprio angolo di cielo attraverso le bandiere che danno il titolo a questo progetto, concettualmente vicine a quella funzione comunicativa e di appartenenza che comunemente assolvono.
Egli usa un escamotage romantico per ribattezzare le sue opere, traendo spunto proprio da questa funzione simbolica che trasforma un semplice tessuto in elemento segnico vibrante e riversando nella complessità della trama e dell'ordito il suo pensiero e i suoi sentimenti.
Così come il trascorrere e lo svilupparsi dell'esistenza umana, densa di passaggi complessi, casuali e allo stesso modo dirimenti nelle scelte che ognuno di noi è portato a compiere, le sue opere vivono di accostamenti e sovrapposizioni, non sempre lineari e definiti in cui la apparente irregolarità della composizione rispecchia fedelmente l'indeterminatezza della vita e l'impossibilità di conoscerne gli sviluppi futuri».
Gli arazzi di D'Alia sono paesaggi dell'anima. Tutto in lui è complesso ed apparentemente disordinato come i pensieri mai lineari, mai geometrici. Liberi di muoversi, colorarsi o incupirsi come le Bandiere si librano nell'aria, catturano la luce e diventano specchi opachi, pagine morbide sulle quali cucire brandelli di vita.
Dopo che l'artista ha sperimentato nuove soluzioni compositive e tecniche di tessitura, si presenta con una mostra in cui i suoi arazzi, composti dalla sovrapposizione e lavorazioni successive di tessuti, assumono un valore simbolico e introspettivo.
«Paolo Roberto D'Alia - scrive il curatore nel testo che accompagna la mostra - delimita il proprio angolo di cielo attraverso le bandiere che danno il titolo a questo progetto, concettualmente vicine a quella funzione comunicativa e di appartenenza che comunemente assolvono.
Egli usa un escamotage romantico per ribattezzare le sue opere, traendo spunto proprio da questa funzione simbolica che trasforma un semplice tessuto in elemento segnico vibrante e riversando nella complessità della trama e dell'ordito il suo pensiero e i suoi sentimenti.
Così come il trascorrere e lo svilupparsi dell'esistenza umana, densa di passaggi complessi, casuali e allo stesso modo dirimenti nelle scelte che ognuno di noi è portato a compiere, le sue opere vivono di accostamenti e sovrapposizioni, non sempre lineari e definiti in cui la apparente irregolarità della composizione rispecchia fedelmente l'indeterminatezza della vita e l'impossibilità di conoscerne gli sviluppi futuri».
Gli arazzi di D'Alia sono paesaggi dell'anima. Tutto in lui è complesso ed apparentemente disordinato come i pensieri mai lineari, mai geometrici. Liberi di muoversi, colorarsi o incupirsi come le Bandiere si librano nell'aria, catturano la luce e diventano specchi opachi, pagine morbide sulle quali cucire brandelli di vita.
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