"Come sono diventato stupido": il romanzo di Martin Page sul palco del Teatro Libero di Palermo
 
											Una scena di "Come sono diventato stupido"
					Antoine ha una grave malattia, l’intelligenza. Quando realizza che questa non è un dono, ma uno svantaggio, decide di perderla, provando qualsiasi strada possibile: al Teatro Libero di Palermo il 22 e il 23 novembre l'appuntamento è con lo spettacolo "Come sono diventato stupido".
Inquadrato nella stagione artistica #Inoltrarsi del Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo è prodotto dal Teatro Binario 7 di Monza, è tratto dall'omonimo libro di Martin Page e vede sul palco Corrado Accordino, Chiara Tomei, Alessia Vicardi e Daniele Vagnozzi.
Lo spettacolo racconta come Antoine provi a perdere la sua grande intelligenza attraverso gruppi di educazione al suicidio, abuso di farmaci, ipotesi di lobotomia, lunghe serate trascorse a giocare a Monopoli.
L'idea di Antoine è quella didimenticare, appassionarsi alla quotidianità, credere nella politica, comprare bei vestiti, seguire lo sporti, fantasticare sull’ultimo modello di auto, guardare con partecipazione emotiva i programmi televisivi.
Vorrebbe tutto questo. E soprattutto vorrebbe stare bene con gli altri, non capirli, ma essere come loro, fra di loro, uno di loro, e condividere le stesse cose. Peccato che la strada sia molto più accidentata di quanto avesse previsto.
				
									Inquadrato nella stagione artistica #Inoltrarsi del Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo è prodotto dal Teatro Binario 7 di Monza, è tratto dall'omonimo libro di Martin Page e vede sul palco Corrado Accordino, Chiara Tomei, Alessia Vicardi e Daniele Vagnozzi.
Lo spettacolo racconta come Antoine provi a perdere la sua grande intelligenza attraverso gruppi di educazione al suicidio, abuso di farmaci, ipotesi di lobotomia, lunghe serate trascorse a giocare a Monopoli.
L'idea di Antoine è quella didimenticare, appassionarsi alla quotidianità, credere nella politica, comprare bei vestiti, seguire lo sporti, fantasticare sull’ultimo modello di auto, guardare con partecipazione emotiva i programmi televisivi.
Vorrebbe tutto questo. E soprattutto vorrebbe stare bene con gli altri, non capirli, ma essere come loro, fra di loro, uno di loro, e condividere le stesse cose. Peccato che la strada sia molto più accidentata di quanto avesse previsto.
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