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"Communico": 13 giovani artisti siciliani raccontano mali e alienazioni dell'uomo contemporaneo

  • Caffè Nannini, piazza Bagolino 30 - Alcamo (Tp) - Vedi mappa
  • Dal 11 al 13 agosto 2019 (evento concluso)
  • Visitabile tutti i giorni dalle 16.00 alle 22.00
  • Gratuito
Balarm
La redazione

"Respiri", opera fotografica di Manuela Albiolo (part.)

Anche quest'anno l'Alcart Festival, ideato e curato dalle associazioni culturali Kepos e Creattiva e giunto alla sua decima edizione, approda al Parco Suburbano di Alcamo, in provincia di Trapani, dall'11 al 13 agosto

All'interno della manifestazione è inserita la collettiva "Communico" a Villa Nannini, sede dell'omonimo Caffè, in via Bagolino ad Alcamo. Il titolo della mostra vuole essere un rimando al bisogno primario dell'uomo di comunicare, di far conoscere e sapere attraverso la parola, il segno e il corpo.

È questo il percorso di interpretazione compiuto da 13 giovani artisti siciliani: Emanuela Albiolo, Alessia Argento, Celeste Maria Asaro, Maria Chiara Budite, Martina Campanella, Tiziana Napoli, Teodora Pirau, Rossella Puccio, Giorgia Punzino, Monia Rugeri, Fabrizio Scaglione, Chiara Vilardi, Chiara Volpe. 

Un corpus di opere visive realizzate con tecniche e linguaggi differenti che spaziano dalla fotografia, al collage, al fumetto, all'installazione polimaterica. 
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Ed è il corpo nella sua rappresentazione a essere centrale nelle geografie di Monia Rugeri (Geografie) così come negli scatti di Martina Campanella (Timide debolezze) che ne cristallizza la fragilità in uno spazio asettico, vuoto. 

Un corpo mostrato, per meglio, visualizzato nelle violazioni della malattia è quello delle post-anatomie di Rossella Puccio (Dall'altra parte dello specchio; Ja mogu govorit / Io posso parlare), installazioni con grumi polimaterici e attraversamenti spettrografici che raccontano di corpi cancellati e ridotti a meri numeri da protocollo. 

Corpo-mente è l'indagine di Tiziana Napoli (Simbiosi) che scava nei meandri più reconditi della psiche umana per restituirne i lati più intimi; allo stesso modo Fabrizio Scaglione (Estranei) con i suoi fotomontaggi dà dignità artistica a mostri, bestie e alieni, specchi distorti di ciò che è diverso ed escluso nella società. 

La fotografia movimentista di Chiara Vilardi (Viaggio di introspezione) racconta di un viaggio al'interno della mente, di momenti e sensazioni provate in passato e consegnate allo spettatore. 

Con le sue vignette, Giorgia Punzino (Mancanze) descrive l'affaticamento fisico a causa della mancanza di qualcosa o qualcuno. Celeste Asaro (Posiah) nelle sue tele dipinge Posiah, una ragazza spezzata dalla società ricucita per la società. 

Il corpo si frammenta e scompone nelle sue parti, si fa altro, altri, come nei collage di Chiara Volpe (Split); mentre quelli più politici di Teodora Pirau (You will be Deleted) denunciano personaggi politici controversi che si sono macchiati di crimini contro l’umanità. 

Nei paesaggi contrastanti di Alessia Argento (Pánta rheî), il logoramento della superficie diviene espressione di una ferita interiore ed esteriore, il continuo e altalenante dividersi tra perdita e di rinascita. 

Con la fotografia di Maria Chiara Budite (Silenzio dello Stupore) l'uomo si misura invece con l'assenza di rumore, un'immersione emotiva sospesa nel caos della vita. Ed è proprio la vita, bloccata e restituita nelle sue frammentazioni, che anima le opere fotografiche di Emanuela Albiolo (Respiri).

Lo spazio pubblico della mostra recupera la dimensione di agorà, luogo d'incontro, di condivisione, in cui si sperimenta la condizione collettiva attraverso il vettore dell'arte.
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