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Corpo e voce per un originale ritratto di famiglia: "Antropolaroid" di Tindaro Granata in scena al Biondo

  • [De]generazioni 2018/2019
  • Teatro Biondo - Palermo
  • Dal 16 al 20 aprile 2019 (evento concluso)
  • 21.00 (16, 17, 18 e 19 aprile), 19.30 (20 aprile)
  • 17.60 euro
  • Biglietti acquistabili al botteghino del teatro. Info al numero 091 7434341
Balarm
La redazione

Tindaro Granata in "Antropolaroid"

Coraggioso ed emozionante, drammatico e divertente: dal 16 al 20 aprile Tindaro Granata porta nella Sala Strehler del  Teatro Biondo di Palermo "Antropolaroid", il suo personalissimo racconto autobiografico con al centro le vicende drammatiche e avventurose che hanno determinato la sua nascita e la sua vocazione teatrale.

Prodotto da Proxima Res, lo spettacolo si inquadra all'interno della stagione del Biondo "[De]generazioni" (leggi l'articolo di approfondimento). È scritto e interpretato dallo stesso Granata, con le scene e i costumi di Margherita Baldoni e Guido Buganza, le rielaborazioni musicali di Daniele D'Angelo e suoni e luci a cura di Matteo Crespi.

"Antropolaroid" è una vera e propria polaroid umana, la fotografia di una famiglia siciliana che si snoda attraverso la voce e il corpo del protagonista. Ispirandosi alla tradizione orale del "cunto" l’attore crea una lingua sconosciuta, un dialetto siciliano ricco modi di dire, voci antiche, memorie sonore della sua terra d’origine.
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Uno spettacolo di cupa bellezza attraversato da un’inquietudine dolorosa ma dove a tratti si ride per la caratterizzazione dei personaggi che Granata incarna con straordinaria abilità cambiando generi, epoche, caratteri e situazioni.

«Ho scritto questo testo e l’ho messo in scena – spiega lo stesso Granata – perché non volevo che andasse perduto questo patrimonio di racconti e di affetti che ho ereditato dai miei nonni. Voglio che il mio teatro nasca dalle mie radici e dalla realtà in cui vivo e si nutra di esseri umani. Come molti miei coetanei, so cosa voglia dire vivere una condizione di sradicamento, senza casa, senza lavoro, e sono convinto che questo disagio possa essere superato agendo nel presente con il coraggio di mostrarsi senza maschere».

Per la sua originalità e per la qualità interpretativa, lo spettacolo ha vinto il Premio della Borsa Teatrale Anna Pancirolli nel 2010, il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici nel 2011, il Premio Fersen nel 2012, il Premio Mariangela Melato nel 2013.
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